Fisco, dipendenti più ricchi degli imprenditori

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compilazione modello 730 tasse 1Dati del Tesoro sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2012. Levata di scudi dalle categorie autonome ed imprenditoriali: “dati falsati”. La Cgia di Mestre rimette a posto i valori reddituali

I soggetti con reddito da lavoro dipendente prevalente (oltre 20,1 milioni) dichiarano un reddito medio di 20.680 euro, mentre coloro che hanno un reddito di impresa prevalente (e sono circa 1,5 milioni) dichiarano mediamente 20.469 euro. E’ quanto emerge dai dati diffusi dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia che ha pubblicato una nuova analisi statistica delle dichiarazioni presentate nel 2012 (anno d`imposta 2011) per la prima volta sulla base del reddito prevalente dei contribuenti. L’analisi – spiega il Tesoro – focalizza l’attenzione sul tipo di reddito prevalentemente posseduto dalle persone fisiche (41,3 milioni di contribuenti).

Il reddito prevalente è quello di ammontare più elevato risultante dal confronto dei valori assoluti dei redditi soggetti a tassazione ordinaria Irpef o a tassazione sostitutiva in regime di cedolare secca (prevista per gli immobili locati). I soggetti con reddito da lavoro dipendente prevalente (oltre 20,1 milioni) dichiarano un reddito medio di 20.680 euro, il 53% detiene soltanto tale reddito di specie (questi soggetti sono concentrati prevalentemente nelle fasce di reddito medio-basse, fino a 20.000 euro), mentre il 39% dichiara tale reddito insieme a terreni e fabbricati (nelle classi più alte).

L’analisi per attività del datore di lavoro (effettuata attraverso l’esame dei modelli 770 presentati dai sostituti d`imposta) evidenzia che oltre il 46% dei lavoratori dipendenti opera nei settori dei servizi (rispettivamente il 26% nel commercio, trasporti e comunicazioni e il 20% nelle attività professionali, finanziarie e altri servizi), il 23% nella pubblica amministrazione e il 20% nell’industria.

Il reddito medio da lavoro dipendente dei settori dell’industria (24.048 euro) e della pubblica amministrazione (23.169 euro) è superiore rispettivamente del 16% e del 12% rispetto al reddito medio nazionale. Circa il 78% dei dipendenti (pari a 15,6 milioni) ha prestato lavoro presso lo stesso datore di lavoro nell’arco dell’anno, mentre il 21% ha avuto due o tre datori di lavoro. I soggetti con reddito d’impresa prevalente sono circa 1,5 milioni (89% di coloro che dichiarano reddito d’impresa), per un valore medio di 20.469 euro; un terzo detiene solo reddito di specie mentre la percentuale di soggetti che detiene anche redditi da lavoro dipendente è del 3,7%. Le imprese familiari sono circa 175.000 e sono localizzate prevalentemente in Lombardia e Veneto.

I contribuenti che dichiarano un reddito complessivo maggiore di 100.000 euro (oltre 25.000 imprenditori) operano prevalentemente nelle attività farmaceutiche (14,9%) e di promozione finanziaria (9,1%).

Sui dati presentati dal Fisco è immediatamente sorta la polemica, con i sindacati e i partiti della sinistra a chiedere maggiore controlli e repressione sul comparto autonomo, mentre dalla parte delle professioni si ribadisce come le statistiche siano basate su rapporti non omogenei tra le varie categorie. Secondo il presidente degli artigiani del veneto, Giuseppe Sbalchiero, “bisogna dire basta alla facile demagogia: il Paese dovrebbe ringraziare, non denigrare chi crea il lavoro”, che aggiunge come “la sorpresa non è che in Italia conviene essere lavoratore dipendente piuttosto che imprenditore –come vogliono far credere al Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia – ma che centinaia di migliaia di persone riescano, ancora oggi, a non pesare sulle casse dello Stato e si procurino da sopravvivere con le proprie forze”.

Il leader degli artigiani veneti ribalta la questione: “mentre i lavoratori dipendenti hanno tutta una serie di garanzie e tutele che vanno dalla Cassa integrazione, alla mobilità sino ai sussidi di disoccupazione – che per altro come organizzazione lavoriamo e combattiamo ogni giorno, non senza fatica, per mantenere e costantemente rifinanziare -, i nostri associati non hanno alcuna tutela. Così capita che chi perde la propria impresa, nell’indifferenza dei più, piomba nell’indigenza e nella disperazione. A tal punto che alcuni non reggono e arrivano a togliersi la vita. Come nel più recente caso avvenuto nel padovano”.

A rimettere i numeri nel loro giusto posto interviene con la solita puntualità l’ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui non è assolutamente vero che i dipendenti dichiarano di più degli imprenditori. Se il confronto è realizzato tra i titolari di azienda e i propri dipendenti, i secondi dichiarano molto di più dei primi. Prendendo i redditi relativi all’anno di imposta 2011 emersi dagli studi di settore di alcune categorie di lavoratori autonomi e e comparandoli con quelli dei lavoratori dipendenti dello stesso settore emerge come un titolare di una impresa di pulizie, ad esempio, guadagna il 187% in più di un suo dipendente, un idraulico il 95%; un fotografo il 71%; un falegname il 68%; un edile il 36%; un barista il 25%.

La comparazione, fa notare la Cgia, è stata fatta tra i redditi di alcune imprese individuali congrue con gli studi di settore e con ricavi superiori ai 30.000 euro e quelli dei propri lavoratori dipendenti, così come emergono dal modello CUD (Certificazione Unica Dipendente). Al di sotto della soglia dei 30.000 euro, segnalano dalla Cgia, troviamo tutte le attività marginali che per loro natura nella stragrande maggioranza dei casi non hanno dipendenti.

In termini assoluti i confronti reddituali emersi sono i seguenti: impresa di pulizia: il reddito medio dichiarato nell’anno di imposta 2011 è stato di 38.570 euro, quello del suo dipendente di 13.438 euro; idraulico: con un reddito di 31.880 euro, il suo dipendente ha realizzato 16.370 euro; impresa edile: a fronte di 29.530 euro di reddito di impresa, il dipendente muratore ne ha guadagnati 21.690 euro; falegname: con 27.360 euro di reddito di impresa, il dipendente ne ha conseguiti 16.290; bar: con 22.790 euro di reddito di impresa, il dipendente ha guadagnato 18.188 euro; fotografo: con un reddito di 31.100 euro, il dipendente ha guadagnato 18.188 euro.