Dubbi sull’effettiva efficacia delle norme d’incentivazione in via di elaborazione dal Governo
A luglio in Italia sono state immatricolate 113.777 autovetture con una crescita del 5,02% sullo stesso mese del 2013. Il consuntivo dei primi sette mesi dell’anno chiude con 871.334 immatricolazioni con un incremento del 3,65%.
La crescita di luglio è coerente con l’andamento dei primi sei mesi del 2014 che, dopo l’inversione di tendenza di dicembre, hanno fatto registrare una serie di incrementi ad una cifra, salvo che in maggio in cui le vendite hanno accusato un modesto calo (-3,83%).
Dopo una caduta sui livelli ante-crisi, che nel 2013 ha toccato il 47,7% il mercato italiano dell’auto sembra quindi destinato a stabilizzarsi leggermente al di sopra del livello dello scorso anno, mentre negli altri mercati della fascia meridionale dell’Eurozona, fortemente penalizzati (come il mercato italiano) dalle politiche di austerity, è in atto un recupero molto più robusto. A fine giugno il mercato greco cresce infatti del 23,4%, quello portoghese del 37,7% e quello spagnolo (grazie anche a un piano di incentivi) del 17,8%.
«D’altra parte, l’andamento sostanzialmente piatto del mercato automobilistico italiano è coerente con la situazione di stagnazione in cui è entrata l’economia italiana. Uno stimolo per favorire un rafforzamento del recupero in atto ed avere così tassi di crescita a due cifre anche in Italia potrebbe venire dal programma di agevolazioni fiscali annunciato martedì scorso dal Ministro Lupi, a patto, tuttavia, che all’annuncio segua in tempi rapidissimi un provvedimento immediatamente esecutivo. Se così non fosse si potrebbe avere un impatto fortemente negativo sul mercato in quanto l’attesa delle agevolazioni annunciate potrebbe far rinviare anche decisioni di acquisto già mature. Ovviamente – sottolinea il Centro Studi Promotor – è anche necessario che le agevolazioni fiscali annunciate abbiano un contenuto economico tale da stimolare la domanda».
La prospettiva adombrata dal ministro Lupi viene perà vista con cautela dagli operatori del mercato dell’auto. Dall’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor emerge infatti che la quota dei concessionari che prevedono a tre-quattro mesi domanda stabile o in aumento in luglio è salita in misura non significativa rispetto a giugno passando dal 60% al 62%. D’altra parte, dalla stessa fonte emerge che la modesta crescita delle immatricolazioni in luglio è dovuta in larga misura alla raccolta ordini dei mesi precedenti, mentre per il mese di luglio ben il 76% dei concessionari dichiara un livello di acquisizione di ordini basso e il 73% dichiara anche una bassa affluenza di visitatori nelle show room. Sulla base di queste indicazioni il Centro Studi Promotor ritiene «possibile che, in mancanza delle agevolazioni fiscali annunciate, è possibile che il mercato italiano abbia difficoltà nei prossimi mesi a mantenere anche il modesto tasso di recupero della prima parte del 2014. Il Centro Studi Promotor ritiene comunque di confermare la sua previsione di 1.350.000 immatricolazioni nell’intero 2014, con un incremento sul 2013 che potrebbe essere quindi del 3,5% e quindi decisamente inferiore ai tassi di crescita del 2014 dei paesi dell’Eurozona più fortemente colpiti dalla crisi dell’economia e dell’auto degli ultimi anni».
Qualche luce ma ancora molte ombre: secondo Roberto Vavassori, presidente di Anfia, il mercato italiano dell’auto «è ancora strutturalmente debole e lontano dal ritorno ai livelli fisiologici. Soltanto riportando la deducibilità del costo di acquisto e di utilizzo ai livelli vigenti nel resto d’Europa, – sottolinea – si potrà portarne la quota di mercato ai livelli degli altri quattro maggiori Paesi europei, che si collocano tra il 43% e il 62% nel 2013, contro una quota italiana del 36%». Per invertire la rotta, prosegue Vavassori, «occorre lavorare seriamente a una riforma della fiscalità dell’auto, basata su urgenti interventi strutturali di progressiva riduzione del prelievo fiscale».
Secondo Federauto, l’associazione dei concessionari italiani, il modestissimo aumento del mercato auto, esprime volumi critici, molto simili agli anni ’70. «Per parlare di ripresa occorrerebbe un incremento costante a doppia cifra, ipotesi che, in mancanza dei giusti e calibrati interventi del Governo, per anni sarà irrealizzabile. In questo contesto, il primo danneggiato – sottolinea il presidnete Filippo Pavan Bernacchi – è lo Stato stesso che sta introitando dal nostro settore 3 miliardi di euro in meno all’anno tra Iva, bollo, IPT e tasse varie, essendo nel contempo costretto a investire centinaia di milioni di euro in ammortizzatori sociali. Il tutto mentre peggiora la sicurezza stradale e aumenta l’inquinamento. Un circolo vizioso assolutamente da spezzare».
Pavan Bernacchi commenta le indiscrezioni apparse sui media rispetto a un eventuale intervento pubblico per sostenere la domanda: «in merito a quanto ipotizzato dal ministro Lupi, riteniamo perfetta la detraibilità per le Partite Iva perché aiuterebbe le aziende a rinnovare i propri parchi. Ma i privati, le famiglie, hanno bisogno di uno strumento diverso che abbatta il costo degli autoveicoli in un’unica soluzione. La nostra proposta per questi utenti è un’aliquota Iva agevolata. Senz’altro immediata, facile, comprensibile, che ha come vantaggio quello di abbattere il prezzo dei beni alle famiglie, in forte crisi di liquidità. Mentre vediamo molto bene la detraibilità per le riparazioni e manutenzioni di officina. Tutti gli operatori, e mi riferisco in particolare agli indipendenti, sarebbero costretti a emettere sempre il documento fiscale e il sommerso verrebbe alla luce eliminando, nel contempo, la concorrenza sleale verso chi lavora rispettando le regole».