Osservatorio sul Federalismo: se lo Stato fosse virtuoso come il Veneto, risparmio di 16 miliardi di euro

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Unioncamere-Veneto-gian-angelo-bellati-ilnordestBellati: “indispensabile rivisitare il funzionamento di tutta la pubblica amministrazione per tagliare i costi che gravano sui contribuenti”

Non ci potrà essere nessuna ripresa per l’economia veneta e italiana se lo Stato non riduce la spesa pubblica. Anni di manovre di contenimento (“spending review”) hanno prodotto solo tagli lineari che hanno affossato gli enti locali e le realtà virtuose ma non hanno intaccato il vero “moloch” del debito pubblico, che è rappresentato dai 221 miliardi (su 749 miliardi di spesa pubblica complessiva) assorbiti ogni anno dall’amministrazione centrale per pagare dipendenti, sedi, beni e servizi. L’analisi è dell’Osservatorio sul federalismo, il centro studi creato nel 2006 dal Consiglio regionale del veneto e da UnionCamere Veneto, che ha presentato a palazzo Ferro-Fini il settimo rapporto sulla finanza pubblica in Italia.

“Il profilo della spesa pubblica italiana negli ultimi anni – ha introdotto il presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato – evidenzia e conferma tutte le anomalie di uno Stato centralista, che taglieggia con le autonomie locali e non riesce a razionalizzare i propri apparati e la spesa centrale. Basti pensare alla distribuzione del personale nella pubblica amministrazione: lo Stato con i suoi ministeri ha il 56% dei dipendenti pubblici, le Regioni a statuto ordinario hanno solo l’1,15% i dipendenti delle Province sono l’1,75%”. La “spending review” ha tagliato in periferia ma non al centro – ha spiegato Gian Angelo Bellati, segretario di UnionCamere e “anima” dell’Osservatorio – Il peso dei tagli e del contenimento della spesa pubblica è gravato sinora per il 70% su Regioni ed enti locali, aumentando il cosiddetto residuo fiscale, cioè il divario tra quanto un territorio versa in tasse allo Stato e quanto riceve in trasferimenti e servizi. “Eppure lo Stato centrale, che incassa il 78% delle entrate tributarie – evidenzia nel rapporto Bellati – gestisce solo il 24% della spesa primaria, mentre le amministrazioni locali gestiscono il 33% della spesa primaria pur potendo contare su appena il 18% delle entrate pubbliche”.

Secondo l’Osservatorio, lo Stato costa troppo e spende male. “Le spese di funzionamento (personale e consumi intermedi) della pubblica amministrazione centrale italiana assorbono quasi il 70% delle risorse – sottolinea Bellati – mentre in Germania tale voce non arriva al 30%: se riuscissimo a organizzare la spesa pubblica come i tedeschi, la pubblica amministrazione potrebbe risparmiare 85 miliardi di euro l’anno”. Invece, annota l’Osservatorio, le cesoie delle varie manovre Tremonti e Monti dell’ultimo triennio hanno ridotto le spese dei ministeri centrali di poco meno di 10 miliardi di euro, dei quali 9,2 derivanti da tagli di interventi e investimenti e solo 700 di risparmio vero sulle spese di funzionamento.

Come riorganizzare la spesa pubblica? Il settimo rapporto dell’Osservatorio fornisce alcune indicazioni: misurare l’azione pubblica alla luce di “fabbisogni standard”, stabilire livelli essenziali di prestazioni da erogare uguali per tutti i territori e superare il concetto dei “costi standard” (difficilmente applicabili, a detta di Bellati) con quello dei “costi ottimali” ottenuti parametrando la spesa al numero dei dipendenti pubblici, al loro costo e ai consumi intermedi pro capite. “Se l’amministrazione centrale adottasse i costi ottimali di una Regione virtuosa come il Veneto – sostiene Bellati – si potrebbero risparmiare 16 miliardi di euro di spesa pubblica. Se i parametri di virtuosità del Veneto fossero applicati alle spese di funzionamento di tutte le amministrazioni, locali e centrali, il risparmio complessivo salirebbe a 35 miliardi di euro, l’equivalente di tre manovre finanziarie”.

Spetta a Letta junior e a Cottarelli darsi una mossa, senza lasciare lettera morta (come avvenuto anche nel recente passato) i contenuti del rapporto dell’Osservatorio sul federalismo. Ci riusciranno? O seguiranno ancora una volta la strada del tassa & spendi?