Appello del Bard ai senatori di maggioranza per il mantenimento della provincia di Belluno

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bard belluno 1Broccon: «per la realtà bellunese l’autonomia è fondamentale per continuare a vivere»

Il progetto di riforma costituzionale che prevede l’abolizione delle province è al centro di una lettera appello inviata dal Bard (Movimento Belluno AutonomaRegione Dolomiti) affinché, come scrive il presidente Moreno Broccon, « supportino tutte le azioni necessarie per il mantenimento di un ente che rappresenti il territorio della provincia di Belluno, elettivo, autonomo e forte quale imprescindibile strumento per garantire un futuro alle nostre genti».

Un problema che non si limta al solo Bellunese, ma abbraccia anche altre realtà di montagna, come, ad esempio, la provincia di Sondrio.

Nell’appello, il Bard sottolinea la disposizione geografica del Bellunese, «un territorio interamente di montagna, al confine con l’Austria, nel quale da decenni cittadini e rappresentanze sociali si battono per ottenere migliori strumenti di autogoverno di questa vasta porzione delle Dolomiti», specificando anche la situazione demografica rappresentando «il 20% del territorio del Veneto ma i suoi abitanti, sparsi nelle valli dolomitiche, sono solo il 4,5% del totale di una Regione di pianura e di mare».

Secondo il Bard «da sempre i bellunesi avvertono la necessità di poter disporre di un livello di governo locale in grado di mettere in atto politiche specifiche, adeguate alle esigenze – spesso tradite – di un territorio alpino che oltretutto soffre di un grave squilibrio competitivo nei riguardi delle confinanti aree a statuto speciale. Un’aspirazione testimoniata in questi anni anche dai numerosi referendum comunali (e da uno provinciale negato dalla Corte di cassazione) per il passaggio dal Veneto al Trentino Alto Adige. I riflessi negativi del deficit istituzionale bellunese e di queste sperequazioni sono già misurabili empiricamente in molti ambiti della vita quotidiana».

Guardando agli indicatori economici, rilevante è «quello relativo al trend demografico negativo e allo spopolamento delle terre alte: nell’ultimo mezzo secolo la provincia di Belluno ha perso circa 30.000 abitanti, scendendo (nel rilevamento 2011) a 210.000 residenti. Nello stesso periodo le altre due province dolomitiche, le autonome Trento e Bolzano, hanno quasi raddoppiato la loro popolazione». Anche nel settore del turismo ed artigianato, secondo il Bard vige una concorrenza sleale tra il Bellunese e le confinanti province autonome di Trento e di Bolzano: «di pari passo, in un contesto di concorrenza alterata, si è assistito alla mortificazione sistemica delle potenzialità turistiche bellunesi e alle crescenti difficoltà dell’artigianato, mentre il settore manifatturiero subisce le drammatiche conseguenze della più generale crisi economica aggravate dal deficit istituzionale di questo angolo alpino della Repubblica italiana». Una situazione in palese contraddizione anche nel capo della produzione energetica: «la provincia di Belluno accoglie impianti idroelettrici da cui deriva il 5% dell’energia nazionale, ma a Natale ha vissuto diverse giornate di blackout per neve, a causa della scarsa manutenzione delle linee».

Secondo il Bard «la Regione Veneto ha disposto statutariamente il trasferimento di una serie di importanti competenze alla Provincia di Belluno. Nel frattempo, però, il governo che promette passi avanti impone al territorio un deleterio arretramento con il ddl cosiddetto “svuota-Province” che azzera la rappresentanza democratica dell’ente intermedio negando anche quel minimo di governo unitario rappresentato dal precedente assetto dato dalla Provincia ordinaria, commissariata da oltre due anni con pesanti conseguenze sul tessuto economico e sociale di questo fragile territorio montano che così perde anche l’opportunità di accedere a molti bandi europei».

Alla pressante richiesta delle popolazioni bellunesi di mantenere in vita un ente intermedio elettivo, «essenziale per unire e rappresentare le varie aree di una provincia vasta e composita», secondo Broccon «il governo ha risposto soltanto con un emendamento cosmetico e pleonastico, approvato alla Camera dei deputati, che non incide nel merito e si limita sostanzialmente a ribadire l’ovvietà che Belluno (come Sondrio) è una provincia interamente montana, ma senza trarne le conseguenze in termini di necessari strumenti di governo locale. Fin qui, dunque, si sono ignorate la volontà e le aspirazioni autonomistiche dei cittadini bellunesi e delle loro rappresentanze organizzate che chiedono un livello intermedio di rappresentanza democratica e di sintesi politica. Il legislatore ha prospettato loro, invece, la desertificazione istituzionale e un disegno neocentralista che farebbe precipitare una situazione già dolorosa».

L’appello del Bard ai senatori chiede di «esprimersi per il mantenimento di un Ente intermedio in provincia di Belluno che sia eletto direttamente dai cittadini e rappresenti la base per l’assunzione di maggiori responsabilità amministrative, regolamentari e finanziarie, in sintonia con quanto previsto dalla Costituzione a tutela della montagna e dalle disposizioni europee per l’arco alpino. Per i bellunesi si tratta di un passo fondamentale, nella prospettiva di una vera regione autonoma per queste vallate dolomitiche che combattono contro segnali palpabili e crescenti di abbandono, impoverimento, omologazione e colonizzazione».