40 milioni di prescrizioni saranno solo digitali. Coletto: «in questo modo risparmieremo 3,2 milioni di euro all’anno»
Dal 1 settembre i cittadini che richiederanno una prescrizione farmaceutica al proprio medico di medicina generale riceveranno un promemoria stampato su carta bianca con il quale potranno recarsi in farmacia e ritirare il farmaco prescritto.
Scompare così la ricetta rossa farmaceutica che, grazie al percorso di dematerializzazione delle prescrizioni realizzato in seno al progetto “Fascicolo Sanitario Elettronico” regionale, non ha più ragione di esistere. Si completa in questo modo la seconda fase di digitalizzazione del processo di produzione ed erogazione delle ricette realizzato grazie ad un collegamento telematico tra medici, azienda sociosanitaria di riferimento, farmacie, regione e Ministero dell’economia. Un sistema che, in linea con le norme regionali e nazionali in materia, offre soprattutto un’occasione per migliorare il servizio direttamente al cittadino. Arsenàl.it, consorzio per la sanità digitale di tutte le Ulss e aziende ospedaliere del Veneto, che coordina l’iniziativa nell’ambito del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, ha calcolato che grazie alla ricetta dematerializzata il sistema sanitario regionale risparmierà ogni anno 3.244.901 euro. Tutto ciò è possibile grazie alla messa in rete dei medici di medicina generale (3.332) e dei pediatri di libera scelta (580): oggi il 98% dei medici risulta collegato in rete ed inviante la ricetta dematerializzata.
«Siamo di fronte ad un pietra miliare – sottolinea l’assessore alla sanità veneta Luca Coletto – di un cammino di informatizzazione iniziato solo 4 anni fa, quando tutto era ancora a livello pionieristico e sparso a macchia di leopardo. Abbiamo investito in termini economici e di professionalità giovani e moderne come quelle espresse da Arsenàl.it ed ora iniziamo a raccogliere i frutti: cospicui risparmi di spesa, cioè soldi che rimangono nelle tasche della gente, agevolazioni e sburocratizzazione per gli utenti, miglioramento dell’operatività delle strutture sanitarie in termini di tempi ed efficienza. A più riprese – aggiunge Coletto – il Governo nazionale, Ministri, esperti di “spending review”, hanno indicato nell’informatizzazione una delle risposte più incisive per migliorare la spesa e i servizi. Oggi con orgoglio dico loro: il Veneto c’è!»
A fronte del grande impegno dei medici e delle farmacie per aggiornare i propri sistemi informativi, la novità che andrà a regime il primo settembre non implica cambiamenti particolari per il cittadino che, al posto della ricetta rossa farmaceutica, riceve un promemoria bianco contenente due codici: il numero di ricetta elettronica ed il codice fiscale dell’assistito. Con questo può recarsi alla farmacia preferita e ricevere il farmaco prescritto dal proprio medico.
La dematerializzazione sarà successivamente estesa alle prescrizioni specialistiche erogate dai medici delle aziende. Il processo di digitalizzazione sarà chiuso completamente dal 2015 quando la ricetta rossa scomparirà del tutto e al cittadino basterà recarsi in farmacia con la propria tessera sanitaria per ricevere il farmaco prescritto. Tutto questo garantisce agli assistiti del sistema sanitario veneto maggiore sicurezza, tempi più rapidi nell’erogazione dei servizi e contenimento della spesa sanitaria. In Veneto vengono prodotte circa 60 milioni di prescrizioni, delle quali 40 milioni di farmaceutiche e 20 milioni di specialistiche. I risparmi derivanti dalla dematerializzazione della ricetta rossa sono stati calcolati in 3.244.901 euro ogni anno (tenendo conto del costo-opportunità del personale delle aziende, del costo delle ricette e del costo dei servizi di gestione della ricetta cartacea) per il sistema sanitario regionale veneto.