Ospedale S. Bortolo di Vicenza, sperimentato in prima mondiale il “Carpediem”

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Ronco-Carpediem-ilnordestApparecchio salva vita per neonati sviluppato in Italia. Coletto: “un risultato che il Veneto mette a disposizione di tutti”

Un neonato con una grave disfunzione multiorgano è stato salvato all’ospedale San Bortolo di Vicenza grazie all’intervento di un’equipe multidisciplinare formata da medici ed infermieri della Nefrologia Dialisi e Trapianto Renale che, tempestivamente, a pochi giorni dalla nascita, l’hanno sottoposto al trattamento con l’apparecchiatura miniaturizzata “Carpediem” (Cardio Pediatric Dyalisis Emergency Machine), una strumentazione unica al mondo ideata dal prof Ronco (direttore dell’U.O. di Trapianto renale) e realizzata dai tecnici specializzati di Mirandola.

La notizia è stata divulgata dal direttore generale dell’Ulss 6 Angonese, e dai clinici che si sono occupati del caso , alla presenza dell’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, e riguarda un piccolo nato il 26 agosto con gravissime patologie.

“Carpediem” è un innovativo strumento, che non esisteva al mondo, concepito e realizzato a Vicenza all’interno dell’ IIRIV l’Istituto Internazionale di Ricerca Renale di Vicenza, braccio scientifico del Dipartimento di Nefrologia Dialisi e Trapianto Renale dell’ ULSS 6 e dell’Associazione Amici del Rene di Vicenza (AARVI) onlus.

Sinora i neonati di peso inferiore ai 3 chili, in caso di insufficienza renale grave (dal 5% al 20% dei casi nelle terapie intensive neonatali) venivano trattati con le macchine per dialisi tarate sugli adulti, con gravi rischi di scompenso o di fallimento della terapia.

“Questa – ha sottolineato l’assessore Coletto – è una ‘patologia orfana’, perché i numeri relativamente bassi a cui si fa riferimento non la rendono appetibile per la ricerca delle grandi aziende orientate verso il business. Un fatto che, se possibile, ingrandisce il merito di chi ha lavorato all’ideazione ed alla realizzazione. La sanità veneta – ha aggiunto – mette così a disposizione della comunità scientifica internazionale uno strumento per aiutare i più piccoli in un momento per loro così difficile; e quando si riesce, per di più senza alcun fine di lucro per nessuno, a donare una speranza di vita ad un bambino ed ai suoi genitori, la soddisfazione e l’orgoglio si moltiplicano. Mi piace in questo momento ricordare ciò che hanno dichiarato i pediatri americani consultati: prima d’ora era un caso impossibile. E’ stato un miracolo che cambierà il modo di fare medicina per il neonato”.

Il piccolo paziente, nato a termine con parto vaginale, presso l’Ospedale San Bortolo di Vicenza, alla nascita è stato rianimato ed intubato per insufficienza respiratoria. Immediatamente ricoverato presso la terapia intensiva neonatale, si è constatato che, a seguito di una gravissima emorragia, il neonato aveva sviluppato un quadro di shock che aveva portato ad uno scompenso multiorgano caratterizzato da insufficienza respiratoria, cardio-circolatoria, renale ed epatica con discoagulopatia e piastrinopenia.

A quattro giorni dalla nascita permaneva il grave danno multi organo con grave insufficienza respiratoria ed edema polmonare ingravescente ed incremento ponderale importante. A questo punto l’intervento di terapia sostitutiva renale con dialisi si configurava come l’unica speranza per il piccolissimo paziente, tuttavia il posizionamento di una dialisi peritoneale (utilizzata di solito in questi rari casi) in tale occasione possibile per una gravissima tensione addominale da ingrossamento del fegato e per la imponente ritenzione di liquidi. La speranza per il piccolo paziente si è rivelata essere l’utilizzo dall’apparecchiatura “Carpediem”, concepita e realizzata a Vicenza, ingegnerizzata dai tecnici di Bellco a Mirandola e assolutamente innovativa in quanto miniaturizzata e creata esclusivamente per i neonati.

Una apparecchiatura che non esisteva al mondo, messa a punto dopo una accurata e minuziosa fase di collaudi tecnici eseguita presso IRRIV, grazie all’attenta supervisione dell’Ingegner Francesco Garzotto del Dipartimento di Nefrologia ULSS 6 “Vicenza”, grande esperto di questa tecnologia.