Pioppicoltori friulani: raddoppiare la superficie di coltivazione in 5 anni

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pioppeto 1Le misure del Programma di sviluppo rurale della Regione permettono l’ampliamento

Il pioppo prodotto in Friuli Venezia Giulia ha una qualità superiore riconosciuta dal mercato. La sua coltivazione è importante per fare reddito, ma anche per l’assorbimento dell’anidride carbonica e per fornire legname alle aziende del mobile a cui manca molta materia prima (circa il 50%). Di questo si è parlato alla recente assemblea dell’Associazione friulana pioppicoltori di Confagricoltura regionale.

«Siamo molto soddisfatti di quanto comunicatoci nell’occasione dalla Regione – dice il presidente dell’Associazione, Marco Cucchini –. Per incentivare le piantagioni autunnali è stato aperto un nuovo bando su una Misura del Psr 2007-2014, con una dotazione di 300.000 euro, in scadenza il 29 settembre. Inoltre anche nel nuovo Psr 2014-2020, in approvazione a Bruxelles, grazie all’attenzione al settore dimostrata dall’assessore alle risorse agricole Sergio Bolzonello, ci sono risorse importanti per il rilancio della pioppicoltura in regione che, negli ultimi anni, ha perso circa il 43% della propria superficie coltivata.

L’obiettivo condiviso, dalle aziende e dall’amministrazione regionale, è raddoppiare le superfici produttive nell’arco dei prossimi 5 anni. Attualmente, i 90 pioppicoltori regionali (tutti certificati Pefc), coltivano 1.800 ettari. Ciò è in linea con l’accordo sottoscritto nei mesi scorsi da 5 regioni del NordEst, Friuli Venezia Giulia compreso, e confermato recentemente nei suoi contenuti salienti, dalla XIII Commissione della Camera con una propria Risoluzione».

La materia prima proveniente dai 50.000 ettari di pioppeto rappresenta oltre 1/3 del legname tondo da industria di origine italiana lavorato dalle imprese operanti nella filiera legno arredo nazionale. Il volume è pari a 950.000 mc l’anno, a fronte di una richiesta superiore ai 2,2 milioni di mc. La filiera legno-arredamento costituisce il terzo settore italiano per contributo alla bilancia commerciale, con un saldo attivo di circa 6 miliardi di euro, 400.000 addetti per 75.000 imprese.