Le tasse sono diminuite? Solo per i redditi bassi (e per importi irrisori)

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Giuseppe-Sbalchiero-confartigianato-veneto-ilnordest-quotidianoAncora penalizzati i lavoratori autonomi. Stilettate tra gli artigiani del Veneto e la Cgia di Mestre

Una buona notizia o una cattiva? Dipende da dove e da come la si legge.

Secondo gli artigiani di Mestre capeggiati da Giuseppe Bortolussi, nel 2013 sarebbe diminuito il peso delle tasse sulle famiglie italiane. Gli importi, seppur abbastanza modesti, invertono una tendenza che negli ultimi anni aveva assunto una dimensione molto preoccupante. Secondo le simulazioni svolte dalla Cgia, rispetto al 2012, nel’anno che sta per chiudersi un giovane operaio senza familiari a carico beneficia di un risparmio fiscale di 15 euro. Per una famiglia bireddito con un figlio a carico, invece, il peso delle tasse diminuisce di 178 euro, mentre sale a 250 euro lo sgravio per una famiglia monoreddito con due figli a carico.

Secondo il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi «con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e con l’incremento delle detrazioni Irpef per i figli a carico nel 2013 queste misure hanno assunto una dimensione economica superiore a tutti gli aumenti registrati nel corso dell’anno». Non solo: «con il taglio del cuneo che premierà solo i lavoratori dipendenti, dal 2014 i risparmi saranno più pesanti per i livelli retributivi più bassi, mentre tenderanno a ridursi man mano che cresce il reddito. Questo beneficio – che ammortizzerà l’aumento dovuto all’introduzione della Tasi, all’aggravio dell’Iva e al ritocco all’insù delle addizionali e del carburanti – non riguarderà le famiglie composte da pensionati e lavoratori autonomi che non potranno beneficiare del taglio del cuneo fiscale. Queste famiglie, pertanto, saranno chiamate, molto probabilmente, a pagare di più rispetto a quanto hanno versato quest’anno».

Di diverso parere Confartigianato Imprese del Veneto, il cui ufficio studi depotenzia notevolmente la positività del risparmio fiscale, riportando l’attenzione sulla categoria e sulla realtà concreta del mondo imprenditoriale: «la statistica è una grande scienza. Ma la lettura dei dati e soprattutto da che parte guardarli, è una scelta che, alle volte, porta a valutazioni che possono essere opposte. Un caso da manuale è la notizia secondo la quale, la politica economica del governo ha fatto calare le tasse nel 2013. Se può essere vero – prosegue la nota dell’associazione regionale artigiana – che, grazie alla abolizione dell’Imu sulla prima casa e l’incremento delle detrazioni Irpef per i figli a carico, le famiglie hanno potuto godere di una riduzione del carico fiscale rispetto al 2012, è altrettanto vero che questo vale solo per i redditi più bassi e, soprattutto, per importi davvero modesti. Se poi parliamo delle novità introdotte dalle Legge di Stabilità per il 2014, è assodato che il taglio del cuneo premierà solo i lavoratori dipendenti».

«Se la si guarda con gli occhi degli artigiani, delle cosiddette partite IVA, che sono l’asse portante dell’economia veneta, i saldi di fine anno e le previsioni per il 2014 non sono poi così rosee. Anzi il peso fiscale è cresciuto e continuerà a crescere (nel 2013 la pressione fiscale ha toccato il suo massimo storico al 44,3% del Pil). Proprio il contrario di quello che le imprese avrebbero bisogno per sostenere la debole crescita. Un vero e proprio “elettroshock espansivo”, possibile solo attraverso una vera riduzione del peso fiscale sul lavoro e sulle imprese» prosegue la nota della categoria, che si spinge ad analizzare gli effetti della legge di Stabilità appena approvata: «nel merito abbiamo stimato che per il Veneto la manovra di riduzione del cuneo fiscale per il 2014 vale 241 milioni, di cui 143 milioni per ulteriori detrazioni per lavoro dipendente. L’intervento di riduzione dei premi e contributi previdenziali, valutato in proporzione ai redditi da lavoro dipendente, vale 95 milioni. Marginale infine la riduzione dell’Irap che, in proporzione alle assunzioni a tempo indeterminato previste in Veneto sul totale nazionale, si valuta in 3 milioni. Si tratta dello 0,1% dell’Irap pagata dalle imprese per la produzione localizzata nel Veneto. Inoltre –proseguono – la manovra di bilancio prevede, entro fine gennaio, una razionalizzazione delle detrazioni (taglio di un punto nel 2013 e di un ulteriore punto nel 2014). Intervento che riguarda più della metà (52,4%) dei contribuenti veneti (1.877.799) che beneficiano di 516 milioni di detrazioni al 19%, di cui 323 milioni posti in detrazione da lavoratori dipendenti. La riduzione di due punti al 2014 della percentuale di detraibilità determinerà un aggravio che ammonta a 54 milioni di cui se ne stimano 34 a carico dei lavoratori dipendenti e 20 sugli altri contribuenti. Sull’intera platea dei lavoratori dipendenti le minori detrazioni depotenzieranno di quasi un quarto (-23,9%) l’effetto delle maggiori detrazioni per lavoro dipendente previsto dalla manovra sul cuneo fiscale».

L’organizzazione guidata da Giuseppe Sbalchiero riserva in conclusione una stilettata velenosa ai cugini guidati da Bortolussi: «esaltare un numero quindi, può fare notizia. Soprattutto se ad annunciarlo è chi da mesi dice esattamente il contrario. Ma bisogna anche fare attenzione che non venga strumentalizzato. Cavalcare come un risultato positivo del Governo la riduzione fiscale, per noi, oggi, è una bufala».