Coletto: «decisione equilibrata che ora andrà inserita nei Lea». Serracchiani: «il servizio sarà reso solo con il pagamento del ticket uguale in tutte le regioni»
«Le linee guida sulla fecondazione eterologa approvate all’unanimità scaturiscono da un imponente lavoro portato avanti dai tecnici delle Regioni, che ringrazio, ed hanno la fondamentale caratteristica dell’equilibrio nell’affrontare un tema delicato e dibattuto» dice soddisfatto l’assessore alla sanità del Veneto, Luca Coletto, anche nella sua veste di coordinatore degli assessori alla sanità delle regioni italiane, commentando con soddisfazione il sì unanime arrivato dalla Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome alle linee guida sulla fecondazione eterologa.
Secondo Coletto «è stato dato un segnale significativo di equilibrata attenzione alle opportunità offerte dalla scienza, ma anche un forte messaggio: le regioni hanno fornito al Paese intero una lampante dimostrazione delle loro capacità di gestire in totale autonomia un tema complesso e delicato, togliendo le castagne dal fuoco al Governo centrale e dando una vera e propria lezione di federalismo sanitario».
Tornando alle linee guida, Coletto ha posto l’accento su alcuni aspetti “molto importanti”: «penso al fatto che l’eterologa qui da noi sarà erogata in regime pubblico, solo con un ticket che concorderemo perché sia uguale in tutte le regioni; al no all’eugenetica, ai limiti posti all’età di donatori e riceventi e al numero di donazioni, al fatto che la donazione dovrà essere assolutamente gratuita. L’eterologa – ha aggiunto – potrà comunque essere erogata, a pagamento, anche oltre l’età fissata, ma il costo sarà comunque enormemente inferiore a quelli da sopportare nei viaggi della speranza all’estero dove si deve pagare profumatamente anche la donazione ricevuta».
Coletto ha infine rilevato che «anche per simmetria giuridica con la fecondazione omologa, l’eterologa dovrà assolutamente essere inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), perché è divenuta diritto costituzionalmente riconosciuto, e finanziata dallo Stato all’interno del Fondo Sanitario Nazionale».
Soddisfatta anche la presidente del Friuli Venezia Giulia e vicesegretario nazionale del PD, Debora Serracchiani: «il risultato odierno è un documento condiviso tra tutte le regioni italiane che ha la finalità di andare incontro alle necessità dei cittadini, di evitare un inutile ordine sparso delle Regioni stesse in una materia così delicata e di stimolare il pronto intervento del Parlamento: vogliamo così rispondere all’esigenza di non rendere la fecondazione eterologa una pratica medica costosa e quindi difficilmente accessibile ai nostri cittadini in qualsiasi area territoriale del Paese».
Dopo la sentenza della Corte costituzionale dello scorso 10 giugno che ha aperto anche in Italia le porte alla fecondazione assistita, le realtà regionali italiane hanno condiviso la responsabilità di fornire direttive operative ed indicazioni cliniche omogenee al fine di rendere immediatamente applicabile un diritto costituzionalmente garantito su tutto il territorio nazionale.
Le direttive operative ed indicazioni cliniche contenute nel documento si dovranno applicare alle strutture pubbliche, a quelle accreditate nonché a quelle private non accreditate.