612 musei, 60 teatri, 9 università e quasi 6.800 scuole: sono alcuni dei numeri che può vantare il NordEst per vincere la gara tra le altre città italiane
612 musei, 60 teatri, 9 università e quasi 6.800 scuole: sono alcuni dei numeri – senza contare il patrimonio paesaggistico – con cui la macroarea che dall’Alto Adige arriva al Friuli passando per Trentino e Veneto si candida a Capitale europea della cultura nel 2019. Il dossier di candidatura di Venezia con il NordEst è stato consegnato a Roma al Ministero per i beni e le attività culturali. Il progetto innovativo coinvolge in forma paritetica una grande area con 7 milioni di abitanti attraverso sei enti fondatori: il comune di Venezia, la regione del Veneto, la regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la provincia di Venezia, la provincia autonoma di Bolzano e la provincia autonoma di Trento. Il piano di sviluppo territoriale si autosostiene finanziariamente, senza il ricorso a contributi statali, e mira a modificare e migliorare profondamente il territorio, mettendo in rete l’intero patrimonio culturale del NordEst dando così vita a un grande polo culturale europeo.
A Roma, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, presidente del comitato fondatore e il presidente del Comitato promotore Innocenzo Cipolletta ha presentato il dossier. Il documento proprone, tra l’altro, la creazione di una vera e propria “metropoli culturale” del NordeEst e una sorta di “Expo delle capitali della cultura europea”, con l’ospitalità di tutte le città già capitali europee della cultura. Sono 9 le linee guida del progetto di candidatura: tra queste il turismo di qualità (definizione di un piano strategico per differenziare i mercati e l’offerta e migliorare il rapporto qualità/prezzo), un piano di mobilità dedicato (sistema integrato a biglietto unico per il trasporto pubblico, incremento chilometrico delle piste ciclabili, impianti di bike e car sharing), Green Capital (riconversione verso la green economy, anche attraverso l’implementazione dell’azione di CasaClima e il Parco tecnologico di Bolzano), mostre, eventi e il restauro (istituito un laboratorio per il restauro dell’arte contemporanea in accordo con i Musei veneziani e con le università). Il dossier prevede anche veri e propri interventi di riconversione, tra i quali la rinascita del Porto vecchio di Trieste, la trasformazione del forte di Fortezza in una sorta di museo di partenze, arrivi e transiti in cui raccontare la storia dell’Alto Adige, la messa a regime del Muse a Trento e il nuovo polo bibliotecario trilingue di Bolzano.
Presentati a Roma anche due sondaggi (di SWG e Fondazione NordEst) tra cittadini e imprenditori per conoscere opinioni e percezione della candidatura. Il 74% degli intervistati su scala nazionale giudica positivamente l’idea della candidatura, percentuale che sale al 93% per i cittadini del NordEst. Per quanto siano ancora pochi gli italiani, circa uno su tre, che sanno che nel 2019 sarà l’Italia a scegliere la Capitale europea della cultura, il 25% sa della candidatura del NordEst. Gli intervistati delle regioni interessate indicano come ricadute principali dell’aggiudicazione l’aumento del turismo di qualità e l’incremento dell’offerta culturale anche per i residenti. Per 4 intervistati su 5 il titolo di Capitale della cultura sarebbe anche un volano per uscire dalla crisi perché permetterebbe di attirare sul territorio le risorse (capitali, competenze, talenti, infrastrutture) necessarie alla crescita.
La città lagunare è capofila di un ampio territorio che insieme si candida a Capitale della Cultura 2019 a partire da tre elementi chiave: partecipazione, crescita economica e valorizzazione dei beni culturali e artistici. “Il punto di forza della candidatura è il concetto di rete non soltanto materiale con il potenziamento di strade e ferrovie, ma anche immateriale e di tipo culturale tramite la costruzione di connessioni tra le ricchezze del territorio”, ha spiegato il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni che si è detto “lieto che Venezia si sia messa al servizio di un progetto che ha registrato un’ampia e proficua coesione tra tutti i soggetti coinvolti. L’assoluta novità è che la candidatura di Venezia con il NordEst coinvolge un intero territorio, omogeneo per molti versi, ma anche ricco di specialità, e non una singola città. Partecipiamo per vincere e sono molto fiducioso”.