Ora scatta la partecipazione da parte dei cittadini e organizzazioni sociali che possono proporre modifiche prima dell’adozione definitiva
La giunta provinciale di Trento ha approvato le linee guida del Programma di sviluppo provinciale-Psp, il documento programmatico fondamentale per la quindicesima legislatura. Rispetto al passato, la procedura di formazione del Programma è stata modificata, introducendo nuove modalità di partecipazione e di consultazione rivolte alle istituzioni locali, alle parti economico-sociali, alle organizzazioni professionali, alle associazioni, ai cittadini.
L’iter prevede, dopo il passaggio in giunta, l’adozione di linee guida che rappresentano la base su cui costruire il nuovo Psp, nel quale saranno declinate e specificate le azioni strategiche da attivare nella legislatura. Con la pubblicazione delle linee guida sul sito della Provincia si apre una fase partecipativa in cui potranno essere inviate osservazioni e proposte, attraverso il web, da parte di tutti i soggetti interessati.
Per dare maggior valore alla partecipazione, la Giunta ha stabilito di ampliare di circa due settimane la durata della fase di consultazione pubblica, rispetto ai trenta giorni stabiliti per legge, fissando al prossimo 15 settembre la scadenza per la presentazione delle osservazioni e proposte sulle linee guida.
La proposta di Psp che ne scaturirà sarà quindi trasmessa al Consiglio provinciale e al Consiglio delle Autonomie, per poi approdare all’approvazione definitiva da parte della Giunta.
Il punto di partenza delle linee guida è dato dalla difficile situazione economica del Paese, che si ripercuote anche sul Trentino, cui si aggiunge la dinamica regressiva delle risorse pubbliche provinciali, anche per il venir meno dei gettiti arretrati di tributi erariali, con una previsione, per i prossimi anni di legislatura, di un calo del bilancio provinciale medio annuo del 10%. Il Psp deve tenere contro inoltre del cambiamenti in corso a livello istituzionale, fra cui la revisione del Titolo V della Costituzione, le previste modifiche nel rapporto Stato-Provincia autonoma, le riforme nel campo del lavoro e sul versante fiscale.
I punti di forza del Trentino rimangono un elevato livello di benessere economico, con un Pil pro capite superiore alla media italiana ed europea, un sistema economico-produttivo che presenta comparti e nicchie competitive e di qualità, i consolidati investimenti in ricerca e sviluppo (con le relative eccellenze rappresentate dai nostri attori della ricerca e della nostra università), gli elevati livelli di risparmio, una buona scolarizzazione, un buon livello di occupazione, una buona coesione sociale, una povertà contenuta, un sistema di welfare allineato alle politiche più avanzate sul piano europeo. I punti di debolezza sono, fra gli altri, una lenta dinamica della produttività, una ancora limitata internazionalizzazione del sistema produttivo, una dimensione media delle aziende molto piccola, una ancora forte dipendenza delle imprese private dalle commesse pubbliche, una scarsa incidenza degli occupati nei settori produttivi più innovativi, e naturalmente, come abbiamo già detto, una progressiva diminuzione delle risorse a disposizione della Provincia autonoma.
A fronte di ciò, le linee guida del Psp si propongono di avviare un graduale processo di cambiamento verso un modello economico e sociale più equilibrato e dinamico, cosa che necessita del contributo di tutte le forze attive sul territorio, pubbliche o private che siano. Le parole chiave sono da un lato “autonomia e responsabilità” e dall’altro “lavoro e cittadinanza sociale”. L’autonomia è il motore dello sviluppo territoriale e la comunità locale è responsabile delle risorse che essa genera. Il lavoro – e in particolare il lavoro di qualità – è a sua volta il fattore centrale per la creazione di opportunità di vita e di realizzazione per i cittadini, e accresce il senso di appartenenza alla comunità.
L’idea centrale che attraversa tutto il Psp è quella dell’innovazione come motore di sviluppo e di lavoro. Innovazione che, grazie alle competenze conferite al Trentino dall’Autonomia, è intesa come un concetto pervasivo: innovazione tecnologica, quindi, ma anche organizzativa e gestionale, ed innovazione sul piano sociale, avendo come fine principale la coesione.