L’aglio bianco polesano Dop arriva sulle tavole del Quirinale

0
528
aglio polesano dop 1
aglio polesano dop 1Salvan: “soddisfazione per un prodotto che attraversa mercati in difficoltà”

L’aglio bianco polesano Dop è l’aglio del Quirinale. E’ stato scelto dallo chef Fabrizio Boca, capo cucina del segretariato generale della presidenza della Repubblica, per condire i piatti ufficiali ed ufficiosi delle presidenziali stanze.

«Abbiamo rinnovato il contratto di fornitura e pare che il nostro prodotto sia molto gradito al Quirinale» dice Claudio Salvan, presidente della coop Il Polesine, la maggiore produttrice di aglio bianco polesano Dop, associata a Coldiretti, coi suoi venti associati per 1.500 quintali annui di prodotto certificato.

«Siamo stati contattati l’anno scorso – racconta Salvan – . Prima abbiamo inviato il prodotto per l’assaggio, poi è cominciata una modesta fornitura ed ora, pare che il prodotto vada bene, perché ci hanno rinnovato il contratto: facciamo 3-4 consegne l’anno con carichi di una ventina di chili per volta di trecce da mezzo chilo l’una. Lo chef Boca, che si occupa degli acquisti personalmente, preferisce trecce piccole, che sono più facilmente gestibili».

L’aglio polesano sale al rango istituzionale. Voci dalle cucine romane dicono che al Quirinale si tende a preferire i prodotti tipici, provenienti da vari territori e province italiane, che vengono privilegiati per un “senso di appartenenza” e valorizzazione del “Made in Italy”.

«Per noi questa scelta è un grande orgoglio e soddisfazione – dice Salvan – . Per un prodotto che, dal punto di vista dei mercati, non se la passa benissimo. Stiamo uscendo da una campagna con mercati pesanti, in cui il prodotto secco a marchio Dop è l’unico che ci salva e può dare ricavi anche discreti ai produttori, superiori del 20-25%: se l’aglio in generale può andare su 1,50 euro al chilo, l’aglio Dop si arriva a 1,90 al chilo. Ora si è aperta la raccolta e vendita dell’aglio fresco che ha costi di gestione superiori all’aglio essiccato e modalità diverse: si vende alla produzione intorno a 1,60 euro, prezzo inferiore ai costi di produzione».

Questa situazione di stagnazione dei mercati rischia di essere aggravata nel prossimo futuro, poiché la commissione europea ha già proposto l’aumento di 12.375 tonnellate del contingente di aglio proveniente dalla Cina, il maggior produttore mondiale. Una decisione motivata dall’aumento della popolazione comunitaria con l’ingresso di Romania e Bulgaria nella Ue, prevista dagli accordi Gatt.

Ci si augura che almeno il presidente Napolitano continui a tenere alta la bandiera del “Made Italy” e a preferire l’aglio bianco polesano Dop.