Manzato: «risorse disponibili per il periodo 2014-2020»
Il sistema agricolo del Veneto potrà contare su circa 3,5 miliardi di contributi per il periodo 2014-2020.
Si tratta di tratta di 1,18 miliardi (tra finanziamenti comunitari, nazionali e regionali) per il sostegno agli investimenti delle imprese finalizzati al loro consolidamento e di circa 2,3 miliardi (la trattativa nazionale è appena iniziata) destinati alle aziende per i cosiddetti pagamenti diretti europei (premio unico, sostanzialmente in base alla superficie, e finanziamenti dalle organizzazioni di mercato a seconda del tipo di produzione). «Intanto già nell’anno corrente, di passaggio tra la vecchia e la nuova programmazione agricola – ha affermato l’assessore Franco Manzato nel presentare alla stampa contenuti finanziari e linee del prossimo periodo di programmazione comunitaria – abbiamo trovato il modo di destinare 20 milioni di euro ai giovani agricoltori, incentivando la loro permanenza o il loro accesso al settore primario».
«Utilizzeremo al meglio le cifre che saranno a nostra diposizione per rafforzare il sistema di imprese del Veneto, ma non siamo per nulla soddisfatti di come sono andate le cose a Roma, perché il Ministero ha penalizzato le Regioni più efficienti. Il Veneto, regione che produce un grande valore aggiunto e ha sempre dimostrato grande capacità di spesa è stato sostanzialmente penalizzato rispetto alle regioni del Sud: noi disporremo di 1,18 miliardi ma dovremo pescare 202 milioni dal nostro bilancio, mentre la Puglia potrà investire 1,6 miliardi con una quota a proprio carico di 194 milioni», ha ribadito poi Manzato, affiancato dai presidenti regionali di Coldiretti Veneto Giorgio Piazza, di Confagricoltura Veneto Giangiacomo Bonaldi, di Cia Veneto Flavio Furlani, di Copagri Renzo Aldighieri, e da Fabrizio Stelluto presidente dell’Associazione dei giornalisti agricoli del Veneto e del Trentino Alto Adige come moderatore.
Manzato ha criticato il ministero per la ripartizione dei fondi legati alla distribuzione dell’acqua: «il ministero ha finanziato il piano irriguo nazionale, che dovrebbe essere apunto di competenza nazionale, e per farlo a sottratto 300 milioni di euro dalla programmazione agricola regionale. L’auspicio è che almeno gli interventi siano a servizio anzitutto dell’agricoltura». Quanto alle priorità della prossima programmazione, queste si riferiscono alla territorializzazione, alla cooperazione, ma soprattutto alla concentrazione e selettività degli investimenti, secondo un percorso condiviso dal partenariato. «Da qui partiamo per predisporre il nuovo Programma di Sviluppo Rurale – ha concluso Manzato – che dovrà permettere alle nostre aziende di affrontare con le proprie forze la sfida della mondializzazione dopo il 2020, quando presumibilmente verranno a mancare gli attuali sostegni comunitari all’agricoltura».