Indipendenza del Veneto, il referendum sul web taglia quoto 1 milione di aderenti

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ZAIA IN SALA STAMPA ESTERA CON MAARTEN VAN AALDEREN pres stampa estera 2 1Zaia alla stampa estera: «m’impegno per fare votare la legge pro referendum»

Grande successo per l’autorganizzato referendum sull’indipendenza del Veneto organizzato via internet dai movimenti indipendentisti veneti: le operazioni di voto si concluderanno venerdì alle 18 e dalle 19 ci sarà la proclamazione con l’elezione e l’insediamento dei 10 delegati per l’indipendenza. Il quorum da raggiungere è di circa 1 milione e 800 mila aventi diritto.

Se il consenso sarà «sostanzioso – ha detto Giancarlo Busatto presidente del comitato referendario in corso su plebiscito.eu – lanceremo l’esenzione fiscale totale per i veneti fino alla dichiarazione di Sovranità Veneta, cominceremo in modo fattivo l’esercizio dell’indipendenza della futura Repubblica Veneta. Puntiamo a raggiungere i due milioni di voti per raggiungere l’indipendenza del Veneto in tempi immediati». Il sostegno agli indipendentisti è giunto anche dalla Lega Nord. «Diciamo che la Lega ci sta appoggiando – ha puntualizzato Busatto – dalla base anche perché la dirigenza è un po’ timorosa. Al momento il maggior risalto alla nostra iniziativa è stato dato dalla stampa estera». E, proprio oggi il presidente del Veneto Luca Zaia è stato a Roma per rispondere alle domande della stampa internazionale che ha puntato i riflettori sul referendum veneto. «Sarebbe stato più utile che Zaia avesse parlato a Venezia», ha concluso il presidente del Comitato referendario.

Zaia dinanzi alla stampa estera ha parlato a tutto tondo: «secondo il premier Matteo Renzi le Regioni e le Province sono centri di costo. C’è uno spiccato centralismo a livello di governo. Non capisco perché ad esempio si debba togliere a me la competenza sanitaria, che è in attivo. La vera partita è portare il paese alla virtuosità». Secondo Zaia «se hai quattro Regioni del sud che hanno un buco di cinque miliardi nella sanità, spendono tanto e trasferiscono da noi gli ammalati, qualcosa non funziona. Continuiamo a dire che abbiamo 500.000 dipendenti pubblici in più: non licenziamoli, ma non assumiamone più».

Quanto al rapporto diretto con il governo centrale, Zaia, a margine dell’incontro, ha puntualizzato: «è un rapporto di contenzioso quotidiano, poi mi arrabbio quando agli alluvionati del Veneto servono 500 milioni di euro e si danno 450 milioni al Salva Roma».

A volere l’indipendenza del Veneto è soprattutto il “popolo”. Il movimento che “da decenni” chiede la separazione netta di Venezia e dintorni dal resto d’Italia non nasce “dalle segreterie di partito”, ma dalla società civile, che va “rispettata”. Ecco dunque, che oltre a referendum on line e gazebo, comincia a muoversi anche la macchina istituzionale: «c’è una legge in discussione al Consiglio regionale per l’indizione di un referendum consultivo: ci stiamo impegnando per portarla avanti e votarla e diversi consiglieri trasversali si dicono disponibili ad approvarla» ha detto Zaia dinanzi alla stampa estera parlando di richiesta d’indipendenza “totale” per la sua Regione. Secondo Zaia «ci sono oggettivi problemi di compatibilità con la Costituzione – confessa, andando al nocciolo della questione – ma il diritto internazionale ci dà ragione sul fronte dell’autodeterminazione e sulla possibilità di fare il referendum». Zaia sa che «non sono percorsi facili» e che i tempi non saranno brevi («non sarà indetto prima dell’anno«): «per approvare il progetto di legge – avverte – ci vogliono 31 voti su 60 consiglieri. Immagino che poi il Governo impugnerà la legge, dirà che è incostituzionale, e il Veneto ricorrerà». Ma per una Regione «che paga le tasse e lascia allo Stato 21 miliardi di euro per la quota di solidarietà e sussidiarietà e che non ha i tempi di Roma, rimasta all’antica Roma», il suo Governatore vuole di più. Zaia guarda agli esempi di Scozia e Catalogna. «Il movimento indipendentista del Veneto – assicura – è trasversale, va al di là delle classi sociali». Non è neanche un movimento di destra, sottolinea Zaia, perché ci sono persone “di sinistra” che lo sostengono. «Ci sono tanti sondaggi che girano – dice – è probabile che oltre la metà dei veneti voterebbe sì al referendum. Ci sono due motivazioni: la voglia di uscire dalla crisi e il tema culturale».

Certamente, aggiunge, l’indipendentismo sarà uno degli argomenti da discutere in vista delle amministrative del 2015. Rivolgendosi ai cronisti, Zaia ammette di aver partecipato alla consultazione online di Plebiscito.ue e di aver votato “sì” all’indipendenza della Regione. Ha chiarito che se sarà indetto il referendum consultivo sarà per un’indipendenza “totale” («è un concetto giuridico chiaro»), «altrimenti è autonomia e federalismo».