Lotta all’agropirateria e all’“italian sounding”: arriva il registro per la tutela dei prodotti Dop italiani

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formaggio-Monte-Veronese-Dop-Gnocchi-di-Malga-ilnordestBizzotto: «così sarà possibile smantellare un giro d’affari illecito che vale oltre 60 miliardi di euro all’anno»

L’Unione Europea fa propria la battaglia contro la contraffazione alimentare e la difesa delle produzioni di qualità italiane.

«Un registro multilaterale e giuridicamente vincolante per tutelare i nostri prodotti dai tarocchi prodotti all’estero: così l’Unione Europea dichiara guerra all’agropirateria e al fenomeno dell’“italian sounding” che genera ogni anno un business illecito sui mercati globali di oltre 60 miliardi di euro» afferma l’europarlamentare leghista Mara Bizzotto annunciando la risposta della Commissione UE alla sua interrogazione sul contrasto alla contraffazione alimentare.

A Bizzotto ha risposto il Commissario UE alla salute Tonio Borg che, fra le altre cose, ha dichiarato che «nell’ambito del ciclo di negoziati di Doha tra i membri dell’OMC (l’Organizzazione mondiale del commercio), l’UE s’impegna a migliorare la tutela delle indicazioni geografiche attraverso la creazione di un registro multilaterale giuridicamente vincolante in grado di facilitarne la tutela, ampliando inoltre l’ulteriore tutela attualmente disponibile solo per le indicazioni geografiche dei vini e degli alcolici nell’ambito dell’accordo TRIPS (vale a dire, la tutela oggettiva indipendente dal fatto che il pubblico sia o meno indotto in errore sull’origine geografica del prodotto) alle indicazioni geografiche per tutti i prodotti».

Secondo Bizzotto si tratta di un notevole passo in avanti: «dal sedicente Asiago del Wisconsin (Stati Uniti) ai falsi vini in polvere spacciati per Prosecco, Amarone e Valpolicella, dal falso radicchio di Treviso “grown in Holland” venduto a New York all’ormai diffusissimo Parmesan: finalmente l’UE si è decisa a mettere in campo una strategia seria per tutelare il nostro settore agroalimentare da queste colossali patacche. Oltre al registro per le indicazioni geografiche da far valere soprattutto in sede extra-europea, l’UE ha predisposto in ogni Stato Membro anche una serie di controlli ufficiali, regolari e senza preavviso, con lo scopo di identificare possibili violazioni intenzionali e di garantire che le sanzioni finanziarie applicate per contrastare tali violazioni siano d’importo superiore al vantaggio economico generato dalla violazione stessa».

Pugno duro dell’UE, dunque, nei confronti dei “taroccatori”, proprio come invocato dall’on. Bizzotto nelle sue numerose iniziative parlamentari a difesa dell’agroalimentare italiano: «chi spaccia alimenti contraffatti va punito severamente e bandito per sempre dal settore del commercio alimentare perché, oltre a creare un gravissimo danno economico ai nostri produttori, prende in giro i cittadini, tramite frodi commerciali in piena regola e con possibili conseguenze negative anche per la loro salute».

Secondo un’indagine condotta dalla Confederazione italiana agricoltori (CIA), l’export dell’agroalimentare italiano, che oggi vale 34 miliardi di euro, potrebbe addirittura triplicare con un’azione radicale di contrasto al falso “Made in Italy”. In particolare, ad essere vittima della contraffazione sono proprio i prodotti di qualità regolamentata, le DOP e le IGP, ovverosia quelle categorie di prodotti che dovrebbero offrire un’assoluta garanzia di sicurezza alimentare e che per otto italiani su dieci costituiscono il primo criterio di scelta nell’acquisto di cibo e bevande. E a trarne vantaggio potrebbe essere in primo luogo il Veneto: «con 261 denominazioni d’origine di cui 158 Dop, 101 Igp e 2 Stg, il settore agroalimentare di casa nostra è in testa alla classifica europea dei prodotti certificati, e il Veneto è la seconda Regione italiana che più contribuisce a questo primato con 35 denominazioni (17 Dop e 18 Igp) dopo l’Emilia Romagna (38) – conclude Mara Bizzotto – Ma l’alimentare “Made in Italy” è, purtroppo, anche il più copiato e contraffatto al mondo: valuteremo ora nel concreto l’efficacia di questi nuovi strumenti messi in campo dall’UE che finalmente, dopo anni di immobilismo, si è decisa ad intervenire per tutelare i nostri prodotti di qualità dentro e fuori l’Europa».