La Comunità del Garda investe sulle strategie di prevenzione e protezione antisismica del territorio

0
424
emilia-romagna-edificio-terremotato-ilnordest
emilia-romagna-edificio-terremotato-ilnordestConvegno a Torri del Benaco rivolto agli amministratori pubblici del Garda e dei territori limitrofi. Passionelli: “oltre 300 iscritti testimoniano l’attualità dell’argomento”

Il “Gomito del Garda”, settore che va dalla pianura bresciana alla fascia pedemontana nei pressi di Verona, presenta numerosi esempi di tettonica compressiva attiva lungo strutture tettoniche di importanza regionale. Queste strutture sono ben descritte in letteratura sin dagli anni ’80 del secolo scorso. Qui si collocano le faglie sorgenti dei più forti terremoti della Pianura Padana, quelli accaduti in epoca medievale il 25 dicembre 1222 (Brescia, I 0 = IX-X MCS) e il 3 gennaio 1117 (Veronese, I 0 = IX‐X MCS). Più recentemente, l’area gardesana è stata interessata dagli eventi “gemelli” del 30 ottobre 1901 (I 0 = VIII MCS) e del 24 novembre 2004 (ML 5.4), che ha interessato il medio lago e la Valle Sabbia.

Questo settore rappresenta un’area critica nell’ambito delle ricerche sul modello sismotettonico dell’intera Avanfossa Padana, oggetto di un vivo dibattito in letteratura. Nello stesso tempo, il territorio gardesano costituisce un esempio forse unico in Italia dal punto di vista della cultura della prevenzione sismica. Il caso di Salò, con il pioneristico e innovativo intervento urbanistico antisismico realizzato a seguito dell’evento del 1901, risulta emblematico in tal senso.

A poco più di un anno dalla sequenza sismica emiliana, la Comunità del Garda ha organizzato a Torri del Benaco il convegno sul tema “Verso una cultura della prevenzione: le strategie di protezione sismica nel territorio gardesano”, organizzato in collaborazione con l’Università di Brescia (Dipartimento di ingegneria civile, architettura, territorio, ambiente e di matematica), l’Università dell’Insubria (Dipartimento di scienza e alta tecnologia) e il Centro di studio e ricerca di sismologia applicata e dinamica strutturale. Il Convegno, cui hanno partecipato i responsabili della Protezione Civile, ordini e collegi professionali e amministratori pubblici, mira a fare il punto sulle conoscenze geologiche relative alla pericolosità sismica dell’Avanfossa Padana, oltre ad illustrare le strategie attuate per mettere al centro dell’attenzione dei ricercatori e dell’opinione pubblica l’importanza della cultura della prevenzione dei rischi legati agli effetti di forti terremoti, così come sviluppata ormai da decenni nel territorio gardesano, che costituisce un esempio forse unico in Italia dal punto di vista della cultura della prevenzione sismica.

Comunità-garda-convegno-terremoti-Giorgio-Passionelli-ilnordestSoddisfatto il presidente della Comunità del Garda Giorgio Passionelli: “abbiamo voluto investire una giornata di studio per divulgare la cultura della prevenzione e per rassicurare i milioni di turisti che frequentano le sponde del lago ed il suo entroterra che il nostro territorio è sicuro. Dopo gli eventi sismici che hanno colpito l’Emilia Romagna e il basso Veneto, sono stati molti i turisti che si sono interrogati sul rischio che il Garda fosse a rischio terremoti. Questo è un modo per dare loro garanzie, sia per la qualità degli edifici presenti sul territorio e per riaffermare che il territorio è sì sismico, ma da tempo non si registrano eventi degni di nota”. Un convegno per riaffermare, ha sottolineato Passionelli, “la sicurezza del territorio, che si consegue con un attento monitoraggio geologico e con investimenti nella continua riqualificazione del patrimonio edilizio, per adeguarlo alle normative antisismiche ed energetiche.

Per Fausto Savoldi, presidente del Consiglio nazionale dei geometri, “la categoria è impegnata da anni nella prevenzione nell’aggiornamento della categoria nei confronti della prevenzione antisismica. In Italia c’è ancora moltissimo da fare: siamo ancora agli inizi. Con gli ultimi eventi, da quelli dell’Aquila a quelli dell’Emilia, si inizia ad intervenire. Per i nuovi edifici le norme ci sono e vengono applicate. Il problema è per tutti gli edifici esistenti che dovrebbero essere messi a norma, tramite la loro ristrutturazione profonda, da accompagnare anche con gli interventi di risparmio energetico. L’Italia possiede un patrimonio immobiliare ingentissimo che va adeguato. Sarebbe opportuno di smettere di costruire nuovi edifici, consumando territorio, per concentrarci sulla ristrutturazione dell’esistente cosa, questa, che darebbe al Paese un grande vantaggio in termini di risparmio energetico, oltre che in prevenzione da eventi calamitosi”.

Per Giuseppe Merlino, presidente di Agepro l’associazione che racchiude i geometri della Protezione Civile, “è necessario diffondere la conoscenza e l’applicazione della recente ordinanza della protezione civile n. 52 del 20 febbraio 2013 che stabilisce una serie di azioni e di contributi a favore delle regioni per la micro zonazione sismica e per la messa a norma degli edifici compresa la loro demolizione e ricostruzione. A breve sarà emanata anche una nuova ordinanza a salvaguardia dei fabbricati aventi valore storico culturale”.

Intanto, le Commissioni ambiente e finanze della Camera dei deputati hanno votato all’unanimità di stabilizzare l’Ecobonus del 65% e di allargare la platea degli interventi antisismici e di riqualificazione energetica degli edifici pubblici, dei capannoni e delle strutture alberghiere. L’auspicio di tutti e che il parlamento dia il via libera definitivo a questa norma nell’ambito della prossima Legge di stabilità, anche al fine di rilanciare il settore edile in forte crisi.