Pozza: “richiesti indietro gli sgravi per l’assunzione di lavoratori in mobilità. Una situazione inconcepibile”
Sei un imprenditore, magari piccolo che hai difficoltà a mandare avanti l’impresa? E, magari, nel corso del 2012 hai assunto nella tua impresa un lavoratore licenziato da una piccola impresa? Se sì, ricordati di restituire all’Inps l’incentivo di cui hai beneficiato per l’assunzione di un lavoratori in mobilità. La (pessima) novità è contenuta nella circolare 150 del 25 ottobre scorso (“Incentivi per l’assunzione dei lavoratori iscritti nelle liste di mobilità”) con cui l’Inps ha dato il colpo di grazia finale ai datori di lavoro che hanno rioccupato nel 2012 soggetti licenziati da aziende artigiane e da piccole aziende industriali e/o commerciali.
Secondo Mario Pozza, presidente dell’Associazione artigiani della marca Trevigiana, “dopo la sciagurata cancellazione ad opera della Fornero, a partire dal 1 gennaio del 2013, della lista della piccola mobilità (L. 236/93) nella quale da circa 20 anni venivano iscritti gli operai e gli impiegati che perdevano il posto di lavoro nelle PMI (in provincia di Treviso al 31 dicembre 2012 erano circa 4.300 gli iscritti in cerca di lavoro), la novità è che ora le imprese che hanno assunto questi lavoratori nel corso del 2012 devono restituire gli incentivi ricevuti, che prevedevano un carico contributivo sul lordo mensile del 10% contro quello ordinario di circa il 30%. Per l’assunzione di un operario qualificato il risparmio mensile si quantificava in circa 300 euro”.
Amaro il commento del presidente degli artigiani trevigiani: “nel giro di pochi mesi, prendiamo atto che per il Governo esistono licenziati di serie A, quelli espulsi dalla grande industria che portano in dote per una loro ricollocazione incentivi, e i licenziati di serie B, ovvero quelli dell’artigianato e del piccolo commercio, per i quali non esistono vantaggi specifici alla loro riassunzione e addirittura per quanti reintegrati sino al 31 dicembre del 2012, vige a partire dal 25 ottobre un costoso contenzioso con l’Inps, che può variare tra 4.000 e i 6.000 euro per la restituzione dei sgravi gestiti durante il 2013”.
In provincia di Treviso si stima che i casi in cui si dovrà agire per il rimborso all’Inps o per la definitiva perdita del beneficio sono almeno 300 e in tutto il veneto dovrebbero essere otre 1.000: “speriamo – dice Pozza – che questa assurdità, in piena violazione del principio di irretroattività della legge, venga rivista con prossima approvazione della legge di Stabilità per riportare equità tra i lavoratori che perdono il lavoro a causa della crisi e per reintrodurre sistemi incentivanti alle assunzioni di gran lunga migliori di quelli del duo Fornero/Giovannini. Incentivi criticati unanimemente da imprese, sindacati e addetti ai lavori”.