L’organo di Cameron Carpenter in concerto per il cartellone della Società Filarmonica a Trento

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cameron carpenter 1Mercoledì 15 gennaio recital del giovane virtuoso della tastiera

Talento libero e ribelle, artista geniale e trasgressivo, irriverente ma profondamente classico, Cameron Carpenter sta rivoluzionando i canoni interpretativi della musica classica e di quella organistica in primis e, probabilmente, stupirà gli spettatori del concerto di mercoledì 15 gennaio (ore 20.45) che vede protagonista il maestoso organo della sala della Filarmonica a Trento.

Nato in Pennsylvania nel 1981, Carpenter è ormai personaggio mitico nel mondo musicale capace di esibire, assieme a un improbabile taglio e colore di capelli, una musicalità rara quanto raffinata unita a un virtuosismo strabiliante. Prodigio della tastiera ha eseguito in pubblico il Clavicembalo ben temperato di Bach all’età di 11 anni, prima di trasferirsi a New York per frequentare la Juilliard School. Ha studiato composizione e orchestrazione trascrivendo per organo oltre cento partiture importanti della letteratura classica. Con lui viene demolito uno degli ultimi retaggi della tradizione musicale occidentale, quell’organo custodito con cura e attenzione nelle chiese ora trasformato in una macchina fantasmagorica assolutamente priva di limiti. Sfruttando i progressi della tecnologia moderna è ora impegnato nella costruzione di un organo portatile, in versione digitale, che presenterà al pubblico proprio in questo 2014.

Primo organista a ricevere una Grammy nomination, Carpenter ha iniziato le sue tournée organistiche in tutto il mondo nel 2006, ospite in sale prestigiose quali la Royal Albert Hall, il Leipzig Gewandhaus, Melbourne Town Hall, la Tschaikowsky Hall a Mosca, la Philharmonie di Berlino, alle quali segue, con grande felicità, il debutto nella Sala della Filarmonica di Trento sul prezioso strumento Vegezzi-Bossi-Mascioni del 1907 restaurato nel 2000.

«È stato completamente dimenticato il fatto che l’organo non è solamente uno strumento da chiesa ma anche uno strumento da concerto di prima categoria?» scriveva il compositore Max Reger nel gennaio 1900, convinto che l’organo dovesse ritornare ad essere “il re degli strumenti” di mozartiana memoria. Un secolo dopo, a questo quesito e con lo stesso intento, il giovane organista Cameron Carpenter risponde che l’organo è un “God-free instrument”, ponendosi così nel solco di quella tradizione organistica tipicamente anglosassone in cui, accanto alla componente liturgica, spicca senza dubbio quella laica e spettacolare.  

Quanto al programma della serata, questo sarà un viaggio dal classico Bach al giovane Carpenter e alle sue composizioni.