Conclusa al “Florian” di Venezia la mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin

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Gianni Berengo Gardin Caffè Mostra Florian Venezia 2 1Visibili al pubblico “vere fotografie non corrette, modificate o inventate al computer”
di Giovanni Greto

Si è appena conclusa a Venezia una piccola, ma preziosa esposizione di “vere fotografie non corrette, modificate o inventate al computer” di uno dei maestri dell’obiettivo, il ligure Gianni Berengo Gardin (1930). Il virgolettato, deciso dall’Autore, precede l’introduzione nel bel catalogo di Marsilio Editori ‘Caffè Florian’. Berengo Gardin è stato invitato dal presidente dello storico locale di piazza San Marco, Andrea Formilli Fendi, a raccontare in assoluta libertà una settimana al Florian, conosciuto come il salotto buono di Venezia.

Sono state selezionate 51 stampe fotografiche ai sali d’argento di Toni D’Ambrosio stampate a mano. 45 foto sono state scattate nel 2012, 3 nel 2001, una a testa nel 1955, 1958 e 1959. Si legge ancora nel catalogo che i tagli e le inquadrature delle immagini pubblicate sono il frutto di precise scelte stilistiche di Gianni Berengo Gardin. E’ la terza volta che l’artista lavora per conto del celebre caffè. Nel 2002 aveva realizzato un reportage intitolato ‘Veneziani’, ritraendo nelle salette interne un gruppo di cittadini famosi della città lagunare, come Pino Donaggio, Alvise Zorzi, Tinto Brass, solo per citarne alcuni. Nel 2010 aveva fissato con i suoi scatti in bianco e nero i momenti più importanti della grande festa fatta in piazza San Marco per celebrare i 290 anni del caffè che Floriano Francesconi aprì il 29 dicembre 1720 con il nome di ‘Alla Venezia trionfante’, ma che venne rapidamente chiamato dagli avventori ‘Florian’, dal nome del proprietario, diventando la più famosa ‘botega da caffè’ della città.

Sfogliando il catalogo, all’inizio si trovano foto del personale intento ad allestire l’esterno del locale, una donna delle pulizie fieramente in posa tra i tavolini sormontati dalle sedie, in modo da poter pulire il prezioso pavimento. E poi si entra nell’intimità della variegata clientela, dalle famigliole alle coppie colte nell’atto di fotografarsi, ad altre intente alla lettura dei giornali. Berengo Gardin ha voluto inquadrare anche l’orchestra, ormai fatta di musicisti dell’Europa dell’Est, che hanno soppiantato gli italiani, non per bravura, ma perché si accontentano di compensi inferiori. In primo piano, spesso, risaltano i vassoi, pieni di tazze, bottigliette, l’immancabile, ahimè, coca-cola, la vetrata del bar, dove tutto viene accuratamente preparato. Berengo Gardin gioca anche con gli specchi, per cui una foto interna arriva a descrivere artisticamente una parte lontana della piazza.

Tra le foto del passato non poteva mancare ‘Il bacio’. Due innamorati, forse amanti furtivi, si danno appuntamento di fronte all’entrata del caffè, alle prime luci dell’alba. Alla sola presenza di due colombi, inseriti con maestria nella prospettiva dello spazio architettonico, i due innamorati, ignari di tutto, vengono immortalati in un momento di passione, non particolarmente aggressivo, ma nemmeno così delicato, se la mano sinistra dell’uomo afferra il braccio della donna per mantenere un equilibrio nel momento dell’azione.