Al via a Folgaria la mostra “A colpi di matita: la Grande Guerra nella caricatura”

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guerra di matita il mulo 1Per le celebrazioni del centenario della I Guerra Mondiale viaggio tra le riviste e giornali umoristici dell’epoca

Sabato 19 luglio alle ore 18.00, presso Maso Spilzi a Folgaria (TN), sarà inaugurata la mostra dedicata alla guerra combattuta non al fronte, ma sulle pagine delle riviste e dei giornali umoristici, attraverso l’abilità e la vena creativa di alcuni caricaturisti, molti dei quali di straordinaria levatura, nell’ambito della mostra allestita dal Museo Storico di Trento “A colpi di matita: la Grande Guerra nella caricatura”. La mostra sarà visitabile fino al 7 settembre 2014.

Dalla seconda metà dell’Ottocento, le riviste illustrate diventarono altrettante palestre nelle quali artisti, disegnatori e grafici si allenarono all’uso di nuove modalità comunicative. Tali riviste, veri e propri organi informativi, costituirono un’esperienza di grande rilevanza diffusa in tutta Europa. Prima ancora del massiccio ricorso alla fotografia era la forma grafica a proporre rappresentazioni, raffigurazioni e interpretazioni di eventi di cronaca che spaziavano dalla cultura al costume, dalla politica al tempo libero.

La mostra “A colpi di matita”, costruita sulla base di una ricca collezione privata, vuole proporre un percorso attraverso la storia delle più importanti riviste illustrate europee di satira politica e dei suoi collaboratori, spesso firme assai celebri. Lo fa approfondendo, in particolare, il tema del conflitto, della guerra, del combattente, genericamente intesi, interpretati e raffigurati durante la Grande Guerra, quando ciò che esisterà non avrà più nulla a che fare con il passato e che forse, proprio nel lavoro di alcuni artisti, trovò una tragica profetizzazione. La mostra vuol essere un viaggio in compagnia di questi «protagonisti» altri che seppero raccontare con l’impietosa tecnica della caricatura quanto stava consumandosi attorno a loro. A tutti questi va riconosciuto il coraggio di aver saputo puntare l’indice, anzi la matita, contro coloro che stavano decidendo non solo della vita delle generazioni in guerra, ma dei destini futuri del mondo intero.

Secondo quanto scrive nel 1968 in “Caricatura in grigioverde” nel 1968 Enrico Gianieri, «non appena si fiuta nell’aria tanfo di guerra, lezzo di cadaveri, puzzo di botte, le matite dei caricaturisti si ritengono automaticamente mobilitate. La Caricatura, infatti, è arma di prima linea, il più importante dei grossi calibri della propaganda in caso di conflitto. Il sistema più efficace per suggestionare, lavare e imbottire i crani, in quanto evita persino la fatica di leggere. Basta guardare».