Oms, è allarme per potenziali contagi in tutte le aree che ospitano aeroporti internazionali
Cresce nel mondo l’attenzione contro la possibile diffusione del virus Ebola grazie alla mobilità delle persone.
L’Oorganizzazione Mondiale per la Sanità (Oms) chiede alle realtà che ospitano sul loro territorio un aeroporto internazionale di intensificare i controlli, perché i tempi di latenza del virus (da 5 a 21 giorni) potrebbero far sì che un soggetto contagiato senza avere ancora evidenziato i sintomi potrebbe entrare in contatto con altri soggetti sani, contagiandoli a sua e a loro insaputa mediante la diffusione di liquidi organici (come la saliva di uno starnuto).
In Africa occidentale è caccia ai passeggeri di un volo Asky Airlines dove ha viaggiato un diplomatico poi stroncato dal virus: dei 59 viaggiatori, 20 sono già stati individuati, mentre degli altri non c’è alcuna traccia.
A NordEst, anche il Friuli Venezia Giulia ha attivato una procedura di prevenzione. Coordinato dalla direzione centrale Salute, si è riunito a Trieste il tavolo di lavoro che coinvolge i vertici delle Cliniche di malattie infettive di Trieste e Udine, del Laboratorio virologico di riferimento dell’Università di Trieste, dei servizi di epidemiologia regionali, degli uffici di Sanità marittima ed aeroportuale e della Protezione civile. Il primo obiettivo dell’incontro era aggiornare, sulla base delle ultime indicazioni dell’Oms, il protocollo messo a punto dalla Regione il 19 maggio scorso, in anticipo rispetto alle misure internazionali di profilassi decise in seguito all’emergenza Ebola nell’Africa occidentale.
«Per tutto ciò che contraddistingue questa forma virale e per quanto dichiarato dalla stessa Oms, possiamo confermare che essa non arriva sui barconi dei migranti ed è decisamente remoto il rischio di importare l’infezione, anche perché l’Italia non ha collegamenti aerei diretti con i paesi colpiti» ribadisce l’assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, secondo cui «questa Regione è tuttavia da anni pronta ad affrontare ogni tipo di emergenza sanitaria grazie alla task force multidisciplinare che si è riunita oggi ed ha comunque stabilito di predisporre un format operativo da mettere a disposizione di tutto il sistema della salute, incluso il mondo della sanità territoriale».
Il tavolo ha pertanto verificato e confermato sia la capacità di accoglienza presso le strutture preposte alla gestione delle malattie infettive nei poli specialistici di Udine e Trieste che il possesso, da parte di quest’ultime, di tutti i parametri di contenimento d’ogni possibile forma di contagio.
Nel corso della riunione è stato inoltre deciso di predisporre tanto una scheda per i centri di primo intervento (pronto soccorso) che riassuma tutte le informazioni utili all’operatività di base, quanto una nota esplicativa da inviare agli esponenti di tutti i livelli della sanità territoriale. Infine, ma non da ultimo, la Protezione civile regionale è stata investita del ruolo di interfaccia nei rapporti tra il sistema sanitario e quello delle Prefetture e delle autorità di Pubblica sicurezza.
«Per prudenza estrema abbiamo creato una rete operativa in grado di interagire con prontezza – spiega l’assessore – anche se, stante il quadro attuale, il rischio che il virus arrivi in Friuli Venezia Giulia è davvero bassissimo».