Icann, via libera a nuovi domini internet tra le proteste dei settori alimentari italiani

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presidente federdoc Riccardo-Ricci-Curbastro 1L’assegnazione dei suffissi “vino” e “cibo”. Ricci Curbastro: «rischio gravissimo». Zaia: «difendere la tipicità locale!

L’Icann, l’organizzazione americana che gestisce l’assegnazione dei domini internet, ha reso disponibili nuovi suffissi, tra i quali le denominazioni “vino” e “cibo”, scatenando con ciò una partita che vede in gioco interessi enormi e non solo dal punto di vista economico ma anche politico, culturale, storico e, non ultimo, quello essenziale della salvaguardia della salute dei consumatori di tutto il mondo.

Immediata la presa di posizione di Federdoc, per il tramite del presidente Riccardo Ricci Curbastro: «l’Unione Europea, in prima linea nella lotta per la salvaguardia dei prodotti a Indicazione Geografica da tempo pressa l’ICANN affinché venga trovata una soluzione che impedisca un uso improprio di domini “.wine” e “.vin”. Questo per salvaguardare non solo chi produce, ma anche e soprattutto i consumatori. Ma certo il fatto che recentemente l’ICANN abbia assegnato a un’azienda privata il dominio generico “.pizza” non è un segnale incoraggiante».

Positivo invece l’atteggiamento delle massime cariche europee, unite in un blocco unico nel tentativo di garantire un’adeguata protezione alle Indicazioni Geografiche che rappresentano il livello più alto della piramide qualitativa agroalimentare. Dal presidente del Parlamento Europeo Schulz al commissario per l’Agricoltura Dacian Ciolos, fino a tutti i rappresentanti dei diversi paesi, non è mancato appoggio e sostegno a quella che a tutti gli effetti appare come una guerra che, comunque vada a finire, determinerà per molti versi il destino dell’intero sistema “wine” e “food” per il prossimo futuro. Incoraggia in tal senso anche la posizione dell’Italia, paese leader nel settore delle Indicazioni Geografiche, che a pochi giorni dall’assunzione della presidenza UE ha dichiarato che la gestione di internet sarà uno dei punti principali del proprio programma.

«L’errore da non commettere – sottolinea Ricci Curbastro – è quello di considerare il tema della concessione dei suffissi “.wine” e “.vin” un argomento prettamente tecnico, legato a interessi di un singolo settore produttivo, quello vitivinicolo. In realtà si tratta di un problema che investe il nostro futuro, basti pensare che è già in discussione il fatto di poter lasciare a soggetti terzi l’utilizzo di domini come “.roma” o “.venezia” con la conseguente e dolorosissima perdita di fette di patrimonio culturale, storico, umano. Per questo ci auguriamo che tutti gli Italiani vogliano far sentire il peso del loro dissenso su una questione, voglio ribadirlo, che tocca tutti».

Preoccupazione viene espressa in tema anche dal governatore del veneto, Luca Zaia: «il rischio è che si sia di fronte ad una nuova stagione di truffe ai danni dei consumatori, un’occasione d’oro per chi smercia prodotti non originali e aggira le norme di tutela d’origine. Stati e organizzazioni internazionali debbono impedire che quel potentissimo strumento di comunicazione e di vendita che è la Rete, già oggi pieno di insidie per utenti e acquirenti, possa offrire ulteriori opportunità a gente senza scrupoli per arricchirsi ai danni sia di chi produce sia di chi consuma».

In una recente riunione a Pechino, il GAC, Comitato consultivo governativo dell’ICANN di cui fanno parte i governi europei, la Commissione UE e molti paesi terzi, ha espresso riserve sui quattro dossier riguardanti il vino, ottenendo che la questione fosse rimandata a luglio e che fossero maggiormente valutate le problematiche collegate. La decisione è il frutto della mobilitazione di alcuni Paesi produttori tra cui l’Italia ma anche della Commissione UE.