Vendemmia al via in tutta Italia con la produzione stimata in calo dal 2013

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vendemmia in Valle di Cembra foto Deflorian
vendemmia in Valle di Cembra foto DeflorianA NordEst bene la qualità, nonostante le avversità meteorologiche

Con 10 giorni di anticipo è iniziata in molte regioni italiane la vendemmia 2014, che secondo le prime stime sarà più contenuta rispetto al 2013, annata particolarmente ricca (49 milioni di ettolitri).

La stima è di Coldiretti in occasione del distacco del primo grappolo di uva nell’azienda agricola Faccoli a Coccaglio (Bs), in Franciacorta, dove si raccolgono le uve bianche destinate alla produzione di spumanti che tradizionalmente sanciscono l’avvio delle vendemmia in Italia.

La vendemmia è iniziata con le uve Pinot e Chardonnay, per poi proseguire a settembre e ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e si concluderà quest’anno addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo.

Le stime della Coldiretti saranno progressivamente definite perché molto dipenderà dalle prossime settimane, in cui si inizierà a raccogliere tutte le altre uve con le previsioni di tempo buono che stanno alimentando l’ottimismo dopo l’andamento climatico bizzarro, con un mese di luglio con il 74% di precipitazioni in più e circa mezzo grado di temperatura in meno rispetto alla media che ha fatto aumentare l’impegno e i costi dei viticoltori per la difesa del raccolto.

Se non ci saranno sconvolgimenti, la produzione di vini italiani sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini a Denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a Denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a Indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola.

La vendemmia in Italia significa quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che dà occupazione a 1,25 milioni di persone. La vendemmia 2014 coinvolgerà 650.000 ettari di vigne (dei quali ben 480.000 Docg, Doc e Igt) e oltre 200.000 aziende vitivinicole dove quest’anno, rispetto al passato, con la crisi si prevede la presenza di un maggior numero di italiani, soprattutto giovani, rispetto agli extracomunitari, come confermano le richieste di lavoro.

La situazione a NordEst non cambia di molto, con cali localizzati di produzione, più sensibile nelle province di Treviso, Verona, Vicenza, Trento e Bolzano. Un mese e mezzo di piogge hanno alzato il tasso di ansia dei viticoltori nei confronti di un’annata che fino a metà giugno nel NordEst sembrava viaggiare a gonfie vele, con troppe precipitazioni, interminabili ore di bagnatura fogliare, eccessiva umidità dei suoli, incessante sviluppo vegetativo e anomala compattezza dei grappoli.

A livello di rese quantitative, considerando anche i nuovi vigneti che entreranno in produzione, ci si attesterà su una riduzione media nelle tre regioni del 5-10%. Questa sarà più sensibile nelle province di Treviso, Verona, Vicenza e Trento, stazionaria o di pochi punti percentuali inferiore nelle restanti. I motivi sono da ricercare nella minor fertilità delle gemme, nelle grandinate e nello stato sanitario non sempre perfetto soprattutto dei vitigni precoci oramai prossimi alla raccolta.

L’acidità sarà più sostenuta e questo a vantaggio delle basi spumante.

La precocità, evidente fino a fine giugno, è andata via via contraendosi sino ad annullarsi quasi del tutto, con una data d’inizio vendemmia stimata per la seconda metà di agosto. Nonostante i viticoltori siano intervenuti gestendo al meglio la difesa dei vigneti, ad oggi le previsioni qualitative assegnano all’annata valori zuccherini medi, come anche per le sostanze coloranti e aromatiche.

Mentre l’annata 2013 si era positivamente risolta con il bel tempo sopravvenuto dalla seconda metà di giugno, quest’anno anche un miglioramento meteo a partire dai prossimi giorni non potrà portare la qualità delle uve su alti livelli, come meriterebbero gli sforzi cui i viticoltori si sono sottoposti in queste settimane. Un’annata, questa del 2014, che per aggressività fungina e piovosità trova simili riscontri solo nel lontano 1995.

Ecco come si presenta, provincia per Provincia, il vigneto del NordEst alla vigilia della vendemmia.

Belluno

La produzione, salvo imprevisti, sarà più abbondante rispetto allo scorso anno dato che i grappoli si presentano più carichi e rigonfi. Sia per le uve bianche che per quelle nere si stima pertanto un incremento del 15-20% rispetto al 2013. Si deve inoltre tenere in considerazione un ulteriore aumento pari al 16-20% dovuto all’entrata in produzione di nuove superfici vitate.

Padova

Per le uve a bacca nera la produzione è segnalata in tendenziale condizione di stabilità o leggera diminuzione, anche in relazione ai recenti estirpi effettuati. Per le uve a bacca bianca si segnala invece un tendenziale aumento di circa il 5% rispetto al 2013, dovuto all’entrata in piena produzione di nuovi impianti. Salvo calamità meteorologiche e avversità fitosanitarie di fine stagione, a livello provinciale si stima di superare la soglia delle 700 t. Si ricorda che le superfici di recente impianto (ante 2011) riguardano in particolare Glera (ha 1.200), Pinot (ha 300), Moscato Giallo (ha 200) e incidono per poco più di un quarto della superficie vitata complessiva della provincia. Una curiosità: in provincia di Padova sono 25, per una superficie complessiva di 110 ettari, le aziende vitivinicole biologiche aderenti agli impegni del PSR 2007-2013 (Misura 214 – Azione C “Produzione vitivinicola biologica”). Complessivamente la produzione biologica viticola incide per poco più del 4% in termini di superficie e in circa il 3% in termini di produzione.

Rovigo

Nella passata stagione Rovigo è stata l’unica provincia veneta a registrare una riduzione della produzione viticola, calcolata attorno al 20-25%, fatto dovuto sia all’ulteriore estirpo di superfici vitate che ai forti attacchi di peronospora registrati. I nuovi impianti coprono una superficie vitata ancora troppo limitata perché possano incidere sul totale della produzione. Sarà nei prossimi due anni che si potrà vedere un cambio di tendenza, dato che si sta aumentando la superficie vitata provinciale di circa un 10% con acquisti di diritti provenienti da altre Regioni. Per il 2014 è previsto un ritorno alle produzioni normali con un probabile leggero aumento di circa un 5%. Se però le precipitazioni dovessero perdurare anche nel mese di agosto, la qualità delle uve ne risentirà notevolmente.

Treviso

L’epoca di vendemmia si presenta anticipata rispetto alle ultime stagioni, anche se non tanto quanto era stato annunciata a giugno, e questo a causa delle abbondanti precipitazioni e delle temperature non certo elevate delle ultime settimane. Sia in collina che in pianura si prevede una produzione complessiva inferiore di qualche punto percentuale rispetto alla scorsa vendemmia. A seconda delle zone, si prevede infatti una riduzione che va dal 5 al 15% per le uve nere e dal 5 al 10% per le uve bianche. Le flessioni, comunque, saranno compensate in parte dall’incremento di superficie vitata che giustificherà una produzione sostanzialmente in linea con il dato produttivo del 2013. Si stima pertanto una produzione totale provinciale di ql 4.800.000 così distinti: Uve bianche ql 3.980.000; Uve nere ql 820.000

Venezia

L’eccessiva piovosità  registrata in questa prima parte dell’estate comporterà probabilmente una diminuzione del grado zuccherino di ½-1° Babo e di conseguenza un aumento dell’acidità. Un cambiamento climatico con innalzamento delle temperature e l’assenza di precipitazioni nel restante mese di agosto potrebbe comunque modificare in maniera sostanziale l’andamento di questa anomala stagione viticola, favorendo il  miglioramento qualitativo del prodotto finale. I nuovi impianti, che entreranno in produzione quest’anno, dovrebbero garantire il mantenimento delle produzioni complessive rispetto alla precedente campagna viticola 2013. Per la provincia di Venezia si può valutare una incidenza della produzione ottenuta con metodi biologici pari al 10-11% sulla produzione complessiva.

Verona

Date le particolari condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato questa prima parte dell’estate, si prevede una riduzione della produzione di uva, anche se in maniera diversa da zona a zona e per varietà. Per quanto riguarda la parte ovest della provincia, in conseguenza delle ripetute grandinate e del clima eccessivamente umido, si prevede un calo della produzione anche fino al 20% relativamente alle varietà precoci. Nelle zone a più alta vocazione viticola, quali le colline, la produzione dovrebbe essere in linea con le annate precedenti. E’ prevista una fertilità minore soprattutto per le varietà autoctone veronesi, mentre nelle uve bianche precoci, dove si sono registrati problemi di fioritura con ritorni di freddo che hanno favorito la colatura e l’acinellatura, si prevede una flessione del 10% circa. La qualità del prodotto sarà con ogni probabilità influenzata negativamente da un andamento climatico eccessivamente umido.

Vicenza

Sulle uve a maturazione precoce vi è generalmente un numero di grappoli inferiore allo scorso anno, anche se si prevede un peso specifico maggiore. In linea generale, si ipotizza un calo di produzione contenuto attorno a -5%. Sui vitigni a bacca nera e su Glera si registra un calo maggiore del numero di grappoli rispetto al 2013, per cui si ipotizza un calo quantitativo del 10/15%. Per la Garganega si prevede un’annata abbondante, simile al 2013. Qualitativamente si ipotizzano migliori le uve a bacca bianca rispetto a quelle a bacca nera. Va infine segnalato che i nuovi impianti entrati in produzione sono circa il 3% del totale della superficie vitata provinciale. La produzione di uva da agricoltura biologica oscilla invece tra l’1% e l’1,5% del totale e risulta essere sostanzialmente invariata negli ultimi anni.

Regione Friuli-Venezia Giulia

Considerando le due varietà più presenti sul territorio regionale (Pinot grigio e Glera), va sottolineato che si era partiti con una bassa fertilità e dunque con meno grappoli sulla pianta. Successivamente, complici le abbondanti precipitazioni, i grappoli hanno aumentato il peso medio. Si stima pertanto una lieve riduzione per alcune varietà a bacca bianca a grappolo compatto nell’ordine del 10%, mentre per le altre la produzione dovrebbe essere in linea con quella degli ultimi anni. L’aumento delle superfici investite a viti e la piena entrata in produzione degli impianti 2011/2012 fanno presupporre un livello produttivo complessivo non inferiore a quello del 2013.

Provincia di Trento

Rispetto al 2013, che va ricordata come l’annata più abbondante degli ultimi anni, nel territorio provinciale di Trento si prevede quest’anno una riduzione complessiva di uva del 10%. Cali più consistenti sono segnalati per le uve a bacca bianca rispetto alle varietà a bacca nera. Va comunque sottolineato che in questi ultimi giorni si assiste ad un incremento del peso medio del grappolo, anche a causa delle frequenti precipitazioni. Dopo le tante piogge registrate finora, sarà dunque fondamentale una seconda parte di agosto all’insegna del bel tempo, come tutti i viticoltori auspicano.

Provincia di Bolzano

Dopo un 2013 caratterizzato da una produzione superiore alla media, la vendemmia 2014 si presenta in calo. In molti vigneti non si raggiunge o si raggiunge a stento l’obiettivo di resa. Sui vitigni abitualmente “ricchi”, come Schiava o Lagrein, bisogna apportare solo qualche modesta correzione. Salta all’occhio il fatto che quest’anno, in quasi tutti i vigneti e quasi tutte le varietà, sul 10-20% dei ceppi il numero di grappoli sia davvero scarso. Inoltre bisogna anche tener conto della loro forte acinellatura. Ecco come si presentano i diversi vitigni.

Schiava

La carica produttiva è nettamente inferiore alla media. Quest’anno solo raramente si trovano due grappoli/tralcio. Come il 2010, anche il 2014 è un’annata con scarsa allegagione. Nel corso delle valutazioni della resa effettuate prima del diradamento e con un numero adeguato di tralci, è possibile una produzione di 130-200 qli/ha. Sono pochi, quest’anno i vigneti la cui resa sarà di 250-300 qli/ha.

Lagrein, Cabernet Sauvignon

Quest’anno i grappoli sono generalmente spargoli. Anche in questo caso il numero di grappoli/ceppo è contenuto. Per Cabernet Sauvignon, spesso, rilievi di previsione mostravano valori di 60-90 qli/ha. Per il vitigno Lagrein allevato a spalliera spesso l’obiettivo di resa non viene raggiunto o si rendono necessarie solo scarse correzioni. Se l’allevamento è a pergola, la resa potrà essere leggermente superiore (120-170 qli/ha). Rari invece i vigneti con un potenziale produttivo superiore a 200 qli/ha.

Merlot

A fronte delle basse aspettative generali di produzione, la varietà Merlot rappresenta un’eccezione. La carica produttiva è buona ed il diradamento dev’essere marcato.

Pinot bianco, Pinot nero, Pinot grigio

La carica produttiva dei vitigni Pinot è molto varia. Nei vigneti con modesto sviluppo, i grappoli sono generalmente spargoli e gli obiettivi di resa si raggiungeranno a stento. Nei vigneti con forte vigorìa, la produzione è nettamente maggiore e i grappoli appaiono più compatti. Negli impianti situati a maggiore altitudine, la resa effettiva supera di molto gli obiettivi prefissati. Il numero di acini/grappolo è superiore alla media ed i grappoli si presentano molto compatti.

Chardonnay, Müller Thurgau, Silvaner

Anche per questi vitigni la carica produttiva è inferiore alla media. Gli obiettivi di resa potranno, però, essere raggiunti. Anzi, nei vigneti con marcato sviluppo delle viti, le previste rese massime DOC verranno anche superate.

Sauvignon blanc, Moscato giallo

Su questi vitigni, quest’anno si trovano grappoli molto spargoli con peso generalmente inferiore alla media. Anche in questo caso la produzione sarà moderata. Si stima che per la varietà Sauvignon la produzione potrà essere di 90-120 qli/ha.

Traminer aromatico

Per questo vitigno le stime indicano, per molti vigneti, una produzione intorno agli 80 qli/ha. Ciò significa che spesso gli obiettivi di resa non vengono raggiunti. Il numero di viti con pochi grappoli e acinellati è particolarmente elevato. Il grave attacco di mal dell’esca, verificato su molti ceppi, ha contribuito inoltre a ridurre il potenziale produttivo.