Gli eurodeputati De Castro e Dorfmann illustrano al mondo cooperativo trentino le novità
Con il voto da parte dell’assemblea plenaria del Parlamento europeo dello scorso 20 novembre si è compiuto un decisivo passo avanti verso la nuova Politica agricola comunitaria (Pac) 2014-2020. Le nuove disposizioni favoriranno lo sviluppo delle cooperative trentine e, più in generale, dell’agricoltura provinciale. Molte le novità contenute nelle oltre seicento pagine del testo legislativo.
Nel suo saluto iniziale al convegno, il vicepresidente della Federazione e presidente delle Cantine Mezzacorona, Luca Rigotti, si è mostrato ottimista sul futuro dell’agricoltura trentina: “anche durante la crisi ci siamo rimboccati le maniche rinforzando l’organizzazione, soprattutto per l’export. Se sapremo essere coesi, potremo garantirci un futuro stabile”.
Il sistema della cooperazione agricola trentina è formato da 20.000 soci, 91 cooperative, 19.000 ettari coltivati che consentono di realizzare un miliardo di fatturato. Il settore lattiero caseario, dopo anni di crescita delle liquidazioni a litro di latte, nell’ultima stagione flette leggermente. Quotazioni in salita invece per le mele, e anche per il vino, che dopo aver toccato il fondo nel 2009/2010 con una media di 71 euro ad ettaro, prosegue la tendenza al rialzo, anche sono ancora lontane le liquidazioni di dieci anni fa.
“La cooperazione tiene nel suo complesso, nonostante la crisi – ha affermato il direttore della Federazione Carlo Dellasega rappresentando la situazione dei vari settori. – Ci sono cooperative che licenziano e altre che assumono, ma il saldo è positivo. Preoccupa la situazione dei crediti in sofferenza nelle Casse Rurali, così come il calo di consumi negli ultimi mesi nei negozi delle Famiglie Cooperative”.
Secondo il nuovo assessore provinciale all’agricoltura, Michele Dallapiccola, “la crisi che noi consideriamo straordinaria ci riconsegnerà alla fine una nuova normalità. È importante che siano tutelati coloro che praticano il lavoro agricolo, duro e difficile. La cooperazione ha il pregio di migliorare le produzioni e anche la qualità della vita”. Gli ha fatto eco il nuovo assessore provinciale alla cooperazione Tiziano Mellarini: “il riscontro a livello nazionale ed europeo è il risultato di scelte che avete fatto in passato. Adesso è il momento di ripartire con scelte altrettanto coraggiose”.
Assai fiducioso sul futuro il parlamentare europeo Herbert Dorfmann, che si è molto speso in sede preparatoria per far approvare un testo non sfavorevole all’agricoltura di montagna. “Dal nostro punto di vista è andata bene per le mele – afferma Dorfmann – perché abbiamo mantenuto il sistema delle OCM che ci ha aiutato molto in questi anni. Anche per il vino cambierà poco in materia di diritti di impianto, ma il nuovo sistema sarà altrettanto buono se non migliore del vecchio. Passi avanti anche sulla montagna”.
Questa nuova politica agricola contiene parecchie novità. “Sarà una politica agricola più verde, più adatta ai giovani, con l’aiuto straordinario obbligatorio per chi ha meno di 40 anni”, afferma il presidente della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo Paolo de Castro. Soprattutto un aiuto forte per tutte le forme organizzative dell’agricoltura. Nell’OCM unica dell’ortofrutta ci sono novità importanti per la cooperazione e più strumenti per le organizzazioni di produttori (OP). Il modello dell’ortofrutta verrà utilizzato anche per le altre filiere produttive. La nuova normativa europea aiuterà il mondo della cooperazione e le Organizzazioni di Produttori a essere più forti e competitive.
Una delle novità di questa riforma è che anche le aree che hanno percepito meno rispetto alle zone intensive della pianura, la nuova PAC effettua una redistribuzione dei premi. In particolare, per quanto riguarda la montagna, le nuove norme consentiranno agli agricoltori che lavorano in quota di percepire di più rispetto al passato: ogni agricoltore trentino entro il 2020 riceverà un aiuto per ettaro pari almeno al 60% della media nazionale. “Questo significa – afferma ancora De Castro – che per il Trentino il premio attuale si raddoppierà e in alcune zone si moltiplicherà per tre. Si tratta dunque di un incentivo davvero importante”.
Nella zootecnia finalmente si metterà la parola fine al sistema precedente che per tanti anni ha messo in difficoltà le nostre zone di montagna. Gli allevatori di pianura non potranno più affittare i terreni di montagna per prendere i titoli in pianura. Con la riforma i titoli vengono azzerati, spariscono i premi speciali e ci sarà più equità e giustizia. L’Italia avrà a disposizione circa 550 milioni ogni anni da distribuire come premi “a capo” per la zootecnia.