«Il Veneto paga le tasse e da Roma esige risposte. Indispensabile ritarare lo Stato per non morire di burocrazia»
In Consiglio regionale del Veneto è iniziata la discussione sul bilancio 2014 con la relazione del governatore Luca Zaia che ha puntato dritto sulle tasse che la regione paga allo Stato senza alcun ritorno: «il Veneto paga le tasse e vorrebbe avere delle risposte da Roma.
Ma Roma non ha rispetto dei Veneti. L’idea dell’indipendenza parte quindi dal popolo, è un’istanza democratica e nasce proprio dalla mancanza di risposte». Zaia ha detto anche che il Paese vive una sorta di “democrazia malata” perché «è una democrazia che vive di troppa burocrazia. Una burocrazia che va perfino contro gli stessi enti pubblici e non permette un’azione di governo. Il nostro modello democratico – ha aggiunto – va ritarato. Stiamo soccombendo in mezzo alle carte».
In precedenza Zaia aveva sottolineato che la Regione si trova ad amministrare in un contesto che cambia di ora in ora e in un’economia che ancora non dà segnali positivi. Il Veneto registra 170.000 disoccupati e diversi contenziosi aziendali. In questo senso la vertenza Electrolux preoccupa, perché è un esempio che farà scuola e rischia di avere un effetto domino. Il Veneto è comunque sempre la regione che ha 600.000 imprese, a cui la Regione continua a prestare attenzione, come pure nei confronti delle start up e dei giovani per evitare fughe di cervelli. «Siamo anche la Regione – ha detto il presidente – che ha deciso di non applicare l’IRPEF rinunciando a 280 milioni, senza penalizzare i servizi erogati».
Sui ritardi nella presentazione del bilancio 2014, Zaia ha risposto «siamo comunque i primi quanto a virtuosità. Abbiamo tagliato la spesa, ma soprattutto abbiamo chiuso in attivo il bilancio della sanità. Quando si parla di bilancio, tutti hanno una soluzione in tasca. Ma la verità è che siamo arrivati ad operare con un bilancio che, da oltre 20 miliardi di euro di qualche anno fa, ora è di 17,3 miliardi di euro. Mancano all’appello 3 miliardi, ma nonostante questo continuiamo a curare bene i Veneti. Il nuovo ospedale di Padova è una nostra priorità e deve essere motivo di orgoglio per l’eccellenza del nostro sistema sanitario, contribuendo ad intercettare la mobilità sanitaria grazie alla sua qualità».
Zaia ha chiesto a tutte le forze politiche di mantenere alta l’attenzione a livello nazionale su quest’opera per fare in modo che sia inserita tra quelle che dovranno essere finanziate dallo Stato ex art. 20. «Al Veneto che versa 21 miliardi di tasse – ha aggiunto – non può non trovare riconoscimento in questa partita, che prevede un appalto di 650 milioni e per la quale non abbiamo rinunciato all’idea di un “campus” universitario che affianchi l’ospedale». A questa tematica Zaia ha fatto seguire quella dei project financing: «noi non vogliamo fare il processo a questo strumento, peraltro previsto dalla legge – ha detto – ma va usato il buon senso. Il problema è come viene utilizzato. Se lo Stato trovasse il modo per consentire di rinegoziarli, il Veneto sicuramente lo farebbe perché i tassi che sono stati contrattati in passato sono ormai fuori mercato e gravano sulla finanza regionale». Fondamentale anche il tema della legalità e della lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel Veneto, che presenta sotto questo profilo un quadro non sereno. «Penso si debba fare chiarezza – ha affermato Zaia – e proseguire sulla strada dei protocolli per la legalità con cui contrastare un fenomeno che non va sottovalutato».
Quanto ai contenuti del bilancio 2014, “la proposta di bilancio che abbiamo presentato – ha proseguito Zaia – vuole confermare il nostro impegno per capitoli importanti come il sociale e il dissesto idrogeologico. Dopo l’alluvione del 2010 il Veneto si è dotato di un piano strategico di lavori per 2,7 miliardi di euro. Sono già stati realizzati 925 interventi e il recente maltempo, con precipitazioni eccezionali, ha dimostrato che le opere hanno funzionato. Certo ancora non basta. Sono in programma dieci casse di espansione che vogliamo fare a tutela di aree ad elevata sensibilità idraulica, ma c’è anche il Piave. Inoltre, la copiosa neve caduta in queste settimane non è stata un’opportunità turistica ma un grave fattore di disagio per la montagna veneta».
Per quanto riguarda l’infrastrutturazione, per Zaia questo bilancio interpreta la visione di un Veneto ad assetto reticolare, per sostenere un modello industriale diffuso e non fordista. La parte del leone nel bilancio la fa la sanità con oltre 8 miliardi. «Ma anche alla sanità abbiamo chiesto sacrifici senza intaccare la qualità del sistema – ha detto – e i risultati si vedono in una visione nuova che propone servizi come gli esami diagnostici notturni e a breve una rivoluzione nei Pronto Soccorso. Una quota significativa di risorse è comunque riservata alle apparecchiature e a tecnologie all’avanguardia».
Tra gli altri temi toccati, Zaia ha messo in evidenza quello degli immobili di proprietà che non si riesce a vendere. «Una lista da paura – ha detto – ma occorre mettere in piedi un sistema che consenta veramente le alienazioni e liberare così qualche centinaio di milioni di euro». Zaia si è soffermato anche sulle conseguenze del patto di stabilità sulle finanze locali. Lo Stato da un lato blocca in tesoreria 1,3 miliardi di euro del Veneto, a tasso zero, ma concede finanziamenti alle Regioni facendosi pagare interessi del 3,5%. «Il primo usuraio è proprio lo Stato» ha sostenuto il presidente Veneto affermando che «lo “sfondamento” del patto di stabilità è una soluzione se fatto tutti insieme, da soli non è possibile. In ogni caso – ha concluso – i 580 comuni veneti brillano per virtuosità. Non hanno un centesimo di sforamento. E non possiamo accettare provvedimenti del governo che aiutano un comune qua o là. Nel nostro futuro devono esserci amministrazioni che non sbarcano il lunario».