Sicurezza e degrado a Trento: dopo i cittadini del centro storico intervengono i gestori dei pubblici esercizi

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Ascom trento Giorgio Buratti 1Buratti: «basta con gli interventi spot. Serve un progetto organico e articolato senza improvvisazioni»

Complice la presenza sempre più massiccia di immigrati nullafacenti che bivaccano giorno e notte nelle vie e piazze del centro storico di Trento, cui si devono aggiungere zingari, questuanti queruli e prostituzione, spesso infastidendo i residenti e gli operatori commerciali della zona, la vivibilità e la sicurezza della zona è andata a picco, tanto che i residenti e gli operatori commerciali della zona si sono costituiti in comitato per sollecitare l’intervento dell’amministrazione comunale e delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza e il decoro urbano. La sopportazione dei residenti va a pallino quando, a queste poco edificanti presenze, si aggiungono gli “happy hour” organizzati da qualche esercente che attirano frotte di giovani che fanno baldoria fino alle prime ore del mattino.

Sulla situazione interviene l’Associazione dei pubblici esercizi di Confcommercio per bocca del suo presidente Giorgio Buratti: «senza un programma organico che tenga conto di tutti i soggetti coinvolti dal fenomeno, non c’è speranza che le questioni legate alla movida, alla sicurezza ed al degrado della città di Trento possano essere risolte». Per Buratti «non si deve rincorrere l’emergenza, ma costruire un’azione condivisa e lungimirante. Vivibilità e degrado sono temi che l’Associazione ha sempre seguito da vicino e che toccano sensibilmente l’attività dei pubblici esercizi. Ma da anni assistiamo ad una gestione del problema tutt’altro che organica, bensì frammentaria e senza una visione complessiva. Credo che la capacità di progettare lo sviluppo di una comunità e l’abilità di tradurlo in realtà siano caratteristiche di ogni buon amministratore: agire secondo l’emergenza, seguendo episodi umori o pressioni, vuol dire che non si è in grado di gestire il fenomeno – o che lo si sottovaluta – e denota una fragilità che ci preoccupa».

Ai pubblici esercizi non va di essere additati come corresponsabili del degrado e della maleducazione di qualche avventore: «abbiamo avuto prima dell’estate un incontro con il sindaco Alessandro Andreatta – prosegue Buratti – al quale abbiamo sottoposto tutte le nostre esigenze e preoccupazioni; abbiamo chiesto anche di essere coinvolti preventivamente in quelle azioni di governo che incidono sulla nostra categoria. Ribadiamo questa richiesta anche in occasione di quella che pare una nuova ondata di delibere poiché crediamo che il dialogo sia una risorsa per lo sviluppo della comunità. Tuttavia non possiamo che esprimere il nostro disappunto di fronte ad iniziative che penalizzano la categoria che già subisce quotidianamente le pericolose conseguenze della mancanza di un progetto politico risolutivo. Vietare o delegare a privati la soluzione delle criticità è un fallimento del quale deve assumersene la responsabilità per prima la politica: se non riesce a risolvere organicamente il problema, allora temiamo che faccia parte essa stessa del problema. Gli obiettivi – nella fattispecie: Trento viva e vivibile 24 ore su 24 – non sono promesse ma impegni precisi che vanno rispettati, raggiunti e non solo dichiarati».