A “Porta a porta” Vespa attacca l’autonomia speciale di Bolzano

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Porta-a-Porta-Autonomia kompatscher vespa 1Kompatscher: «è stata un’imboscata». Soldiarietà della politica regionale al neo governatore altoatesino. Divina: «Vespa ha sbagliato il bersaglio. Gli sprechi sono altrove»

Galeotta è stata la prima uscita sulla ribalta televisiva nazionale del neo governatore altoatesino Arno Kompatscher. La sua partecipazione a “Porta a porta”, la trasmissione di Bruno Vespa definita la “terza Camera dello Stato” in collegamento da Bolzano ha fornito il destro per un attacco sopra le righe all’autonomia altoatesina e trentina da parte del conduttore, che ha utilizzato tanti, troppi luoghi comuni, tanto da far commentare ad un esterrefatto Kompatscher alla fine del collegamento che quella di Vespa «è stata un’imboscata».

La conduzione della trasmissione e i suoi contenuti sono stati oggetto di critica da parte delle forze politiche locali. «Auguriamo a tutte le Regioni un’autonomia come la nostra” ha detto la consigliera provinciale Elena Artioli (Team Autonomie), secondo la quale «risulta inaccettabile che si inviti il presidente del governo provinciale a “Porta a Porta”, dove i presenti dichiarino di non aver mai neppure letto il nostro statuto di autonomia». Artioli parla di «attacchi alle autonomie gratuiti, mentre ben esprimeva la situazione il presidente Kompatscher: dagli effetti dell’accordo di Milano, fino ai denari che l’Alto Adige lascia nelle casse di Roma». «Con 500.000 residenti siamo un’autonomia con i conti in ordine che paga la sua quota di solidarietà a Roma di oltre un miliardo. Vespa ora vorrebbe che le realtà sane andassero in malora», conclude Artioli.

Usa l’arma del paradosso il presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi,per commentare lo show vespiano: «se fossi l’amministratore delegato di un grande gruppo industriale e avessi nel mondo cinque o sei fabbriche che funzionano, producono, e una quindicina che non funzionano, non chiuderei le cinque o sei che funzionano. Le autonomie speciali funzionano bene, in particolare quelle del Nord Italia. Diamo buoni servizi ai cittadini». Rossi ribadisce che «come Trentino abbiamo partecipato in questi anni al risanamento della finanza pubblica, con una grande erosione di risorse che sono nostre, prodotte sul territorio, e non ci vengono dallo Stato. Un’erosione arrivata fino al 30% dei nostri bilanci». Rossi ha spiegato come i trasferimenti al Trentino «non sono più dei nove decimi delle tasse, bensì di meno di 7,5 decimi. Per effetto dell’Accordo di Milano del 2009 e di altre manovre successive, il Trentino lascia allo Stato 1,3 miliardi di euro all’anno, a fronte di un suo bilancio di 4,5 miliardi di euro annui. E con quelli che sono un po’ più di sette decimi che ci restano dobbiamo gestire spese normalmente statali, come ad esempio l’insegnamento nella scuola, la manutenzione delle strade anche statali e le provvidenze pensionistiche a invalidi, sordomuti e altre categorie disagiate, così come la sanità, che altrove è pagata dalla Regioni, ma con soldi dello Stato».

Secondo il capogruppo di Unione per il Trentino Giampiero Passamani, «il buongoverno e la gestione responsabile delle risorse hanno permesso, e permettono tuttora, di avere un ‘welfare di stampo svedese’». Per il segretario del Patt, Franco Panizza, quella di Vespa è stata «una trasmissione di vera e propria disinformazione giornalistica e di pericolosa diseducazione civica».Secondo il segretario politico del Partito Autonomista Trentino Tirolese, il conduttore Bruno Vespa ha attaccato con argomentazioni assolutamente non veritiere le autonomie speciali di Trento e Bolzano: «i cittadini del Trentino e dell’Alto Adige non sono dei privilegiati. Lo dimostrano tutti i dati, a cominciare da quelli sul residuo fiscale, cioè sul rapporto che c’è tra tasse pagate e servizi ricevuti in cambio da ogni singolo cittadino, a prescindere da chi sia l’ente che eroga questo servizio. Questi dati, frutto di un calcolo complesso che tiene conto di moltissime variabili, serve per stabilire l’equità di trattamento tra tutti i cittadini italiani. Se li leggiamo, ci accorgiamo che per i cittadini delle nostre Province il saldo è negativo, con 1.340 euro a persona che vengono dispersi per le spese degli abitanti di altre 12 regioni, che ricevono perciò molto di più di quanto versano». 

Il punto vero – insiste Panizza – «è che la caccia al privilegio è diventato il genere giornalistico che va per la maggiore e che fa crescere gli ascolti. Peccato che in questo caso si prefiguri come un vero e proprio atto di disinformazione populista, con l’aggravante che tutto questo è avvenuto sul servizio pubblico il quale dovrebbe svolgere tutt’altra funzione». 

Anche Sergio Divina, vicecapogruppo della Lega Nord al Senato, interviene sull’argomento: «la puntata di “Porta a Porta” dedicata all’autonomia speciale altoatesina ha platealmente sbagliato obiettivo. Se Bruno Vespa voleva legittimamente parlare di sprechi e d’inefficienze dei governi locali non doveva “fiocinare” il giovane neo governatore dell’Alto Adige Arno Kompatscher, semmai “colpevole” d’impersonare un esempio compiuto di buona amministrazione e di corretto impiego del denaro pubblico, ma doveva concentrarsi su eclatanti esempi di mal governo come quello della Sicilia (forse la più autonoma tra le regioni speciali, ma anche la peggio amministrata). Non solo: esempi di buon governo della cosa pubblica esistono anche tra tante regioni ordinarie, prima tra tutte il Veneto o la Lombardia. Così come esistono casi di pessima gestione della cosa pubblica (e qui gli esempi si sprecano: Lazio, Toscana, Campania, ecc.)».

Secondo l’esponente leghista «l’autonomia speciale delle province di Trento e di Bolzano, più che essere oggetto di critiche, deve essere considerata come il punto di riferimento per tutti i territori che sono in grado di autogovernarsi. Ben vengano le richieste di Veneto e Lombardia di avere maggiori poteri e risorse finanziare per governare adeguatamente il proprio territorio e il proprio sviluppo. Anche il logoro stereotipo delle risorse finanziarie di cui dispongono le province di Trento e Bolzano è un falso problema, visto che le due province negli anni hanno saputo essere concretamente solidali con tutte le realtà, confinanti e non, che, nel tempo, hanno avuto bisogno».