Provincia di Vicenza, un “contratto” per tutelare la falda freatica dell’Alta Pianura Vicentina

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Provincia-Vicenza-un-contratto-per-tutelare-la-falda freatica-dell'Alta-Pianura-Vicentina-Vicenza-ilnordestIl documento sottoscritto tra 7 enti. Schneck: «indispensabile tutelare un bene prezioso come l’acqua potabile»

Si chiama “Contratto di Falda”, è un atto volontario sottoscritto dai gestori pubblici e privati dell’Alta Pianura Vicentina, per la tutela e il riequilibrio delle falde acquifere, e rappresenta una novità assoluta per l’Italia.

E’ stato firmato a palazzo Nievo dal Commissario provinciale Attilio Schneck e dai presidenti Danilo Cuman (Consorzio di Bonifica Brenta), Antonio Nani (Consorzio di Bonifica Alta Pianura Vicentina), Angelo Guzzo (Acque Vicentine Spa e Centro Idrico Novoledo Srl), Renato Cimenti (Alto Vicentino Servizi Spa) e dal direttore Giustino Mezzalira (Veneto Agricoltura), interesserà una superficie di circa 300 chilometri quadrati, tra le pendici delle Prealpi, la pianura alluvionale del Brenta e i Monti Lessini proponendosi come collettore di progetti di tutela, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, di quella che è una delle più grandi e preziose cisterne sotterranee naturali di tutta Europa.

«E’ un momento importante per il nostro territorio – ha sottolineato Schneck- e sono grato a tutti i soggetti intervenuti per questa capacità di sapersi mettere in rete su un argomento così prezioso e delicato come l’acqua». L’idea, logica conseguenza del processo iniziato nel 2011 con il Progetto Life+ Aquor ed il finanziamento al riguardo dell’Unione Europea – 700.000 euro cui si aggiunge il milione messo a disposizione dei partecipanti – è il primo di una serie di passi che potrebbe portare ad una vera e propria rivoluzione gestionale. Nel frattempo, però, si cercherà di allargarlo anche a quelle realtà esterne, vedi Padova e le sue società, che dal bacino vicentino attingono a pieni secchi già dal 1860.

«Negli ultimi decenni – hanno osservato un po’ tutti – l’equilibrio tra l’uso di tale risorsa e la natura capacità di ravvenamento (o di ricarica, più semplicemente) è venuto meno. Ricordiamo che l’approvvigionamento acquedottistico non riguarda solo l’uso civile ma anche quello industriale ed agricolo, settori che necessitano di adeguati volumi nei loro cicli produttivi. Noi dobbiamo incrementare il tasso di ricarica idrogeologica e crediamo che tutti siamo interessati da questo problema». Parola d’ordine del contratto è superare la frammentazione delle competenze locali e settoriali favorendo sinergie, collaborazione di risorse culturali, tecnico scientifiche, organizzative e finanziarie per attuare iniziative di ampio respiro. Non a caso il Contratto sarà presentato e illustrato anche alle associazioni economiche e di categoria, sperando in una prima condivisione. Perché l’acqua è un problema di tutti e non solo perché è un bene demaniale.