Mercato immobiliare: grazie a Monti, Letta e Renzi, fisco cresciuto del 107,2%

0
430
casa palazzo in costruzione cemento armato
casa palazzo in costruzione cemento armatoLa crescita del peso fiscale sul mattone negli ultimi due anni calcolata da Confartigianato. In Italia i mutui più cari d’Europa. Crolla l’edilizia

In Italia comprare casa con un mutuo costa più che nel resto d’Europa: a maggio 2014 il tasso medio d’interesse sui prestiti per acquisto di abitazioni si attesta al 3,07%, vale a dire 36 punti base in più rispetto al 2,71% rilevato nei Paesi dell’Eurozona.

Le più penalizzate sono le famiglie sarde: nell’isola il tasso medio di interesse su questi prestiti arriva al 4,12%. All’altro capo della classifica vi è la provincia autonoma di Bolzano dove il tasso medio si attesta al 3,31%. Il dato emerge dal rapporto di Confartigianato sulla situazione del mercato immobiliare e, in generale, del settore delle costruzioni.

Segnali di difficoltà arrivano dalla diminuzione dello stock di mutui per l’acquisto di abitazioni concessi alle famiglie italiane: a maggio 2014 l’ammontare complessivo pari a 360,1 miliardi, in flessione dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Il calo maggiore si registra in Abruzzo (-4%), Basilicata (-3,4%), Molise (-3,4%), mentre soltanto il Trentino Alto Adige mostra un aumento (+1%) dello stock di mutui erogati. Il rapporto di Confartigianato mette in evidenza che, sul totale dei prestiti alle famiglie per acquisto di abitazione, l’80,7% si concentra nel Centro-Nord e il restante 19,3% nel Mezzogiorno. Tra le regioni che utilizzano il maggior volume di mutui in testa la Lombardia, con il 24,5% del totale, seguita da Lazio (12,9%), Emilia Romagna e Veneto (entrambe 9,1%), Piemonte (7,8%) e Toscana (7,2%).

A pesare sulla crisi del mercato immobiliare vi anche la tassazione che tra il 2011 e il 2013, nel passaggio da Ici a Imu, aumentata del 107,2%. E con l’introduzione della Tasi, (la nuova tassa sui servizi indivisibili) le cose potrebbero peggiorare. L’applicazione del nuovo tributo ad aliquota base farebbe crescere il prelievo fiscale del 12%, mentre se venisse applicata l’aliquota del 2,5 per mille la tassazione sull’abitazione principale aumenterebbe addirittura del 60% rispetto al 2013.

Qualche spiraglio di luce si intravede nel trend delle compravendite immobiliari che nel primo trimestre 2014, per la prima volta dopo 8 trimestri consecutivi di calo, sono cresciute dell’1,6% rispetto a marzo 2013. Inoltre, nello stesso periodo, il prezzo delle abitazioni diminuito del 5,3%.

La crisi continua a colpire duramente imprese e lavoratori delle costruzioni: tra giugno 2013 e giugno 2014, le 866.131 aziende del settore sono diminuite dell’1,7%. Ancor più negativo l’andamento delle 542.169 imprese edili artigiane che nell’ultimo anno sono calate del 2,7%. Quanto agli occupati, sono 1.496.920 i posti di lavoro nelle costruzioni, la contrazione nell’ultimo anno si attesta a -4,8%. Lo rileva il rapporto di Confartigianato sulla situazione del settore delle costruzioni che risente ancora gli effetti negativi della recessione.

Sono in discesa sia il valore della produzione, – 4,7% tra maggio 2013 e maggio 2014, sia l’indice del valore aggiunto che diminuito dell’1,7% tra il primo trimestre 2013 e il primo trimestre 2014. Le imprese del settore costruzioni sono anche quelle che ‘soffrono’ maggiormente la diminuzione dei finanziamenti bancari: tra aprile 2013 e aprile 2014 lo stock di credito calato del 10,8% rispetto alla flessione del 6,7% registrata dal totale delle imprese. Peggiora anche la qualità del credito all’edilizia: i tassi di interesse sui prestiti bancari alle aziende si attestano al 7,21% a fronte del 6,48% applicato al resto delle imprese.

«Nel complesso – denuncia Arnaldo Redaelli, presidente di Confartigianato Edilizia – la situazione del settore rimane molto pesante. Non si vedono miglioramenti: le imprese si preparano ad affrontare un autunno addirittura peggiore rispetto a quello dello scorso anno. La crisi mantiene bloccato il mercato immobiliare e i nostri imprenditori sono stretti in una morsa fatta di scarso credito bancario con tassi in aumento e da tempi di pagamento sempre più lunghi. Bisogna puntare con decisione su misure che incentivino la ristrutturazione e la manutenzione del patrimonio immobiliare pubblico e privato. E’ l’unica strada per evitare la chiusura delle imprese e la perdita di migliaia di posti di lavoro».