Imu per le imprese, appello di Confindustria Padova per ripristinare la deduzione al 50% da Ires e Irpef

0
397
Massimo-Pavin-presidente-Confindustria-Padova-ilnordest
Massimo-Pavin-presidente-Confindustria-Padova-ilnordestPavin: “la rimozione del provvedimento dall’ultima versione del decreto Imu di fine agosto ha cancellato per le imprese venete un risparmio di 90 milioni di euro”. Appello al ministro Zanonato per ripristinare lo sconto

La deducibilità al 50% dall’imponibile Ires e Irpef dell’Imu che grava su fabbricati produttivi e alberghi, sparita nell’ultima versione del decreto legge 102 del 31 agosto, avrebbe consentito alle imprese venete un risparmio d’imposta di 90 milioni di euro (13 milioni a Padova), alleggerendo un gettito Imu 2013 stimato in 652 milioni, il 35,1% più del 2012, ma addirittura +112% rispetto all’Ici 2011. La marcia indietro del Governo è suonata come una beffa, dopo che le bozze del decreto davano per certo l’inserimento dello sconto fiscale sui beni strumentali alle attività produttive. Fino al ripensamento finale: né abolita l’Imu per le imprese, né resa deducibile, seppure parzialmente (e non dall’Irap).

La stima è di Confindustria Padova che, partendo dai dati dell’Agenzia del Territorio, ha stimato il gettito Imu 2013 dal sistema produttivo regionale e quindi calcolato quale sarebbe stato il risparmio d’imposta per effetto della deducibilità al 50% dall’imponibile Ires e Irpef. Una stima prudenziale, in quanto assume come unica l’aliquota Ires ordinaria del 27,5%, mentre ci sono soggetti d’imposta (tra artigiani e professionisti) che pagano un’Irpef variabile dal 23% al 43%. Ma che dà la dimensione del risparmio d’imposta sfumato con la decisione del Governo di cancellare la deducibilità.

“Gli imprenditori sono stanchi di promesse fatte e non mantenute – dichiara il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin -. Come è pensabile ritrovare un sentiero di crescita se alla prova dei fatti il sistema produttivo, vero motore del Paese, è trattato alla stregua di Cenerentola di ogni decisione di politica economica e fiscale? Così si deprimono le aspettative e la ripresa resta una chimera”. Per il presidente di Confindustria Padova, “la parziale deducibilità avrebbe almeno alleviato il carico fiscale, ormai a livelli intollerabili. O il Governo cambia tempi e priorità di politica economica, superando la logica degli equilibri politico-elettorali, o perderà credibilità di fronte alle imprese e al Nord produttivo”.

Da qui l’appello di Pavin al ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato e alle Camere dove in questi giorni è iniziato l’esame del decreto Imu: “si trovino gli spazi per ripristinare con un emendamento al Dl o nella legge di stabilità la deducibilità dell’Imu, peraltro già ridotta dal 100% al 50% e non fruibile dalle aziende in perdita. Si tratta quasi di un atto dovuto, per quelle imprese che l’anno scorso hanno garantito allo Stato e ai Comuni quasi metà del gettito assicurato dalla tassa immobiliare (10 miliardi sui 23,7 complessivi). E che nel 2013, senza alcuna deducibilità, subiranno un ulteriore aggravio del prelievo”.