Competitività regionale, l’Italia precipita in Europa, con il NordEst che galleggia

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Luca zaia 1Zaia: “regioni italiane K.O. per colpa di tasse e burocrazia”

L’ultima indagine sulla competitività europea stilata a Bruxelles esaminando le varie regioni evidenziano la Waterloo del Belpaese, con nessuna delle regioni italiane tra le prime 100 realtà più avanzate e dinamiche d’Europa. La stessa Lombardia, che nell’indagine precedente di tre anni fa si situava entro le prime cento, ora scivola al 128, prima delle italiane, seguita al secondo posto dall’Emilia Romagna (141), dalla provincia di Trento (quarta, 145), Friuli Venezia Giulia (157), Veneto (158) e provincia di Bolzano, ultima nel Nordest al 173esimo posto.

Una classifica, quella stilata a Bruxelles, che premia l’area germanica, il Benelux e l’Inghilterra. Fanalino di coda, oltre alle regioni balcaniche e alla Grecia che chiudono la classifica, il Mezzogiorno italiano.

I dati pubblicati dalla Commissione Europea che vede le regioni italiane ben oltre il centesimo posto su 262 totali viene commentata amaramente dal governatore del veneto, Luca Zaia: “se non è la cronaca di una morte annunciata poco ci manca. Qualcuno mi spieghi come potremmo e potremo essere competitivi con una tassazione complessiva sulle imprese al 68,6%, con centinaia, per non dire migliaia, di adempimenti burocratici che gravano quotidianamente sui nostri artigiani, commercianti e imprenditori, adempimenti che rubano ogni anno decine di giorni di lavoro alla produzione, rappresentano costi vivi per i bilanci ma soprattutto si smentiscono l’un l’atro in una guerra folle tra burocrazie che utilizzano le leggi per giustificare la propria esistenza”. Secondo Zaia “di questo passo andremo a schiantarci contro un muro di deindustrializzazione e di disoccupazione, rischiando una desertificazione economica che è inutile imputare a imprenditori e forze sociali, ma la cui colpa va fatta ricadere unicamente su Governi centrali che continuano a traccheggiare e a lanciare slogan senza impegnarsi in provvedimenti concreti e immediati”.

Per uscire da una simile situazione ben poco lusinghiera, Zaia ricorda che “le ricette le conosciamo bene tutti: una tassazione unica intorno alla media del 46%, partendo da un test per il quale candido il Veneto; una conseguente riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sulle buste paga dei lavoratori per garantire maggior reddito e quindi stimolare i consumi e ridare alle famiglie un po’ di respiro; far tornare le banche al loro ruolo territoriale; introdurre immediatamente i costi standard in sanità e tutta la Pubblica Amministrazione per recuperare immediatamente 30 miliardi da destinare allo sviluppo e al lavoro; superare in questo modo il patto di stabilità, consentendo agli enti locali e territoriali virtuosi di gestire la leva territoriale ai fini di un equilibrato e sostenibile sviluppo economico”. Secondo Zaia, “è urgente agire ora e subito, perché il sistema è prossimo alla catastrofe”.