Crisi del settore risicolo, manifestazione Coldiretti in regione a Venezia

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ZAIA CON RISO BUONO E COLDIRETTI VENETO 1Zaia: «piena adesione alle rimostranze degli agricoltori». Solidarietà ai manifestanti da Ciambetti e Manzato

Coldiretti Veneto guidata dal direttore regionale Pietro Piccioni, nell’ambito di un’iniziativa nazionale, ha protestato contro il massiccio ingresso di riso asiatico (quello cambogiano ha avuto un aumento di importazioni del 360% nel 2014 grazie all’azzeramento dei dazi all’importazione in Europa) nel mercato italiano.

In questa situazione, secondo Coldiretti, si sono anche moltiplicati i pericoli per la salute, tanto che il sistema rapido di allerta europeo ha effettuato quasi una notifica alla settimana per riso e derivati provenienti dall’Asia con presenza di pesticidi non autorizzati e assenza di certificazioni sanitarie.

Immediata la solidarietà agli agricoltori veneti (la regione è uno dei poli produttivi risicoli italiani ed europei di maggiore importanza) da parte dei vertici della Regione. Gli assessori al bilancio, Roberto Ciambetti e all’agricoltura, Franco Manzato, hanno portato la solidarietà della Regione del Veneto ai rappresentanti della Coldiretti, giunti stamane a Palazzo Balbi a Venezia per presentare la grave situazione del settore risicolo di qualità italiano. «Abbiamo preso l’impegno di portare al tavolo della Conferenza delle Regioni – ha detto Ciambetti – le problematiche della filiera risicola italiana, affinché la stessa Conferenza sostenga la protesta e le rivendicazioni dei nostri produttori facendo le opportune pressioni sul governo nazionale». «La coltivazione del riso fa parte della nostra storia e del nostro paesaggio veneto – ha sottolineato Manzato –. Difendere la produzione locale significa non solo tutelare un comparto produttivo di qualità, ma anche salvaguardare il territorio e proteggere il consumatore».

Secondo Ciambetti «bisogna difendere il prodotto locale dal dumping asiatico. Nessuno vuole impedire alle economie dell’Asia di affacciarsi nel mercato proponendo prodotti alternativi a prezzi concorrenziali: la logica della globalizzazione impone questa sfida. Ma ogni sfida prevede anche il rispetto delle regole e una serie di tutele, perché nessuna economia può accettare qualsivoglia forma di dumping, sia esso sociale, ambientale, commerciale. Non da ultimo, poi, dico che quando il contenimento dei costi produttivi si fa esasperato si rischia di immettere nel mercato prodotti scadenti, dei quali sappiamo ben poco».

Manzato ha puntato l’attenzione sui problemi di ordine sanitario: «troppa chimica in campo significa anche danni alla salute del consumatore. Riso low cost ma anche low quality, cheapness: in che condizioni sono costretti a lavorare gli agricoltori nelle risaie orientali? Quali pesticidi vengono adoperati? Basterebbe questo per condividere e sostenere le richieste dei produttori di riso della pianura padano veneta che operano, invece, con vincoli particolarmente rigorosi».

«Aderisco con tutta la forza e la convinzione possibili alla protesta della Coldiretti contro l’ennesimo attentato alla tipicità dei prodotti agricoli, in questo caso il riso, e contro la scellerata libera circolazione addirittura senza dazio, di produzioni asiatiche prive di qualsiasi tracciabilità, che rappresentano un grave problema di qualità e anche, lasciatemelo dire, dal punto di vista della salute» ha detto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, secondo il quale questo «è un problema serio da affrontare con serietà e celerità, sia a livello comunitario che nazionale e non sarebbe male che si usassero le forze dell’ordine più per cacciare queste porcherie che arrivano da fuori che per rincorrere pensionati che lavorano nei vigneti».

Per il governatore veneto «il semestre italiano di presidenza europea deve adoperarsi con urgenza perché Bruxelles attivi la clausola di salvaguardia che ogni Stato può chiedere in questi casi, pena il perpetuarsi di una concorrenza spregiudicata a tutto scapito del “Made in Italy” e delle migliaia di agricoltori che coltivano riso buono e di qualità tracciata, etichettata e garantita, come nel caso delle 120 aziende venete che gestiscono 3.000 ettari di risaie e contribuiscono in qualità e in quantità alla produzione nazionale».