Commercio al dettaglio, in Veneto s’attenua la caduta

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Ordinativi in calo (-4,4%), sale l’occupazione (+0,5%). Incertezza fra gli imprenditori. Bianchi: “nessuna ripresa, ma leggera inversione. Preoccupano le 2.500 chiusure in sette mesi”

Nel secondo trimestre 2013, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura condotta su un campione di 1.085 imprese con almeno 3 addetti, le vendite al dettaglio hanno registrato un’attenuazione della caduta pari a -2,5% (-6,8% nel trimestre precedente) rispetto allo stesso periodo del 2012.

Secondo la ricerca condotta da Unioncamere del Veneto, la contrazione dei consumi ha coinvolto i comparti del commercio al dettaglio non alimentare e alimentare, con un calo rispettivamente del -5,1% e -4,5%. Stabile invece la dinamica dei supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+0,2%). Sotto il profilo dimensionale, andamento negativo più marcato per gli esercizi di piccola dimensione (-5,6%). Continua l’aumento dei prezzi di vendita (+0,3%) con variazioni più marcate per le medie e grandi aree commerciali (+0,5%), mentre per le piccole dimensioni si registra una stabilità (-0,1%). L’aumento più significativo è stato rilevato nel commercio al dettaglio alimentare (+1%), seguito da supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+0,7%). Al contrario, prezzi stabili per il commercio al dettaglio non alimentare (-0,2%). Gli ordinativi hanno segnato una flessione del -4,4% (-8,6% nel trimestre precedente) su base annua. Dinamica negativa per tutti i settori, ma la performance peggiore è stata rilevata nel commercio al dettaglio non alimentare (-6,1%), seguito da quello alimentare (-3,8%) sebbene migliore rispetto al trimestre precedente (-8,4%). Sotto il profilo dimensionale, i più colpiti risultano i punti vendita di piccole dimensioni (-6,5%). In controtendenza la dinamica dell’occupazione, che fa segnare un leggero aumento del +0,5% su base annua, ascrivibile all’andamento registrato per supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+1,8%). Il commercio al dettaglio non alimentare e alimentare hanno segnato invece cali del -3,8% e -1,8%. La variazione positiva delle medie e grandi superfici (+1,2%), non ha compensato la contrazione delle piccole aree commerciali (-3%).

Quanto alle previsioni per il prossimo futuro, resta negativo il clima di fiducia degli imprenditori. Il saldo tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione degli ordinativi è -36,9 punti percentuali (contro il -41,2 p.p. del trimestre precedente). Più sfavorevoli le previsioni delle vendite che registrano un -37,3 p.p. contro il -34,5 p.p. del trimestre precedente. Stabili le aspettative sull’occupazione che segnano un -8,9 p.p. contro il -9,2 p.p. del trimestre precedente. Attesi ad un ribasso i prezzi di vendita (–5,9 p.p. contro il -5,3 p.p. del trimestre precedente).

Secondo Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto, “il secondo trimestre dell’anno conferma la difficoltà nel ripartire dei consumi, anche se l’attenuarsi della flessione delle vendite al dettaglio (-2,5%) lascia presagire una lieve inversione di tendenza. Un segnale che però va interpretato. Non si vede ancora alcuna ripresa, ma forse il crollo si è fermato. Tuttavia, – continua Bianchi – la perdita del potere d’acquisto delle famiglie, sulle quali è ricaduto il peso della crisi, rischia di farsi sentire ancor più pesantemente con l’aumento dell’aliquota IVA dal 21 al 22%. In questo contesto, continua inoltre a preoccupare il tessuto economico della nostra regione. Tra gennaio e luglio 2013 le chiusure di esercizi commerciali hanno infatti interessato oltre 2.500 negozi in Veneto, circa 12 al giorno, con un saldo tra nuove aperture e chiusure negativo per quasi 1.400 unità. Timidi segnali di fiducia sembrano arrivare dall’occupazione che, anche questo trimestre, registra una lieve crescita (+0,5%) che lascia ben sperare per i prossimi mesi”.