Energia, tasse e sussidi “scaldano” la bolletta

0
521
massimo pavin presidente confindustria pd 1
massimo pavin presidente confindustria pd 1Per le imprese aumenti fino al 15-20% negli ultimi anni. Confindustria Padova: «subito un taglio del 30%»

Tra i dossier più scottanti all’esame del governo Renzi ci sono i costi dell’energia e il taglio della bolletta per le Pmi.

In attesa di schiarite sui provvedimenti, non si arresta l’escalation dei costi dell’energia per le imprese, con aumenti fino al 15-20% negli ultimi anni interamente dovuti agli oneri impropri, slegati dalla fornitura elettrica. Una zavorra che allarga il divario con l’Europa, con un differenziale di costi per le imprese nostrane fino al 43%. A lanciare l’allarme è il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin: «nel 2013 il prezzo dell’energia all’ingrosso per la media tensione ha raggiunto i 63 euro per megawattora (MWh), contro i 37,9 della Germania, a cui vanno aggiunti oneri di sistema, accise e imposte che rappresentano in media il 55% sul totale della bolletta. Un livello che affossa ogni speranza di ripresa».

consfindustria padova tabella caro energia con oneri 1Il paradosso è che mentre il prezzo dell’energia all’ingrosso scende (-16,5% nel 2013 al netto di intermediazioni), l’incremento degli oneri impropri s’impenna: è passato dai 17,6 euro/MWh del primo trimestre 2010 ai 56,2 del primo trimestre 2014 per le utenze in media tensione, con un aumento del 218% in appena quattro anni. Solo la componente A3 (incentivi alle rinnovabili) è cresciuta del 273% (+22% nel 2013) e assorbe il 30% della bolletta. «Sono oneri fiscali e parafiscali che non hanno uguali in Europa – insiste Pavin -. Il risultato è che le imprese chiudono». Da qui l’appello al premier Matteo Renzi e al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ad «agire subito, per riallineare le condizioni all’Europa. Bisogna ridurre di almeno il 30% le componenti parafiscali della bolletta per tutte le imprese manifatturiere rimodulando oneri e sussidi».

«Va rivisto il sistema di incentivi alle rinnovabili – precisa il delegato di Confindustria Padova all’energia, Alberto Marenghi – e operata una rimodulazione degli sconti che riduca i costi a tutte le imprese, in particolare le energivore, senza però gravare sulle altre com’è avvenuto con il decreto che ha istituito l’elenco energivori e introdotto da gennaio la componente tariffaria Ae spalmata su tutte le altre imprese. Il taglio degli oneri deve riguardare anche il gas metano».

In attesa che il governo precisi le linee operative, le imprese fronteggiano da sole il caro-energia. Lo conferma il bilancio di esercizio 2013 di Padova Energia, il consorzio di acquisto di Confindustria Padova, che ha conseguito per le 290 aziende aderenti (con 460 stabilimenti serviti) una riduzione media dei costi di generazione dell’energia fra il 9 e l’11%. Dal 2000 ad oggi il risparmio cumulato è di 65,7 milioni di euro. Nel 2013 i consumi totali delle aziende aderenti sono stati di 628 milioni di chilowattora (+0,2%), per un fatturato di 102 milioni (+8%). Per il 2014 Padova Energia ha rinnovato il contratto di fornitura con Edison Energia (consumi superiori al milione di kWh), E.ON. Energia (consumi sotto quella soglia) e Metaenergia solo per le imprese il cui il rinnovo è avvenuto a novembre.

«Sono risultati tra i più performanti nel libero mercato – sottolinea Stefano Griggio, presidente di Padova Energia tra i primi consorzi nati in Italia -. In uno scenario di instabilità politica ed economica abbiamo assicurato alle imprese con consumi superiori al milione di kWh un risparmio medio sulla componente energia dell’11%, pari a 5,2 milioni, che salgono a 6,7 con gli altri gruppi di acquisto, un vantaggio che garantiremo anche nel 2014. È un impegno decisivo in favore delle Pmi, poco strutturate per negoziare su un mercato aggressivo, ma che compensa a malapena gli aumenti tariffari dovuti a una componente fiscale insostenibile. Il consorzio può incidere solo sulle voci di generazione, non sugli oneri impropri. L’obiettivo è estendere i vantaggi al maggior numero di Pmi, in attesa che la politica tagli oneri e accise».