Incontro a Trento tra Maroni, Rossi e Kompatscher: «autonomia speciale per tutti»

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pat maroni rossi kompatscher 2 1Le regioni che funzionano sono un vantaggio per tutti. Sbagliato ridurre le competenze per chi ha dimostrato di lavorare bene

Incontro a tre a Trento tra i presidenti della regione Lombardia (Roberto Maroni) e delle province autonome di Trento (Ugo Rossi) e di Bolzano (Arno Kompatscher) per discutere il dafarsi dinanzi alla proposta di riforma costituzionale avanzata dal governo Renzi circa l’assetto dei rapporti tra stato ed autonomie locali dopo l’esperienza per certi versi fallimentare della riforma del Titolo V della Costituzione fatta dal centrosinistra. Tutti e tre i presidenti si sono detti d’accordo che l’autogoverno delle regioni che sono in grado di farlo è un bene sia per la popolazione che per lo stesso Stato, che può avere servizi e funzioni di qualità svolte a minor costo per le casse pubbliche.

«Premiare le eccellenze conviene a tutti. Diciamo no alla demagogia centralista che cerca di imputare alle Regioni i problemi dei conti dello Stato. Ci sono realtà virtuose che hanno fatto bene: valorizzare questo, conviene prima di tutto ai cittadini, che ricevono servizi di qualità, ma anche allo Stato che, a conti fatti, risparmia». È questo il pensiero di Rossi, Kompatscher e Maroni che di fatto hanno rilanciato la stagione dell’autonomismo e delle specialità «specialità che va estesa anche alle regioni in grado di gestire come la Lombardia e il Veneto» ha chiosato Maroni, il quale cita proprio l’assetto autonomistico delle province di Trento e di Bolzano quale esempio virtuoso da imitare per la Lombardia.

«Le autonomia locali sono un valore – ha detto Ugo Rossi – e qui diciamo che le regioni virtuose esistono, non importa se ordinarie o speciali. Allo Stato conviene affidare a queste realtà che hanno dato buoni risultati una serie di funzioni, perché solo così si può garantire qualità nei servizi ai cittadini, oltretutto facendo risparmiare». Questo concetto è ben riassunto nel libretto “Regioni a geometria variabile” che Rossi ha regalato a Maroni ed il cui principio è stato fatto proprio dal governatore della Lombardia che ha annunciato a breve a Milano un nuovo incontro di approfondimento su questi temi, con invitati eccellenti come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio ed alcuni ministri. «Non mi unisco al coro di chi grida “riduciamo le speciali” – ha aggiunto Maroni – e preferisco dire “a ogni regione la sua Regione”. Le misure a “taglia unica” sono sbagliate. Dobbiamo piuttosto estendere, non ridurre le specialità». Anche se per alcune realtà che hanno dato ampia dimostrazione di non essere in grado di gestire la loro specialità (una su tutte: la regione Sicilia) andrebbe fatto un percorso inverso, passando dall’autonomismo ad un commissariamento statale per risolvere gli annosi nodi di malgoverno e di spreco delle risorse pubbliche che i governi locali non sono mai stati in grado di affrontare.

pat maroni rossi kompatscher 1Arno Kompatscher ha posto l’accento sul “valore aggiunto” insito nel concetto di “regime differenziato”: «se lo Stato ci lascia lavorare nel rispetto delle nostre prerogative potremo contribuire ancora da più al risanamento dei conti del Paese».

L’approfondimento “tecnico” di questo “sentire comune” verterà sui complessi meccanismi che regolano i rapporti finanziari tra Stato e Regioni, con un occhio di riguardo alla proposta del “residuo fiscale” che Trentino Alto Adige ha da tempo consegnato al Governo. «Penso che altre Regioni come la Lombardia – ha commentato Rossi – potrebbero essere interessate», con la conferma diretta dello stesso Maroni che si é detto d’accordo con queste iniziative: «siamo la Regione più penalizzata dal punto vista delle risorse finanziarie. Pur in fondo classifica per spesa pubblica pro capite, siamo stati capaci di costruire un sistema di welfare con tante eccellenze. È la prova che anche spendendo poco di può fare bene. Vorremmo che questo modello fosse esteso a tutte le regioni, perché siamo convinti che scenderebbero tanti costi, come quelli per la sanità, il personale, i trasporti. Del resto è un dato oggettivo che le Regioni hanno ridotto la spesa del 38%, cosa che lo Stato non ha fatto, se non in misura assai blanda».

A margine di un successivo dibattito pubblico dove i tre presidenti si sono confrontati sul ruolo dell’autonomismo, Maroni ha anche anticipato che il suo mandato politico alla guida della regione Lombardia cessa con il 2018: «dopo una serie di esperienze nel parlamento e alla guida della Lombardia, peso che sia giusto tornare a contatto con il mondo del lavoro e della professione. Non intendo fare solo il politico nella mia vita», trovando piena adesione negli altri due presidenti che nelle rispettive leggi elettorali hanno già inserito il tetto di due mandati alla guida delle rispettive province.