Deregolamentazione per tanti, ma non per tutti

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Ferron Valeria silvia confartigianato estetica
Ferron Valeria silvia confartigianato esteticaSbalchiero: «saune e bagni turchi senza controllo negli hotels? Blitz inaccettabile cui ci opporremo con ogni mezzo»

Torna alla carica il “partito” della deregolamentazione sciocca e selvaggia. Tra i diversi emendamenti approvati nel corso della nona giornata della ‘maratona’ in Consiglio regionale Veneto sulla manovra finanziaria 2014, ne spicca uno in particolare davvero aberrante: “la semplificazione degli adempimenti normativi per le strutture ricettive con saune, bagni turchi e idromassaggi, per le quali non sarà necessaria la presenza di estetiste”.

«Si tratta di un blitz inaccettabile – denuncia Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato Imprese veneto – che chiediamo con forza al presidente Clodovaldo Ruffato di stralciare. Altrimenti faremo ricorso contro un provvedimento che non semplifica ma apre al far west. Siamo sconcertati – prosegue Sbalchiero – sia per il metodo: è la terza volta che “qualcuno” cerca di inserire in provvedimenti regionali che nulla hanno a che vedere con le professioni un emendamento di questo tipo, sia per il merito della questione che cerca di essere camuffata da iniziativa per la semplificazione».  

«L’emendamento in questione – sottolinea Valeria Ferron presidente regionale veneta dell’Estetica di Confartigianato – è per altro assolutamente fuori legge. La professione di estetica è regolamentata dal 1990 dalla legge n. 1, norma a cui si è allegato, con il Decreto del 12 Maggio 2011 n. 110, l’elenco degli apparecchi elettromeccanici per uso estetico, nel quale sono inserite anche saune e bagni di vapore. Il combinato disposto delle due leggi fa si che sia consentito l’utilizzo delle apparecchiature riportate nell’elenco solo in presenza di un estetista. Non è quindi immaginabile che sia permesso alle strutture ricettive di non avere precauzioni di sorta se non un non meglio identificato addetto, di non inviare comunicazione al comune che vigila sull’attività, ne essere sottoposti ad alcuna norma sanitaria. Colpisce – prosegue la presidente – come in un momento di scarsa occupazione, soprattutto giovanile e femminile, e soprattutto in certe aree come quella montana, si voglia escludere la presenza di un operatore professionista in luoghi di lavoro».

Secondo Ferron «è chiaro che chiederemo l’impugnazione. Ed è altrettanto chiaro che chiederemo anche la revoca in toto della dgr 440/2010, una delibera che decide fin nei minimi particolari, dalle piastrelle del bagno alle tende alle finestre cosa può fare l’estetista. Se qualcuno in nome della cosiddetta semplificazione può fare quello che vuole, lo devono poter fare anche le estetiste. Via dunque anche per loro le norme igienico sanitarie, le norme urbanistiche, le scia, via i controlli dei vigili, dei Nas, delle ASL e degli ispettorati vari. E’ evidente che la regione Veneto considera in modo diverso la salute del cittadino a seconda che questi si rechi dall’estetista oppure in una struttura ricettiva. Se il cittadino si reca a fare una sauna dall’estetista deve essere ipertutelato, se va in una struttura ricettiva va tutto bene. La cosa mi sembra leggermente incostituzionale».