Alto Adige nel cuore critica le altre forze politiche di centro destra
Il ripristino della toponomastica bilingue in Alto Adige è stato l’oggetto di una manifestazione di Alto Adige nel cuore in piazza Matteotti a Bolzano con la quale si è voluto lanciare un appello alle forze di governo nazionale, il PD, il PdL/Forza Italia/Forza Alto Adige e Scelta civica affinché venga immediatamente sospesa l’efficacia dell’intesa del ministro Fitto (PdL), del suo successore Delrio (PD) con il presidente Durnwalder, assunta sulle teste degli altoatesini, e che ha portato all’eliminazione di centinaia di toponimi effettivamente usati come Vetta d’Italia, Cima Muta, Malga Sasso, Lavena.
Cartelli in legno predisposti da Alto Adige nel cuore, tramite una sottoscrizione fra i propri aderenti, sono stati presentati con la dizione in lingua italiana oscurata. “Si tratterà – secondo Alessandro Urzì, leader di Alto Adige nel cuore – di una iniziativa simbolica, un’azione di ricostruzione del bilinguismo della toponomastica potrà essere realizzata solo grazie ad un intervento ufficiale e diretto ma anche economico delle istituzioni e del Governo. Un intervento che sinora non c’è stato. Cosicché ogni giorno nuovi cartelli bilingui spariscono sostituiti da targhe solo in lingua tedesca”.
Da sabato prossimo i cartelli acquistati da L’Alto Adige nel cuore saranno collocati sui sentieri dove le diciture italiane sono state già da tempo cancellate dall’Alpenverein e dove, in virtù dell’accordo Pdl/Forza Italia/Forza Alto Adige, Pd e Luis Durnwalder non saranno più ripristinati nella versione originale. Da qui lo sconcerto verso la presentazione da parte di Forza Italia di una manciata di cartelli bilingui proprio con le denominazioni che l’accordo del proprio Governo ha eliminato. “Ci appelliamo piuttosto al Pdl/Forza Italia/Forza Alto Adige come forza di governo perché intervenga con gli strumenti che gli sono propri, e le prerogative del Governo stesso, per ritirare l’infame accordo Fitto/Delrio/Durnwalder, unico modo lontano da speculazioni demagogiche e mortificanti per la Comunità italiana, tanto più se assunte alla vigilia delle elezioni, per ripristinare una condizione di legalità sui sentieri dell’Alto Adige” dice Urzì, secondo il quale “non si può con una mano, quella di Fitto e Delrio, passare la spugna sulla identità italiana e con l’altra fare finta a Bolzano di indignarsi”.