Ammortizzatori sociali, il Governo firma la delega al Trentino

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La gestione ora passa alla Provincia. In Veneto Donazzan chiede l’assegnazione di ulteriori risorse

D’ora in poi, la gestione degli ammortizzatori sociali in Trentino toccherà alla stessa provincia grazie alla delega firmata a Roma dal Governo sulla base della previsione contenuta nella 191 del 2009, seguita all’Accordo di Milano. Si tratta di un passaggio fondamentale nel complesso percorso previsto per l’attuazione della delega, che segue di qualche mese l’approvazione delle norme di attuazione della legge delega approvate lo scorso marzo. L’intesa siglata a Roma – la prima del suo genere in Italia – affronta i temi dell’organizzazione delle nuove funzioni delegate, in particolare per quanto concerne il passaggio sotto la responsabilità della Provincia delle competenze in materia di cassa integrazione guadagni.

Il documento sottoscritto a Roma prevede lo spostamento a Trento delle istruttorie e delle decisioni delle istanze di cassa integrazione straordinaria e di quelle inerenti i contratti di solidarietà. Stabilisce inoltre la collaborazione con l’Inps per la gestione delle funzioni in materia di prestazioni integrative della cassa integrazione guadagni, delle indennità di disoccupazione e dei fondi di solidarietà. In termini generali, l’intesa chiarisce quindi i nuovi rapporti tra Stato e Provincia nella gestione degli ammortizzatori sociali e determina un netto rafforzamento dell’Autonomia provinciale. La responsabilità primaria sull’erogazione delle prestazioni previdenziali di sostegno del reddito dei lavoratori passa infatti, da ora, in capo alla Provincia.

Soddisfatto il presidente della provincia di Trento, Alberto Pacher: “l’intesa firmata con il ministro Giovannini rappresenta uno snodo fondamentale per il pieno compimento del percorso della delega avviato con l’Accordo di Milano. Oggi l’Autonomia provinciale può dirsi più forte e piena, il che costituisce motivo di orgoglio, ma anche fonte di impegno e di più ampia responsabilità. E’ la prima volta che in Italia si realizza il decentramento di una parte di previdenza sociale”.

Con l’approvazione dell’intesa diventano ora operative le norme approvate dalla Provincia con la legge finanziaria per il 2013, che introducono la previsione del reddito di continuità e del reddito di attivazione quali misure provinciali di possibile completamento e rafforzamento delle tutele previste a favore di imprese e lavoratori. Il reddito di attivazione sarà riservato ai soggetti disoccupati, ad integrazione delle prestazioni statali o in loro vece, laddove non previste. Il reddito di continuità sarà corrisposto ai lavoratori sospesi, ad integrazione dei trattamenti di Cassa integrazione ordinaria e straordinaria o per sostenere quelli erogati dai fondi di solidarietà previsti dalla legge 92 del 2012. Le nuove misure potranno affiancarsi ai due strumenti già operativi costituiti dal reddito di garanzia, per sostenere le famiglie che non raggiungono livelli minimi di reddito, e dal reddito di qualificazione, per i giovani che vogliono migliorare il loro grado di istruzione.

Mentre il Trentino testa la nuova competenza, l’assessore veneto al lavoro Elena Donazzan sarà a Roma per chiedere lo stanziamento di maggiori risorse per gli ammortizzatori sociali. “Se fino ad ora – dice Donazzan – siamo riusciti ad assicurare un complesso di tutele per i lavoratori sospesi o licenziati, grazie ad un sistema integrato di gestione degli ammortizzatori sociali condiviso da tutte le parti sociali, in questo momento, così pesante per la nostra economia, e di grave sofferenza per migliaia di famiglie, rischiamo di non poter più far fronte a questo grande impegno, senza l’intervento urgente e consistente da parte del Governo”.

Nel Veneto, secondo l’assessore regionale, c’è bisogno per il 2013 “di 240 milioni di euro, dei quali 110 per la Cig in deroga e 90 per la mobilità in deroga. Finora ci sono stati assegnati 110 milioni, e siamo in attesa del provvedimento che ci destini ulteriori 45 milioni a seguito del decreto legge n. 102/2013, che auspichiamo sia emanato al più presto, anche se le risorse disponibili risultano insufficienti rispetto al bisogno”.