Mario Brunello presenta Schumann

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Mario Brunello violoncello
Mario Brunello violoncelloAppuntamento sabato 18 e domenica 19 gennaio per il secondo concerto della Stagione sinfonica al Teatro Filarmonico di Verona

Sabato 18 gennaio (ore 20.00), con replica domenica 19 gennaio (ore 17.00), un concerto tutto dedicato a Robert Schumann che vede Mario Brunello nel duplice ruolo di direttore dell’Orchestra dell’Arena di Verona e solista al violoncello.

Apre il concerto Die Braut von Messina, Ouverture op. 100 in do minore. Questa Ouverture nasce nel 1851 da un’idea di Schumann di comporre tre pagine sinfoniche destinate ad introdurre drammi in prosa, rispettivamente per Die Braut von Messina di Schiller, Julius Caesar di Shakespeare e Hermann und Dorothea di Goethe. Per questo genere di composizioni Schumann deve fare i conti con i modelli autorevoli di Beethoven e Mendelssohn, ai quali certamente guarda sperimentando, con slanci tipicamente romantici, nell’irrisolto rapporto tra forma musicale e definizione di contenuti programmatici. Da qui quello che è stato definito da alcuni critici e musicologi “monotematismo” diventa uno strumento per risolvere il problema di una superiore unitarietà formale, che trova quindi nel tema, anima della musica classico-romantica, il suo fulcro: il tema infatti per Schumann si fa rielaborazione sempre diversa di un’idea principale che si ripete lungo la partitura, ma mai uguale a se stessa.

Prosegue la serata l’esecuzione del Concerto per violoncello e orchestra op. 129 in la minore, in cui lo stesso Brunello sarà anche solista al violoncello. Composto nell’ottobre 1850 a Düsseldorf, fin da subito il Concerto op. 129 presenta analogie con il Concerto per pianoforte e orchestra in la minore op. 54, concluso cinque anni prima, sia per l’impianto tonale sia «per quell’affabilità melodica dal tono vagamente nostalgico che in entrambe le composizioni definisce il clima iniziale» (Laura Och). La partitura si sviluppa quindi in tre movimenti collegati senza soluzione di continuità, in cui il violoncello si snoda con varietà melodica e ricchezza di accenti nel suo dialogo con la compagine orchestrale.

Conclude il programma del concerto l’esecuzione della Sinfonia n. 1 op. 38 in si bemolle maggiore “La primavera”. La partitura nasce “di getto” all’inizio del 1841, tanto da essere eseguita per la prima volta il 31 marzo dello stesso anno al Gewandhaus di Lipsia, sotto la direzione dell’amico Mendelssohn. La composizione sorge da un iniziale programma più dettagliato richiamato dall’appellativo Frühlingssymphonie (Sinfonia della primavera), che rimanda ad alcuni versi di Karl Böttiger da cui Schumann trae ispirazione, idea che verrà abbandonata prima della pubblicazione. Il riferimento programmatico infatti dev’essere inteso solo come un tentativo di infondere un’aria romantica a una forma classica ed il rimando alla primavera rispecchia più la condizione di “primavera dello spirito”, di serenità emotiva assoluta, che caratterizza questo periodo compositivo di Schumann seguito al tanto desiderato matrimonio con Clara Wieck. La Sinfonia n. 1 infatti è permeata da una freschezza e da una spontaneità melodica particolarmente felice e da sentimenti vicini alla natura, come emerge anche dalle annotazioni sul diario tenuto dai due sposi nei primi anni di vita coniugale.