Borgo Valsugana, l’Acciaieria riprende a funzionare

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Olivi-gary-klesch-Leali-steel-spa-ilnordestIl passaggio dal gruppo Leali a Klesch pone le basi per la ripresa produttiva che riassorbirà 250 dipendenti. A settembre la piena produzione

L’Acciaieria di Borgo non solo riprenderà i livelli produttivi precedenti alla chiusura, ma sarà parte integrante della strategia di rilancio degli stabilimenti di Trento e Brescia del Gruppo Klesch. “Ho scelto di investire in Trentino – spiega Gary Klesch, proprietario dell’omonimo gruppo industriale – perché ho già avuto modo di conoscerne ed apprezzare il modello industriale. Il gruppo già conta su un’azienda ad Arco e questa esperienza ci ha confermato l’affidabilità degli enti locali”.

L’attività dell’acciaieria di Borgo Valsugana riprenderà a breve: il 10 luglio è prevista la prima colata, mentre la piena produzione è programmata a settembre. Soddisfazione è espressa dalla giunta provinciale. “L’acciaieria di Borgo – spiega il presidente Alberto Pacher – è importante per il sistema economico trentino. In questi anni sono stati fatti interventi a schemi di protezione ambientale che la rendono in linea con gli standard più avanzati in Europa. Io credo che il futuro delle acciaierie di Borgo passi attraverso la capacità di coniugare il livello avanzato di compatibilità tra livelli produttivi ed occupazionali, e le misure a tutela dell’ambiente”.

Il piano di attività della “Leali Steal”, la nuova società del gruppo Klesch che ha rilevato dai concordati aperti presso i tribunali di Trento e Brescia gli stabilimenti del gruppo Leali (Acciaieria Valsugana Spa di Borgo e i due stabilimenti di Odolo, Brescia), appartenenti alla Leali Spa prevede che la società “Leali Steal” abbia sede a Borgo Valsugana e raggruppi tutti e tre gli stabilimenti siderurgici. Il gruppo Klesch acquisisce in affitto dai due concordati i rispetti rami di azienda e garantirà a Borgo la continuità attività produttiva e i relativi livelli occupazionali. Attualmente presso l’acciaieria di Borgo lavorano oltre 100 dipendenti, complessivamente il gruppo garantirà occupazione tra Trento e Brescia ad oltre 250 lavoratori.

“Il nostro gruppo – sottolinea Gary Klesch – ha già avuto modo di operare sul mercato italiani con buoni risultati. Abbiamo due stabilimenti in Italia, ad Arco e vicino a Malpensa, specializzati nella lavorazione delle plastiche per prodotti medicinali. L’esperienza è positiva soprattutto in Trentino, dove ho sempre incontrato un’ottima accoglienza da parte delle persone e da parte degli interlocutori. Per questo abbiamo espresso da subito interesse per le acciaierie di Brescia e Borgo Valsugana”.

Il piano industriale prevede tre passaggi. “Il primo anno lavoreremo a ristabilire i livelli produttivi degli stabilimenti, riconsolidando l’azienda e la rete commerciale. Il 2014 sarà l’anno dello sviluppo delle acciaierie, grazie anche alle sinergie con il resto del gruppo, mentre nel 2015 lavoreremo per alzare la qualità del prodotto e ampliare la nostra posizione sul mercato”.

Dall’amministratore delegato di Leali Steal, Luca Villa, arrivano indicazioni circa gli investimenti che il gruppo Klesch intende fare sugli stabilimenti di Trento e Brescia: “l’azienda ha in programma degli interventi agli impianti, così da garantire, tra l’altro, il completamento degli interventi per il controllo delle emissioni”. Lo stabilimento della Valsugana è dotato di un moderno impianto di captazione e depurazione dei fumi di scarico, su cui la Provincia ha concesso un contributo di 2,3 milioni di euro a fronte di una spesa ammissibile di 6,5 milioni di euro, con il vincolo del mantenimento dei livelli occupazionali. L’intervento della Provincia è in conformità alla normativa europea sugli aiuti di Stato agli investimenti di protezione ambientale. La convivenza industria/ambiente non è illusoria, dipende dal livello qualitativo e dall’affidabilità delle tecnologie ambientali. L’industria (che non inquina) non è un optional, ma una componente irrinunciabile del modello di sviluppo trentino, che non avrebbe né le risorse né le potenzialità per affrancarsi dall’attività produttiva.