Bressa: «in Italia il problema sono le regioni ordinarie, non le speciali». Zaia: «Bressa era meglio se stava zitto. Troppo facile ragionare con il 90% delle proprie tasse intasca»
Galeotta è stata la dichiarazione rilasciata dal sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa partecipando a un convegno a Trieste riguardo alle regioni: «in Italia il problema sono le regioni a statuto ordinario, non quelle speciali. Le regioni speciali alpine sono le uniche ad aver dimostrato responsabilità.
Il problema non è smontare le speciali ma dare un’iniezione di specialità alle ordinarie». Tanto è bastato per accendere la miccia della polemica con un fuochino nei panni del governatore del Veneto, Luca Zaia: “se c’è una certezza, storica, evidente e comprovata è che noi non siamo mai stati e mai saremo contro le autonomie. Lottiamo per la nostra e per avere pari opportunità rispetto a chi già ce l’ha, non per togliere qualcosa a qualcuno. La nostra responsabilità la esercitiamo tutti i giorni, con i mezzi di cui possiamo disporre». Per Zaia «Bressa ha perduto un’occasione per tacere, ma se vuole parliamo pure e diciamo chiaramente e onestamente dove sta il problema. Parliamo di come si debbano fare le nozze coi fichi secchi in territori come il Veneto che non si trattengono dal 40 al 90% delle entrate tributarie statali, come accade invece nella Provincia di Trento. Invito Bressa – prosegue Zaia – a riflettere su alcuni esempi eclatanti a cominciare dal fatto che il Veneto, prima regione turistica d’Italia può disporre di 3 milioni di euro per la sua promozione, contro i 57 milioni del Trentino».
Zaia elenca quindi una serie di altri esempi eloquenti: la badante gratis (la provincia di Trento eroga un “assegno di cura” integrativo all’indennità di accompagnamento che può arrivare fino a 1.100 euro mensili); il reddito minimo per soggetti bisognosi fino a 950 euro per 4 mesi (3 rinnovi); libri di testo gratis per studenti delle elementari, medie e biennio superiori; il dentista gratis da 0-18 anni; le borse di studio per frequenza di corsi di lingua straniera fino a 1.800 euro; lo stipendio di un insegnante di scuola superiore pari a 2.569 euro lordi mensili (cui possono aggiungersi indennità di bilinguismo annuale per 2.821 euro e indennità specializzazione annuale di 1.057 euro) a fronte dei 1.760 euro lordi mensili per l’insegnante in Veneto; agevolazioni Irap di svariata natura e addirittura riduzione dell’aliquota a zero per le nuove imprese per il primo periodo di imposta e i 4 successivi: facilitazioni alle imprese per l’accesso al credito con finanziamenti da un minimo di 30.000 euro fino a 2,5 milioni di euro per investimenti fissi, ricerca e innovazione, export o servizi.
«Occorre altro? – conclude Zaia – non credo; magari occorre pensare un attimo prima di parlare». Magari ad un impegno dello stesso sottosegretario Bressa ad accelerare l’iter per la concessione dello Statuto speciale per il Veneto simile a quello del Trentino e del Friuli.