Nel 2013 PM 10 in calo su tutto il territorio regionale
Nel 2013, per la prima volta da quando esistono i monitoraggi, il limite di legge della media annuale per il PM10 è stato rispettato su tutto il territorio regionale. Il dato è stato reso noto dall’Osservatorio aria dell’ARPAV in occasione del periodico incontro a Venezia del Comitato di indirizzo e sorveglianza composto dalle province, comuni capoluogo, direzioni ambiente e prevenzione della Regione.
«Nonostante gli sforamenti dei limiti di legge, per il PM 10 negli ultimi dieci anni si è osservato un trend in diminuzione, segno che le azioni intraprese hanno avuto effetto – sottolinea l’assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte – e il dato positivo relativo al 2013 nel suo complesso lo conferma. Di questo si tiene conto anche nel nuovo Piano di tutela e risanamento dell’atmosfera, giunto al termine della fase della consultazione pubblica e della procedura di Valutazione ambientale strategica».
Conte aggiunge che la rete regionale di sorveglianza alle polveri sottili PM10, alle polveri fini PM2,5 e all’ozono, da qualche anno si sono aggiunti altri “osservati speciali” come il benzo(a)pirene generato dalla combustione di biomasse, vale a dire legna e pellet. Dai dati ARPAV emerge che le medie di benzo(a)pirene nel 2013 sono pari o superano il valore obiettivo annuale di 1 nanogrammo al metro cubo in buona parte delle stazioni di rilevamento ad esclusione di quelle delle province di Rovigo e Verona, con un picco di 2,3 nanogrammi nell’area feltrina (BL). «E’ l’inquinante della crisi – fa rilevare Conte – e lo si sta registrando in tutte le realtà del bacino padano. Pellet e legna costano meno del metano ma l’incremento della loro utilizzazione va a scapito della qualità dell’aria che respiriamo». Proprio per promuovere il corretto uso dei biocombustibili legnosi a scala domestica attraverso campagne informative e contribuire a contenere l’impatto ambientale dovuto all’utilizzo delle biomasse la Regione ha appena approvato uno specifico Protocollo d’intesa con l’Associazione Italiana Energie Agroforestali – AIEL.
In generale, per la qualità dell’aria resta fondamentale l’accordo intergovernativo firmato dalle regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna; Val d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trento) e dai ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico, dei Trasporti. L’accordo prevede misure specifiche, alcune delle quali prioritarie e di breve termine, con l’assegnazione di risorse specifiche per la qualità dell’aria nel bacino padano e il riconoscimento della sua specificità al fine di una sua corretta e matura rappresentazione in sede europea allo scopo di ottenere un contributo straordinario in termini di risorse per interventi infrastrutturali nei diversi settori emissivi che vanno dal riscaldamento, ai trasporti, al settore energetico e all’agricoltura.
Sempre in tema di tutela ambientale dell’aria, la giunta regionale ha riadottato il Piano di tutela e risanamento dell’atmosfera, al termine della fase della consultazione pubblica e della procedura di Valutazione ambientale strategica, che sarà ora trasmesso al Consiglio regionale per l’approvazione definitiva dopo dieci anni di lavoro e di confronto con le amministrazioni provinciali e comunali (il piano ora in vigore risale al 2002). Nella proposta trasmessa al consiglio sono state accolte le osservazioni presentate e ritenute pertinenti.
Il Veneto si trova in una posizione sfavorevole – anche dal punto di vista meteoclimatico – alla dispersione degli inquinamenti atmosferici. Ciò nonostante, per le polveri sottoili PM10 negli ultimi dieci anni si è osservato un trend in diminuzione e nel 2013, per la prima volta da quando esistono i monitoraggi, il limite di legge (40 microgrammi per metro cubo d’aria) della media annuale è stato rispettato su tutto il territorio regionale, segno che le azioni intraprese hanno avuto effetto – sottolinea l’assessore.