Una sarchiatrice per eliminare l’impiego del 97% degli erbicidi in agricoltura

0
1504
sarchiatrice in azione 1
sarchiatrice in azione 1Condifesa Treviso investe sull’innovazione tecnologica e meccanica con un’apparecchiatura a guida satellitare capace di ridurre da 6 kg a 200 grammi per ettaro l’impiego della chimica

È partita dal Condifesa Treviso l’idea che potrebbe rivoluzionare le pratiche di diserbo nella coltivazione dei seminativi, con possibili applicazioni anche nell’agricoltura biologica.

Nasce dall’esperienza sul campo e da un attento lavoro di monitoraggio, l’idea del tecnico Oddino Bin di realizzare e sperimentare un prototipo di sarchiatrice a 8 file capace di lavorare il terreno abbattendo drasticamente l’utilizzo della chimica nella gestione delle malerbe.

Non si tratta di un progetto in solitaria, ma di un grande risultato raggiunto grazie ad una rete di collaborazioni che ha visto impegnati oltre al Condifesa Treviso guidato dal presidente Valerio Nadal, Veneto Agricoltura con Lorenzo Furlan dirigente del settore ricerca agraria, Il CNR con Maurizio Sattin, il Prof. Luigi Sartori associato TESAF dell’Università di Padova e le aziende Maschio Gaspardo, John Deere, Sergio Bassan, Barbaran Servizi, Dema di Mason Sergio & C per la preparazione del prototipo e le società agricole Stalla Sociale di Monastier e Case Levi di Zenson di Piave opinion leader nel settore, che hanno messo a disposizione 20ha di superficie coltivata a mais per la sperimentazione.

La chiave di volta del progetto è racchiusa nelle infinite possibilità che la tecnologia può oggi offrire all’agricoltura: la sperimentazione è partita dall’agricoltura di precisione, allestendo la sarchiatrice con un sistema di guida satellitare GPS/RTK con cui si è lavorato il terreno fin dalla semina, avvenuta il 20 e il 30 marzo scorsi, mappando l’intera superficie.

Quindi gli interventi di sarchiatura e diserbo localizzato sono stati effettuati nei giorni 13 e 14 maggio dove era stata rilevata una forte presenza di malerbe in particolate a foglia larga e graminacee. Al contrario della tecnica tradizionale, non sono stati utilizzati 6 kg di erbicida (4 kg in pre-emergenza e 2 kg in post-emergenza) ma solo 200 g abbattendo così del 97% l’utilizzo di prodotti chimici sul campo. La sarchiatrice ha potuto lavorare oltre 4 ettari/ora ad una velocità di 8 km/h diserbando una fascia di 7-8 cm dalla pianta, solo tra pianta e pianta è stato irrorato l’erbicida grazie ad un nuovo sistema di ugelli incrociati che colpiscono la pianta lateralmente con un minore utilizzo di prodotto.

Nell’ipotesi di applicazione di questo sistema sull’agricoltura biologica, grazie alla lavorazione meccanica di precisione ottenuta con l’impiego delle più moderne tecnologie, è possibile immaginare la diffusione della pratica biologica anche su grandi estensioni di terreno, accettando il possibile sviluppo di infestanti su una superficie del 10% sul totale di quella coltivata.

Perché dunque ricorrere alla chimica laddove è possibile arrivare con una “zappa elettronica”? Con questa sperimentazione l’innovazione tecnologica e la meccanica battono la chimica.