Zaia: «non ci sono limiti all’indecenza. I parlamentari del Veneto scendano in campo a difesa degli interessi della popolazione veneta»
Alla chetichella, durante la discussione del decreto legge sulla “Competitività” in seno alle commissioni Ambiente ed Attività produttive del Senato la manina del senatore di Forza Italia Francesco Bruni, eletto in Puglia, ha infilato senza che nessuno s’accorgesse un emendamento a prima vista banale, composto di una sola riga, che nella discussione protrattasi fino a notte fonda è stato approvato all’interno del maxiemendamento del governo. Addio agli sconti carburante per il Polesine e per la provincia di Rovigo quale indennizzo all’ospitalità dinanzi alla costa di uno degli impianti di rigassificazione del gas metano trasportato liquido dalle navi metaniere.
Una sola riga è bastata per mandare a monte gli sforzi fatti dall’ex parlamentare leghista Piergiorgio Stiffoni, che aveva allargato il novero dei beneficiari degli sconti carburante riconosciuto dallo Stato con il “fondo idrocarburi” alimentato dalle royalties che le compagnie estrattive di gas e petrolio pagano allo Stato anche ai territori che ospitano impianti di rigassificazione. Un diritto sancito anche dal Consiglio di Stato che costrinse lo Stato a rivedere i criteri di ripartizione del fondo nazionale che ammonta a 280 milioni di euro, che riguardava solo la Basilicata, la Puglia, il Piemonte e l’Emilia Romagna.
La cosa ha mandato su tutte le furie i vertici della regione del Veneto, che si sono sentiti defraudati di un loro legittimo diritto, piegato a favore delle solite clientele meridionaliste. «Davvero non ci sono limiti all’indecenza e alla vergogna» sbotta a caldo il presidente Luca Zaia alla notizia che, attraverso un emendamento al decreto sulla Competitività, è stato cancellato il risarcimento al Polesine per la costruzione del rigassificatore, consistente in sgravi fiscali sui carburanti. «Per l’ennesima volta il governo non mantiene la parola e consente che vengano cancellati attraverso una semplice riga in un emendamento i sacrifici che i veneti avevano accettato di fare – prosegue Zaia – per garantire uno sviluppo equilibrato a tutto il Paese e una equilibrata gestione della politica energetica nazionale. La verità è che questo governo riempie i giornali e la cronache di belle parole, parla di sviluppo sui tweet ma quando deve sobbarcarsene i costi fugge a gambe levate». Zaia chiede a Renzi e al governo di porre «subito rimedio a questa schifezza e onori gli impegni che aveva assunto. Faccio appello a tutti i parlamentari veneti affinché si muovano compatti a difesa degli interessi dei veneti stanchi di fare sacrifici e versare tasse agli spreconi per non vedere mai nulla tornare indietro».
Critiche al provvedimento giungono anche dalla polesana assessora alle attività produttive Isi Coppola: «tanti saluti alla competitività (del Veneto). Oggi la mia frustrazione è pari solo alla rabbia per un provvedimento che penalizza, per l’ennesima volta il nostro territorio veneto e mio polesano in particolare scippando con un tratto di penna i nostri concittadini di un diritto ormai acquisito». Secondo Coppola «il successo di aver fatto inserire questa norma nel 2009, che rivendico come il risultato di un intervento anche personale, sospeso dai ricorsi di uno Stato che non voleva riconoscerci il diritto a beneficiarne, fino alla sentenza definitiva ma disapplicata per più di un anno, viene vanificato da un intervento che cancella milioni di sconti per i nostri cittadini. Non si trattava di togliere alcunché ad altri, ma di ottenere quello che ci spettava di diritto. Oggi, qualcuno ha stabilito che i rimborsi al Veneto e al Polesine vadano ad altri. Lascio a voi qualificare questo comportamento. Guai a chi, oggi al governo dello Stato e rappresentante di una delle sue assemblee elettive osi parlare di ritardi o assenze della Regione, dal Presidente in giù, su questa partita: un emendamento simile puzza di ministeriale lontano un chilometro».
Coppola spera in un ripensamento del governo stesso, oltre che di un impegno della pattuglia parlamentare venta, tutta: «voglio sperare che ci siano ancora margini di recupero; temo che, come sempre, dovremo saper fare da soli. Mi piacerebbe che la nostra gente manifestasse anche via web, civilmente, per carità, la propria opinione all’incauto estensore dell’emendamento e al governo che con la scusa della fiducia impedisce di porre rimedio a queste ingiustizie. Forse, in fondo, molto in fondo, qualcuno potrebbe provare almeno un po’ di vergogna».