Friuli Venezia Giulia, varato il programma triennale di sostegno all’apicoltura

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apicoltura difesa delle api
apicoltura ape su fiore impollinazioneBolzonello: «la Varroa nel 2014 ha evidenziato recrudescenza»

La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta del vicepresidente e assessore alle risorse agricole Sergio Bolzonello, ha approvato il programma triennale per l’apicoltura 2014-2016.

L’obiettivo del programma, che verrà attuato dai consorzi apistici provinciali, è favorire lo sviluppo qualitativo e quantitativo del settore, ritenuto indispensabile per l’economia agricola regionale e per la salute dell’intero ecosistema. Nel 2013 hanno operato in Friuli Venezia Giulia 1.328 apicoltori che hanno denunciato il possesso complessivo di 31.271 alveari (in aumento del 12% rispetto al 2011) in circa 1.900 apiari. I dati raccolti dal Laboratorio apistico regionale (LAR) però danno conto di un bilancio 2014 tutt’altro che positivo, con una recrudescenza della varroasi, una delle più nefaste patologie che colpiscono le api, dovuta ad un aumento dei fenomeni di resistenza ai presidi sanitari autorizzati in uso per la lotta all’acaro.

«La situazione meteorologica di fine inverno, caratterizzata da condizioni particolarmente miti, ha favorito – si legge in un comunicato LAR – una ripresa precoce dell’allevamento di covata e conseguentemente della riproduzione della Varroa. Così, nell’apiario sperimentale del LAR, e verosimilmente in molti altri apiari della regione, sono state registrate infestazioni superiori alla media. Ciò ha determinato una produzione di miele da parte delle colonie che è risultata significativamente inferiore alla norma».

Il Programma stanzia un importo complessivo di 476.890 euro per fornire, attraverso gli esperti apistici, un servizio di assistenza tecnica specializzata agli apicoltori; per attuare un unico piano di profilassi e risanamento al fine di migliorare il livello sanitario delle colonie di api e per ostacolare i fenomeni di spopolamento delle famiglie di api; per razionalizzare la pratica della “transumanza”, ovvero lo spostamento degli alveari per inseguire le fioriture nel corso della stagione primaverile-estiva; per procedere all’affidamento di analisi di laboratorio sul miele a garanzia dei consumatori.