Nella valutazione dei dati forniti dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente nessun impatto sulla salute pubblica
Il gestore dell’inceneritore di Bolzano ha fornito i dati ufficiali delle emissioni registrate al camino il 7 e 8 novembre scorsi, quando il termovalorizzatore di Bolzano era alle prese con il guasto tecnico risolto nel pomeriggio dell’8 novembre. L’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente ha comunicato che dalle prime valutazioni dei dati non risulta alcun impatto significativo sulla salute pubblica.
L’analisi dei dati tecnici forniti dall’ATI, l’associazione temporanea di imprese che gestisce in fase di rodaggio il nuovo termovalorizzatore, nelle giornate del guasto conferma quanto già ipotizzato e comunicato: l’emissione di valori molto alti di composti organici, acido cloridrico, mercurio e monossido di carbonio. Sono invece aumentati relativamente poco e per poco tempo i dati degli ossidi di azoto. I dati delle medie semiorarie riferiti alle concentrazioni di acido cloridrico registrati tra le 17 e le 11.30 del giorno dopo sono risultati superiori al valore limite di 60 mg/Nm³. L’emissione di acido cloridrico ha raggiunto valori superiore ai 600 mg/Nm³ tra le 3 e le 4 della notte. Emissioni analoghe si sono registrate anche per il carbonio organico totale: a partire dalle 10.30 del 7 novembre sono risultate superiori al valore limite per più di 36 ore, con valori fino a 40 volte maggiori del limite. Per quanto concerne il mercurio, le emissioni sono risultate maggiori al valore limite per più di 18 ore. La ragione di tali emissioni, spiega l’APPA altoatesina, sta principalmente nella combustione in condizioni non ottimali (a bassa temperatura) dei rifiuti già presenti in camera di combustione prima del guasto. Le emissioni di polveri sono risultate contenute in quanto i filtri a maniche sono rimasti in linea per l’intera durata del guasto.
Le emissioni di diossine non state verificate in quanto il sistema di campionamento automatico non era in funzione durante le prime giornate di novembre. A tal riguardo è bene ricordare che la normativa comunitaria e italiana prevede che le stesse vengano misurate 3 volte all’anno. Le prescrizioni emanate in sede di autorizzazione integrata ambientale dell’inceneritore di Bolzano prevedono che queste vengano misurate per almeno 15 giorni al mese, ma nelle giornate del guasto non era ancora iniziata la campagna di misurazioni prevista per novembre. Sempre in tema di diossine vi è ancora da ricordare che i dati relativi ai mesi di agosto, settembre e ottobre indicano valori molto più bassi dei valori limite e pertanto vicini al limite stesso di rilevabilità.
L’APPA sottolinea inoltre che le analisi condotte fino ad oggi sui dati rilevati dalla rete di misurazione della qualità dell’aria non hanno indicato valori anomali. Fanno eccezione i dati delle polveri fini e dell’ozono registrati alla stazione fissa di Cortina all’Adige, che comunque risultano inferiori ai valori limite della qualità dell’aria. Tale valore ridotto è molto significativo se si considera che costituisce un’importante indicazione sull’effettiva ricaduta di inquinanti nelle zone abitate: indica infatti che, sulla base delle informazioni finora disponibili, il guasto non ha avuto alcun impatto sulla salute pubblica. Naturalmente – ribadisce l’Agenzia – è necessario compiere ogni sforzo possibile per evitare il ripetersi di quanto accaduto. Al fine di aumentare la trasparenza sulle condizioni di funzionamento dell’impianto si è infine concordato di far funzionare in continuo il campionatore automatico delle diossine.