Filiera legno in Trentino: elevata potenzialità, ma realtà piccole

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legno semilavorati per opere di carpenteria 1Presentata l’indagine dell’Osservatorio del legno della Camera di commercio di Trento

La Camera di commercio di Trento ha ospitato la presentazione dei dati dell’ultima indagine realizzata dall’Osservatorio del legno (www.legnotrentino.it), la struttura che si occupa di promuovere il settore del legno trentino. Il lavoro – dedicato alla carpenteria – si colloca nell’ambito di un più ampio progetto di ricerca che in questi anni ha approfondito diversi aspetti della filiera foresta-legno allo scopo di acquisire informazioni utili per una sua più adeguata valorizzazione.

Nell’introdurre l’incontro, il presidente della Camera Adriano Dalpez, ha ricordato il valore strategico del settore e le sue potenzialità di sviluppo, rappresentate soprattutto da un maggior consolidamento della filiera foresta-legno nella direzione di una più razionale utilizzazione delle risorse boschive provinciali in termini non solo di taglio e segagione (prima lavorazione), ma anche di prodotti finiti (seconda lavorazione). Mauro Leveghi, segretario generale dell’Ente camerale trentino, ha fatto il punto sui risultati delle indagini finora compiute: “i dati raccolti sono l’esito di un percorso di ricerca che rientra nel quadro dell’Accordo di programma siglato con la provincia di Trento, intesa che prevede altresì la gestione da parte dell’Ente camerale dell’Osservatorio del legno, del portale www.legnotrentino.it, dell’elenco delle imprese forestali, delle aste pubbliche di vendita e il sostegno all’internazionalizzazione del settore”.

In questa cornice istituzionale si colloca anche l’ultima ricerca realizzata dall’Osservatorio del legno e dedicata alla carpenteria trentina. In un panorama di circa 1.200 imprese, impegnate nel campo delle utilizzazioni forestali, di più di 4.700 addetti e di un fatturato annuo di oltre 450 milioni di Euro (6% del Pil provinciale), quelle che si occupano specificamente di carpenteria sono una piccola pattuglia, poco più di 140. Sono concentrate soprattutto in Val di Non (25), vero e proprio distretto della carpenteria trentina, seguita da Ledro e dalla Valle del Chiese. Si tratta per lo più di realtà artigianali di piccole dimensioni – hanno sottolineato Adriano Zanotelli e Maria Cristina Tomasi, autori del lavoro – che nel complesso occupano circa 900 addetti. Nel periodo 2010-2011 – intervallo cui l’indagine si riferisce – le aziende rilevate hanno lavorato circa 308.000 mc, cioè il 30% di tutto il legname annualmente lavorato in Trentino (1 milione di mc circa). Quanto alla provenienza, il 40% della materia impiegata viene da boschi locali, il 23% dall’area nazionale e il 37% extranazionale. Assente quasi completamente il mercato estero, la destinazione dei lavorati e dei servizi di posa in opera è rappresentata esclusivamente dalla dimensione locale e nazionale.

A completamento dei dati raccolti sono state condotte anche una serie d’interviste che hanno permesso di mettere in evidenza luci e ombre del settore. Ne è emersa una realtà caratterizzata da un forte radicamento sul territorio: in un contesto fortemente competitivo, soprattutto per l’offerta estera, le imprese trentine sono poco inclini ad assecondare i nuovi orientamenti della domanda (certificazioni legate alla sostenibilità), sono ancora troppo ancorate a modelli tecnologici tradizionali (scarsa attitudine alla progettazione di costruzioni in legno) soprattutto per la ridotta specializzazione della manodopera e si mostrano piuttosto refrattarie alla realizzazione di collaborazioni o reti di impresa. D’altra parte la flessibilità, dovuta alla piccola dimensione, l’ubicazione geografica, la qualità della materia prima, la reputazione del marchio Trentino nonché la presenza di enti a forte specializzazione settoriale (Università di Trento, CNR-Ivalsa, Trentino Sviluppo, TIS di Bolzano) costituiscono opportunità che se sapientemente sfruttate possono trasformarsi in vantaggi competitivi per l’intero settore.

Giovanni Giovannini, in rappresentanza del Servizio foreste e fauna della Provincia, ha ricordato che nella delicata situazione economica attuale, contrassegnata da una profonda crisi del settore edile e del suo indotto che si ripercuote inevitabilmente nella parte finale della filiera foresta-legno (seconda lavorazione), mai come in questo momento sono stati elevati i margini di redditività degli enti proprietari del bosco: a fronte di un calo concertato a livello internazionale dell’offerta di materia prima, i prezzi si sono innalzati. La domanda, in particolare dal mondo tedesco che assorbe una quota notevole del legno tagliato in Trentino, si è intensificata per rispondere alle esigenze di un settore ormai sovradimensionato rispetto alle quantità di materia prima sul mercato. Graziano Molon, direttore di Trentino Sprint, azienda speciale della Camera di Trento per l’internazionalizzazione delle imprese, ha sottolineato l’arretratezza del comparto nell’apertura ai mercati internazionali e ha passato in rassegna i mercati più interessanti per l’export nel prossimo futuro (soprattutto Russia e Svizzera).

IL BOSCO TRENTINO IN CIFRE

§ Il 56% del territorio provinciale è costituito da foreste (345.293 ha)

§ Il 79% è rappresentato da fustaie, mentre il 21% è gestito a ceduo

§ L’abete rosso è la specie nettamente prevalente con il 59,2% della superficie

§ Il 76% dei boschi è di proprietà pubblica suddiviso tra le varie amministrazioni comunali e degli usi civici, mentre la restante parte (29%) è gestito da privati

§ Il tasso annuale di crescita è di quasi un milione di metri cubi. Il taglio annuale è di circa 550.000 mc da cui possono essere ricavati circa 380.000 mc di legname da opera.

§ Il settore del legno produce il 6% del Pil provinciale

§ Lavorano nel settore circa 4.700 addetti in più di 1.200 aziende