Sfide e prospettive per la coltivazione di drupacee e piccoli frutti in Alto Adige

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frutta-drupacee-albicocche-ilnordestConvegno a Terlano del Centro di sperimentazione agricolo di Laimburg

Da ormai vent’anni i tecnici del Centro di sperimentazione agricolo di Laimburg effettuano gli esami varietali di nuove varietà di fragola per la coltivazione in Alto Adige.

Anche se alcune di queste varietà si sono mostrate idonee per le zone montane e le relative condizioni climatiche, rispondono soprattutto ai bisogni ed alle esigenze delle zone della loro provenienza come le pianure dell’Italia settentrionale. La coltivazione di piccoli frutti in Alto Adige ammonta ad una superficie complessiva di 200 ettari. Su due terzi di essa sono coltivate fragole (130 ettari) e su altri 45 ettari i lamponi. Altri frutti coltivati sono i ribes neri e mirtilli. Tra le drupacee, le colture principali sono l’albicocca coltivata soprattutto in Val Venosta (oltre 80 ettari) e la ciliegia con più di 70 ettari. Su altri 10 ettari si coltivano altri tipi di drupacee.

EOS-SMG-PAB-fragola-ilnordest«Abbiamo iniziato la selezione di nuovi incroci ottenuti dalle varietà esaminate che siano adatte alle condizioni della nostra zona – dice Max Zago, esperto del Centro di Sperimentazione Laimburg – e i primi risultati del programma di selezione, in atto da due anni, dovrebbero giungere nell’arco di otto a dodici anni».

Come hanno spiegato gli esperti presenti al convegno di Terlano, parassiti come la Drosofila suzukii fanno parte delle sfide continue per i coltivatori di drupacee e piccoli frutti. Oltre a ciò, l’accartocciamento clorotico delle drupacee (ESFY) si sta espandendo nei frutteti altoatesini. L’agente patogeno, un batterio senza parete cellulare, viene trasmesso tramite insetti vettore (Cacopsylla pruni) o tramite l’uso di materiale di propagazione infestato. L’apparizione dei sintomi della malattia, cioè l’accartocciamento clorotico delle foglie, è seguita entro breve dalla morte delle piante infestate. Soprattutto la presenza d’insetti vettore ha portato ad un aumento di infestazioni di albicocchi e prugni, ma anche di altre piante ospite come la prugnola. A causa di queste osservazioni la ricerca si focalizza sul comportamento dell’insetto ed il suo raggio d’azione. La molteplicità delle possibili piante ospite però complica la lotta contro questa malattia. Perciò l’estirpazione di alberi malati e l’uso di materiale di propagazione sano non saranno sufficienti per il combattimento dell’ESFY. In Alto Adige, la diffusione dell’accartocciamento clorotico delle drupacee viene rilevato dal 2005. L’esperienza degli anni passati insegna, che l’estirpazione obbligatoria conduce ad un calo significativo della quantità di piante infestate.

La Sharka, invece, è la virosi più insidiosa delle albicocche e prugne. La malattia viene trasmessa da afidi o da materiale di propagazione infestato. Dato che la malattia rende immangiabili i frutti, le perdite della resa possono raggiungere il 90%. Anche per gli alberi colpiti dalla Sharka, l’estirpazione è obbligatoria. Il 2011, 2012 e 2013 hanno mostrato diversi livelli d’infestazione con danni significativi nel 2011 e popolazioni più piccole nel 2013. Nel 2013, invece, con le misure d’igiene e l’accorciamento degli intervalli di raccolta si è riusciti di tenere sotto controllo la situazione. Anche i trattamenti fitosanitari con un insetticida biologico ha frenato il grado di infestazione.

Le ricerche sulla Drosofila presso il Centro di sperimentazione Laimburg hanno portato alla luce che l’insetto è selettivo e predilige frutti come le more o i lamponi, mentre altri frutti come i mirtilli o l’uva vengono colpiti soltanto in caso di mancanza dei frutti preferiti. L’insetto sverna nei boschi e mostra un comportamento stanziale. Il fattore decisivo per la sopravivenza del parassita è la temperatura d’inverno ed in primavera. Queste nuove conoscenze formano la base per lo sviluppo di strategie di combattimento dell’insetto.

Il programma del convegno è stato completato da interventi su recenti sviluppi in campo della salute delle piante e sulle attività ed i membri del gruppo di lavoro colture speciali della consulenza tecnica per i contadini di montagna con una retrospettiva riferita allo sviluppo della coltivazione di drupacee e piccoli frutti in Alto Adige nei due decenni passati. La novità più importante nell’ambito della difesa delle piante riguarda il piano d’azione nazionale che mette in atto l’implementazione della direttiva europea sulla difesa delle piante. L’obiettivo futuro dell’Europa è proteggere i cittadini e l’ambiente da ogni possibile rischio legato all’uso di prodotti fitosanitari. Il piano d’azione nazionale italiano prevede l’intensificazione di misure di formazione per gli utenti di prodotti fitosanitari. Oltre a ciò il piano prescrive una distanza minima di 30 metri per trattamenti con certi prodotti fitosanitari da aree di interesse pubblico come parchi o scuole.