Roman Brogli-Sacher dirige Čajkovskij e Mahler al “Filarmonico” di Verona

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Lisa Houben 1Venerdì 7 e sabato 8 marzo il quinto concerto della Stagione sinfonica 2013-2014

Venerdì 7 marzo alle ore 20.00 (replica sabato 8 marzo alle ore 17.00), il direttore svizzero Roman Brogli-Sacher torna a dirigere l’Orchestra dell’Arena di Verona per il quinto concerto della Stagione sinfonica 2013-2014 al Teatro Filarmonico.

Il programma prevede nella prima parte del concerto è atteso il ritorno del violinista Sergej Aleksandrovič Krylov, mentre nella seconda parte debutta nel teatro scaligero la voce sopranile di Lisa Houben.

Il Concerto per violino e orchestra op. 35 in re maggiore di Pëtr Il’ič Čajkovskij, che vede allo strumento solista il virtuoso Sergej Aleksandrovič Krylov, viene proposto al Teatro Filarmonico a 15 anni dall’ultima esecuzione da parte dell’Orchestra areniana. Composto nell’arco di un mese, tra marzo e aprile del 1878, il Concerto op. 35 nasce alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività di Čajkovskij: il musicista non ancora quarantenne aveva infatti composto nell’arco di tre anni il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin. Il Concerto per violino e orchestra vede la luce grazie alla collaborazione con il giovane violinista Josif Kotek, amico e allievo di Čajkovskij che, oltre a fornire qualche consiglio tecnico, ne è il primo interprete in una esecuzione privata col compositore al pianoforte. Per la prima esecuzione pubblica sarà invece protagonista il giovane violinista Adolf Brodskij, che si assume l’impegno di studiare ed eseguire la partitura (divenendone quindi il dedicatario) a Vienna il 4 dicembre 1881 con la Filarmonica diretta da Hans Richter. Il pubblico viennese tuttavia reagisce freddamente e la critica si mostra addirittura ostile, riscontrando nella composizione “carenza di gusto”, “rozzezza” e “volgarità”, principalmente a causa della libertà mostrata dal compositore nei confronti della tradizione classica: Čajkovskij si allontana infatti dai canonici schemi formali alla ricerca di una nuova vitalità espressiva, con una linea melodica dal marcato accento slavo e temi di stampo popolare e zigano, elementi che invece porteranno il Concerto ad accogliere ampi consensi a Mosca nell’agosto del 1882.

La seconda proposta della serata è la Sinfonia n. 4 in sol maggiore per soprano e orchestra di Gustav Mahler, che manca da un decennio dalla scena scaligera e vede per la prima volta il soprano Lisa Houben esibirsi con l’Arena di Verona. La Quarta è la sinfonia che conclude il primo periodo sinfonico di Mahler, caratterizzato dalla presenza di Lieder tratti dalla raccolta popolare bavarese Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo), un’antologia di poesie e antiche canzoni popolari tedesche raccolte e rivisitate dai due poeti romantici Ludwig Achim von Arnim e Clemens Brentano, che il compositore scopre nel 1887 a Lipsia grazie ai figli di una coppia di amici. In queste sinfonie la parola rende esplicito il momento saliente di un percorso poetico ed emerge un mondo interiore fantastico, ingenuamente popolaresco e nostalgicamente infantile. La Quarta sinfonia nasce infatti sulle parole del Lied Das himmlische Leben (La vita celestiale): un bambino descrive la vita celestiale secondo una visione ingenua, infantile, austriaca e cattolica. Inizialmente a chiusura della Terza Sinfonia, Mahler ne fa la base della Quarta composta nelle estati del 1899 e 1900, per aprire una riflessione sui temi della morte e dell’infanzia, svolta però anche con tratti ironici e chiusa da una pacificazione.