Alto Adige, la crisi morde anche l’autonomia speciale

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Aberer-Widmann-Ebner-Bizzo-ilnordestSecondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Bolzano, nel 2013 l’economia sarà in leggera recessione

ll 2013 sarà un anno negativo per l’economia altoatesina, che sconta la debolezza della domanda e la forte crisi italiana, ma la recessione in Provincia non assumerà toni drammatici come in altre parti del Paese. In base alle informazioni al momento disponibili, l’IRE – Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano prevede che la variazione del prodotto interno lordo locale sarà pari a -0,5%. Una contrazione più forte del PIL potrebbe però verificarsi per effetto di alcuni fattori di rischio, in gran parte legati alla situazione italiana.

In particolare, saranno fondamentali la stabilità governativa, la prosecuzione del cammino di riforme e il rispetto degli obiettivi di bilancio, in modo da non mettere a rischio la fiducia dei mercati nei confronti del debito sovrano. Un elemento d’incertezza è rappresentato anche dal clima di fiducia dei consumatori. Questo, pur in ripresa sia in Italia che in Alto Adige, resta fragile ed un suo indebolimento potrebbe ritardare ulteriormente l’uscita dalla crisi. Bisogna poi tornare a fornire liquidità al sistema delle imprese, attraverso l’allentamento della stretta creditizia e il pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione. Qualora ciò non avvenisse nei tempi previsti, la conseguente mancata ripresa degli investimenti impedirebbe la ripartenza dell’economia prevista per fine anno. Infine, tale ripartenza dipenderà sensibilmente anche dall’esportazioni, e sarà di conseguenza sensibile all’evoluzione della congiuntura internazionale. Per l’Alto Adige sarà particolarmente rilevante l’andamento dell’economia in Germania e in Austria, con quest’ultima che potrebbe soffrire la crisi bancaria slovena.

A livello di macrosistemi, l’Europa tarda a riprendersi e l’Italia resta in forte recessione. Nel 2013 il tasso di crescita dell’economia mondiale dovrebbe attestarsi sul 3,1%. La crescita delle economie emergenti sarà inferiore alle attese (Brasile +2,5%; Russia +2,5%; India +5,6%; Cina +7,8%, Sudafrica +2%), anche per effetto della riduzione dei prezzi delle materie prime. In Giappone (+2%) le politiche monetarie e fiscali fortemente espansive hanno riavviato la crescita e anche il dato per gli Stati Uniti è positivo (+1,7%), grazie alla ripresa del mercato immobiliare, degli investimenti e della fiducia dei consumatori. L’economia europea resta invece debole. L’Euro relativamente forte frena le esportazioni e il clima di fiducia tra imprenditori e consumatori – seppur in miglioramento – risente del prolungarsi della crisi e dell’accresciuta disoccupazione. In molti paesi le imprese lamentano difficoltà di accesso al credito a causa della debolezza del sistema bancario e delle scarse prospettive di crescita dell’economia reale. Nel 2013 l’Eurozona sarà pertanto ancora in recessione (−0,6%) e anche paesi economicamente forti come la Germania (+0,3%) faranno segnare tassi di crescita assai moderati. La crisi italiana (−1,8%) resta profonda. La disoccupazione, l’elevato carico fiscale, la stretta creditizia e la condizione di generale incertezza continuano a frenare la domanda. La ripresa dovrebbe iniziare solo negli ultimi mesi dell’anno, sostenuta dalle esportazioni, dallo sblocco del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese e dai ridotti prezzi delle materie prime.

Il clima di fiducia dei consumatori altoatesini è in ripresa. Nel primo semestre del 2013 i consumatori altoatesini hanno in parte riguadagnato un certo ottimismo. L’indice del clima di fiducia è progressivamente tornato su livelli analoghi a quelli di Austria e Germania, quindi ben superiori alla media europea. Le attese della popolazione riguardo all’andamento dell’economia nei prossimi mesi sono migliorate, coerentemente con le previsioni macroeconomiche che indicano un ritorno alla crescita a partire dagli ultimi mesi dell’anno. Anche la sospensione dell’IMU, il rinvio dell’aumento dell’aliquota IVA e la moderata inflazione hanno contribuito a rendere meno negativo il clima di fiducia, in quanto consentiranno di limitare la perdita di potere d’acquisto. Ciò ha influenzato positivamente le aspettative dei consumatori riguardo alla situazione economica della propria famiglia e alle possibilità di risparmio.

Tra gli imprenditori permane un forte pessimismo. Solo il 64% delle imprese altoatesine valuta positivamente la redditività conseguita nel primo semestre del 2013. Si tratta del peggiore risultato rilevato da quando, nel 2000, l’IRE ha avviato l’indagine congiunturale semestrale. Ad incidere negativamente sulla redditività sono stati sia i costi di produzione, che il 48% degli intervistati ritiene aumentati rispetto al primo semestre del 2012, sia l’andamento del volume d’affari, che un’identica percentuale di imprese ha giudicato in diminuzione. Gli ordinativi dall’estero sono rimasti sui livelli dello scorso anno, mentre vi è stato un deciso calo per quanto riguarda il mercato locale altoatesino e addirittura un crollo degli ordinativi provenienti dalle altre province italiane. Le aspettative per il secondo semestre 2013 rimangono pessimistiche, tanto che la quota di imprese con redditività soddisfacente dovrebbe rimanere invariata al 64%. Le imprese prevedono infatti un andamento al ribasso del volume d’affari e degli ordinativi rispetto al secondo semestre del 2012. I risultati peggiori si registreranno ancora una volta sul mercato italiano, ma la situazione dovrebbe permanere fortemente negativa anche per quanto concerne il mercato locale. Si temono inoltre nuovi incrementi dei costi, nella consapevolezza che questi non potranno essere compensati da un incremento dei prezzi di vendita a causa della debolezza della domanda. Prevalgono le aspettative pessimistiche anche per quanto riguarda l’occupazione.